Medicina alternativa Archivi - Cultura https://cultura.biografieonline.it/argomento/salute/medicina-alternativa/ Canale del sito Biografieonline.it Thu, 09 Aug 2018 10:21:18 +0000 it-IT hourly 1 Omeopatia: le regole e i principi di base https://cultura.biografieonline.it/omeopatia-principi/ https://cultura.biografieonline.it/omeopatia-principi/#comments Wed, 01 Aug 2018 07:40:15 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25075 Il termine “omeopatia” deriva dall’unione di due parole greche: “omoios” che significa “simile”, e “pathos” ossia “sofferenza”. Si tratta di una cura naturale che sfrutta l’utilizzo di rimedi preparati con sostanze ricavate dal mondo minerale, animale o vegetale, seguendo un particolare procedimento. L’omeopatia si basa su alcuni solidi principi di base: per utilizzarla al meglio conviene conoscerli bene e applicare alcune semplici regole per ottenere benefici. Fondata da Samuel Hahnemann, un medico tedesco deluso dalla medicina convenzionale dell’epoca, l’omeopatia ha visto la luce alla fine del Settecento.

Omeopatia

Ricerca di un nuovo equilibrio

Secondo questa disciplina, l’organismo umano è un tutt’uno, governato dal principio vitale. La malattia riflette il tentativo, da parte dell’organismo stesso, di ripristinare un equilibrio alterato: in questo senso ha un’accezione positiva. Lo scopo dell’omeopatia è di aiutare il corpo a riequilibrare da sé questo principio vitale; ciò in modo da stimolare il meccanismo di autoregolazione e ristabilire lo stato di salute. In pratica, il rimedio omeopatico è mirato a risvegliare l’energia vitale del malato, inducendolo alla autoguarigione.

La legge della Similitudine

Uno dei principi fondamentali sui quali si regge la disciplina omeopatica è la legge della similitudine, secondo cui “il simile cura il simile”. Il suo obiettivo è di indurre l’organismo a manifestare i sintomi che possono risultare curativi rispetto alle malattie descritte dalla persona. Secondo l’omeopatia, la sostanza che a certe dosi provoca un particolare sintomo in una persona sana, se viene diluita seguendo una determinata preparazione, dinamizzata e somministrata in diverse diluizioni, è in grado di curare quel medesimo disturbo in una persona malata. L’omeopatia deve, quindi, andare alla ricerca di quella sostanza che dà sintomi simili a quelli presenti nel paziente.

Il principio della Globalità

L’omeopatia non pone l’attenzione solo ai sintomi propri della malattia, ma anche s tutti i segnali descritti dalla persona. Del resto, secondo tale disciplina, i disturbi fisici e psicologici sono sempre espressione di un equilibrio alterato; e il linguaggio attraverso cui il corpo parla sono quindi preziosi per individuare la cura più adatta al singolo caso. Inoltre, l’omeopatia attribuisce grande importanza al carattere, alla personalità, alla struttura fisica, alle reazioni del paziente agli agenti atmosferici e all’ambiente che lo circonda, alle reazioni fisiche ed emotive, alle malattie della persona. Questo spiega perché la cura omeopatica non è mai generalizzata.

Il medico studia accuratamente la situazione e prescrive una cura che sia il più possibile mirata e individualizzata. Per fare un esempio, l’omeopata non cura il dolore prescrivendo a tutti lo stesso analgesico, ma pone al centro della visita la persona, che ha un modo specifico di manifestare la propria sofferenza. La base di partenza di ogni percorso omeopatico è quindi costituita da un lungo colloquio tra medico e paziente. Attraverso l’analisi delle problematiche e caratteristiche della persona e i sintomo provocati dalla sostanza somministrata ad un individuo sano, il medico può scegliere i rimedi più adatti per il caso specifico.

 

Samuel Hahnemann
Samuel Hahnemann, fondatore dell’Omeopatia

Le dosi minime

L’ultimo fondamentale principio dell’omeopatia è quello della “diluzione infinitesimale”. Occorre sapere che, una volta raccolte, le materie prime vengono triturate e macerate in una soluzione idro-alcolica per ottenere la tintura madre, che poi viene poi progressivamente diluita in acqua o alcol, secondo una scala che di solito è decimale o centesimale. Tra una diluizione e l’altra le soluzioni vengono agitate in maniera vigorosa (a mano o in modo meccanico) secondo una tecnica particolare che imprime loro una certa forza. Questo processo (chiamato dinamizzazione o succussione) mira ad aumentare la potenza e l’efficacia del rimedio. Le diluizioni omeopatiche così ottenute si impiegano per impregnare globuli e granuli, che sono le forme in cui si trovano in commercio i medicinali omeopatici. Ci sono inoltre altre forme come gel, pomate, compresse, sciroppi, gocce, colliri, ovuli e supposte.

Come funziona l’omeopatia

I meccanismi d’azione dell’omeopatia non sono ben noti. La teoria più accreditata sostiene che dando alla persona la sostanza scelta alle giuste dosi si provoca una risposta del tutto simile a quella scatenata dalla malattia naturale. Di conseguenza, si va a stimolare una reazione più efficace e rapida del sistema di difesa dell’organismo: esso interviene favorendo e accelerando la guarigione o, comunque, migliorando i sintomi. A differenza di quanto avviene nella medicina convenzionale, nella quale si punta ad eliminare velocemente i disturbi, in questo caso si cerca di ottenere una guarigione più profonda. L’organismo ne risulta così irrobustito; secondo le ipotesi più recenti, è probabile che i rimedi omeopatici esercitino anche un’azione di tipo fisico, influenzando i processi biologici.

I falsi miti sull’omeopatia

Tra i falsi miti che circolano intorno a questa disciplina, ve ne sono due particolarmente diffusi e duri da smantellare. Il primo riguarda l’eventuale manipolazione del rimedio, che ne inibirebbe l’efficacia. In realtà i medicinali omeopatici prodotti da laboratori qualificati sono sottoposti ad un procedimento tale da garantire un’altissima qualità e da renderli insensibili a qualsiasi manipolazione: quindi toccare i granuli o i globuli con le mani, o con il cucchiaio, non comporta alcuna alterazione della qualità ed efficacia di tali rimedi. Un altro falso mito riguarda la definizione di omeopatia come medicina “alternativa”. Il medico omeopata deve affermare con sempre maggiore autorevolezza che l’omeopatia non è una medicina alternativa, ma bensì una medicina “integrata” e complementare a quella accademica, che si basa sulla conoscenza ed esperienza del medico. E’ invece considerata una medicina alternativa la cura con i Fiori di Bach.

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Le grotte di sale (Haloterapia) https://cultura.biografieonline.it/grotte-di-sale-haloterapia/ https://cultura.biografieonline.it/grotte-di-sale-haloterapia/#respond Wed, 16 Mar 2016 15:32:13 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17433 L’haloterapia (o terapia del sale) è un trattamento che ha molteplici effetti benefici sulla salute di adulti e bambini. Viene effettuato in apposite “grotte di sale” salmastre naturali o artificiali, in cui ci si espone per favorire l’assorbimento delle particelle di cloruro di sodio che si depositano all’interno. Questa terapia era utilizzata anche anticamente: pare che nell’antica Grecia, Ippocrate consigliasse di inalare il vapore di sale in caso di problemi alle vie respiratorie, e nei monasteri, in epoca medievale, i monaci conducevano i pazienti all’interno di grotte per far respirare le particelle di sale e favorire così la guarigione da diverse patologie.

Grotte di sale, Halotherapia (Terapia del sale)
La grotta di sale è una stanza dove ci si piò rilassare e godere dei benefici dell’Halotherapia

Alcune fonti attribuiscono ad un fisico polacco un approccio più scientifico nei confronti dell’haloterapia, a partire dal diciannovesimo secolo. L’haloterapia e le grotte di sale, sono un trattamento naturale molto diffuso nei paesi dell’Est come Polonia, Russia, Romania, ma sta prendendo piede anche nell’Europa centrale, in Germania ed anche da noi in Italia.

L’haloterapia è ricompresa nella categorie delle medicine complementari, riconosciute dalla medicina convenzionale per la validità ed efficacia nella guarigione di alcune patologie (purché non si tratti di malattie croniche). Il termine “haloterapia” deriva dalla parola greca “halos“, che significa appunto “sale“.

A cosa serve l’haloterapia

Il trattamento con il sale può essere utile sia per rafforzare il proprio sistema immunitario in via preventiva e per ripulire l’organismo dalle polveri sottili in caso di infiammazioni (soprattutto nei bimbi), sia per curare alcune affezioni dell’apparato respiratorio (raffreddori allergici, tosse, bronchite, sinusite, asma, ecc.) nel momento in cui si sviluppano. E’ sconsigliato sottoporsi alla terapia del sale se si ha la febbre e in caso di incapacità respiratoria grave.

Grotta di sale

E’ stata rilevata l’efficacia di questo trattamento anche per l’attenuazione di sintomi di malattie che colpiscono la pelle (eczema, dermatite, psoriasi ed altri disturbi dermatologici), poiché il sale va ad equilibrare la parte superficiale del derma. Può essere utile sottoporre ad alcune sedute di haloterapia anche i bambini, soprattutto in caso di raffreddore e infezioni delle vie respiratorie, in quanto il sale ha uno spiccato effetto antinfiammatorio e mucolitico.

Controindicazioni ed effetti collaterali

In alcuni casi il trattamento a base di sale può provocare, nei soggetti predisposti, irritazioni anche persistenti agli occhi, alla gola e alla pelle in generale. Inoltre l’haloterapia è sconsigliata alle persone con infezioni respiratorie acute (si raccomanda, in questi casi, il ricorso alla medicina convenzionale), in stato di insufficienza cardiaca, in caso di intossicazione da farmaci o alcol, ipertensione grave e sistemica, emottisi, emorragia in corso. L’haloterapia va evitata se si sta effettuando una chemioterapia.

Grotte di sale: come avviene una seduta di haloterapia

La stanza in cui si svolgono le sedute è un ambiente ipoallergenico quasi interamente ricoperto di sale, all’interno della quale è posizionato un micronizzatore di cloruro di sodio ad uso medicale. All’interno della camera del sale viene riprodotto il clima di una vera e propria grotta (gli ambienti sono detti appunto grotte di sale), sia per quanto riguarda la temperatura che l’umidità. L’ambiente è reso più piacevole grazie ad un lieve sottofondo musicale e all’utilizzo di luci soffuse e colorate (cromoterapia).

Haloterapia - Halotherapy

Per inalare il cloruro di sodio diffuso nella stanza non c’è bisogno di una mascherina, poiché le particelle si diffondono libere nell’ambiente. Il numero di sedute varia a seconda della patologia da trattare e se chi si sottopone è un adulto oppure un bambino. La maggior parte dei centri con haloterapia propongono cicli si sedute, ma in alcuni casi può bastarne anche una sola per sentirsi subito meglio.

Pare che sottoporsi ad una seduta di haloterapia corrisponda a respirare aria di mareper tre giorni. Secondo quanto affermano alcuni medici, l’haloterapia può essere considerata anche un’efficace terapia antismog che fa bene ad adulti e bambini, soprattutto se si vive nelle città ad alto tasso di inquinamento atmosferico.

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Chiropratica: che cos’è e cosa cura https://cultura.biografieonline.it/chiropratica/ https://cultura.biografieonline.it/chiropratica/#comments Wed, 24 Feb 2016 14:22:28 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16786 Più di venti anni fa l’Associazione americana di Chiropratica ha fornito la definizione ufficiale di questa medicina alternativa: “La chiropratica è quella scienza e quell’arte che utilizza le capacità di recupero specifico del corpo e la relazione tra le strutture scheletro muscolari e le funzioni del corpo, in particolare tra colonna vertebrale e sistema nervoso, ai fini del recupero e del mantenimento della salute”.

Chiropratica
Chiropratica

I dottori in chiropratica non ricorrono a farmaci o interventi chirurgici, ma dedicano particolare attenzione alla meccanica della colonna vertebrale e alle relazioni tra questa e le funzioni neurologiche, muscolari e vascolari.

La chiropratica considera il corpo umano come una struttura complessa che, oltre ad avere un aspetto biochimico (rappresentato dagli organi, le ossa e i muscoli), possiede una mente. Inoltre, sempre secondo tale disciplina, intorno ad ogni essere vivente vi è un campo energetico di natura elettromagnetica, da alcuni definito “aura”. La chiropratica considera ogni essere umano come un triangolo equilatero circondato da un campo energetico.

Triangolo - Chiropratica - Approccio chiropratico alla salute
Triade della salute: l’approccio chiropratico alla salute

Questo triangolo viene chiamato “triade della salute” e comprende l’aspetto strutturale, chimico e mentale dell’individuo. Ne consegue che una persona in buona salute deve avere i tre lati del triangolo in completo equilibrio. Il compito del chiropratico è di affrontare ogni persona in maniera globale, cercando di individuare lo squilibrio originario agendo su di esso per riequilibrare i lati del triangolo.

Colonna vertebrale
I chiropratici prestano un’attenzione particolare alla colonna vertebrale

I principi fondamentali della Chiropratica

A livello strutturale la chiropratica si fonda su tre principi fondamentali.

  1. Il primo è che la malattia può essere provocata da disturbi del sistema nervoso.
  2. Il secondo è che tali disturbi del sistema nervoso possono essere causati da alterazioni della struttura scheletro-muscolare.
  3. Il terzo principio è che i disturbi del sistema nervoso possono causare o aggravare patologie nelle varie parti o funzioni del corpo.

Daniel David Palmer, originario di Toronto (Canada) è considerato lo scopritore della Chiropratica. Suo figlio Barlett Joshua Palmer è invece colui che avrebbe portato la chiropratica a diventare scienza, arte e filosofia.

Daniel David Palmer - Bartlett Joshua Palmer
Daniel David Palmer e Bartlett Joshua Palmer

Di cosa si occupa il Chiropratico

Il dottore in chiropratica, piuttosto che trattare i sintomi, cerca di trovare e correggere le cause che stanno all’origine del sintomo. I sintomi che meglio rispondono alle cure della chiropratica includono molti  dei disturbi e dei dolori osteoarticolari in generale: cervicale, lombare, dorsale, bacino, colpi di frusta, intercostale, traumi cranici, scoliosi, colpo della strega, distorsioni, anche, ginocchio, piedi, sciatica, ernie del disco, ecc.

La chiropratica è efficace anche in caso di disturbi funzionali organici come problemi digestivi, otiti croniche, mal di testa, nevriti, traumi recidivanti, vertigini, mialgia,a affaticamento, alcune forma di asma, alcune tipologie di allergia, affaticamento. Il numero dei trattamenti chiropratici dipende dallo stato di salute del paziente e dalla gravità del problema; in media sono richieste sei/sette sedute per superare i sintomi e generalmente un paziente comincia a rispondere al trattamento dopo la terza seduta.

Le tecniche utilizzate in Chiropratica

Nell’ambito della Chiropratica si sono sviluppate molte tecniche per le correzioni vertebrali. La correzione manuale più conosciuta è quella connessa con lo “scrocchio”. Normalmente un’articolazione può essere fatta scrocchiare senza alcun problema, in base al movimento praticato, come quando facciamo scrocchiare le dita delle mani. Immediatamente segue un rilassamento generale.

Chiropratico

Il chiropratico esegue la correzione vertebrale con movimenti rapidi e precisi in modo da non rendere tale manovre dolorose per il paziente. Per la correzione di particolari deviazioni il chiropratico si avvale dell’ausilio di alcuni strumenti. Ad esempio l’attivatore è una piccola pistola che spara colpi ad alta velocità per attuare la correzione. E’ utilizzata in caso di osteoporosi e per quelle persone che non tollerano la pressione manuale troppo energica.

Studiare la Chiropratica

Per conseguire il titolo di “Dottore chiropratico” bisogna aver seguito due anni di corsi preprofessionali (sono validi due anni di medicina o biologia presso un’università in Italia) per poi accedere ad un college di chiropratica americano. Il corso di chiropratica è abbastanza impegnativo e richiede l’obbligo di frequenza.

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Per gli studenti stranieri è richiesto il superamento di un esame per la lingua inglese, il TOEFL. Per maggiori informazioni contattare l’Associazione Italiana Chiropratici (AIC) Via Brigata Liguria 1/11 16121 Genova; recapito telefonico: 010/5533036. In tutti i Paesi il chiropratico esercita la propria professione autonomamente, sia che esista o meno una legislazione in merito.

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Agopuntura, cos’è e cosa cura https://cultura.biografieonline.it/agopuntura/ https://cultura.biografieonline.it/agopuntura/#comments Wed, 17 Feb 2016 14:56:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16755 Nell’ambito delle discipline olistiche l’agopuntura è molto diffusa, e la forma moderna che oggi si pratica discende dall’antica medicina tradizionale cinese. Partendo dal presupposto che la malattia si genera a causa di una cattiva circolazione dell’energia (qi) all’interno del corpo, l’agopuntura in quanto disciplina olistica mira a ristabilire uno stato di equilibrio e benessere nell’individuo. Nella pratica, l’agopuntura utilizza alcuni aghi sottili che vengono inseriti in punti specifici del corpo (posizionati, in genere, lungo l’asse dei meridiani).

Agopuntura
Agopuntura: gli aghi utilizzati possono avere diverse lunghezze ma sono tutti sottilissimi

La disciplina dell’agopuntura si sviluppò durante l’antica dinastia cinese dei Ming, e poi è arrivata in Occidente grazie ai Gesuiti e all’opera di un diplomatico francese, George Soulié de Morant. L’ufficializzazione dell’agopuntura avvenne più tardi, con Mao Tse Tung, che cominciò a far applicare questo metodo anche negli ospedali.

A partire dagli anni Cinquanta si sono intensificati gli studi e gli approfondimenti, anche se la diffusione di tale disciplina è avvenuta in maniera diversa a seconda dei vari Paesi europei: ve ne sono alcuni in cui è stata legalizzata, mentre altri in cui questo non è avvenuto nonostante il favore dell’opinione comune.

A chi serve l’agopuntura

Chiunque può ricorrere all’agopuntura per migliorare il proprio benessere psico-fisico. Si rivela particolarmente utile per chi non vuole ricorrere ai farmaci per risolvere un disturbo o un problema di salute (ad esempio le donne in gravidanza, alle quali si consiglia di non assumere medicinali durante la gestazione, oppure i soggetti con malattie croniche che non intendono abusare di antinfiammatori per curarsi).

L’agopuntura è particolarmente indicata per le persone ansiose che hanno bisogno di essere aiutate a combattere stati di ansia e attacchi di panico, ed è ottima per accelerare il fisiologico processo metabolico nei soggetti che praticano regolarmente attività sportiva.

L’agopuntura si è rivelata efficace anche per chi desidera smettere di fumare e per chi vuole perdere peso. Stimolando alcuni punti specifici con gli aghi è possibile ridurre il desiderio irrefrenabile che è alla base di tutte le dipendenze, e ridurre la fame nervosa che provoca un aumento incontrollato del peso.

Aghi - Agopuntura - Medicina cinese
L’agopuntura e la sua filosofia hanno radici nella medicina tradizionale cinese

I benefici dell’agopuntura

L’applicazione di aghi su determinati punti del corpo insieme al calore provocano un miglioramento in caso di disturbi e malesseri comuni come mal di testa, insonnia, infertilità, depressione, stress,  e problemi della pelle come acne e psoriasi. L’Associazione Italiana Agopuntura riporta alcuni dati significativi riguardanti tale disciplina: in base ad una recente stima, gli italiani che si rivolgono a questa tipologia di cura sono circa sei milioni, mentre gli esperti agopuntori che esercitano l’attività regolarmente in Italia sono circa dodici mila.

I requisiti per diventare agopuntore

E’ opportuno rivolgersi a professionisti del settore esperti e qualificati per evitare spiacevoli controindicazioni. Ad esempio, la mancata o incompleta sterilizzazione degli aghi utilizzati durante le sedute di agopuntura può provocare infezioni anche gravi. Un bravo agopuntore, inoltre, sa come utilizzare correttamente gli aghi sul corpo.

Inesperienza e imperizia possono essere la causa di perforazione di tessuti o altre pericolose conseguenze. Nel nostro Paese possono esercitare l’attività di Agopuntore soltanto i medici e i veterinari con apposita laurea. In mancanza di tale requisito l’attività di agopuntura viene ritenuta illegale e quindi punibile penalmente.

Nonostante vengano organizzati numerosi corsi che insegnano la pratica dell’agopuntura in tutta Italia, persiste tuttora una certa confusione tra gli operatori in quanto non vi è ancora una normativa precisa ed organica sull’argomento.

Agopunture - Acupuncture
Agopuntura: in lingua inglese si dice “Acupuncture

Come si svolge una seduta di agopuntura

Una seduta di agopuntura può avere durata variabile, in genere però dura circa venti minuti, durante i quali al paziente vengono inseriti una decina di aghi che percorrono i Canali energetici del corpo. A differenza di quello che comunemente si crede, l’applicazione degli aghi non provoca dolore. Anzi, molte persone che si sono sottoposte al trattamento hanno riferito, alla fine della seduta, di provare un senso di rilassamento o di rinnovata energia vitale. Se si osservano rigorose norme igieniche, utilizzando aghi usa e getta, il rischio di contrarre infezioni è praticamente nullo.

Un ciclo completo prevede circa sei sedute: è l’operatore che decide quanti incontri effettuare, tenendo conto della condizione fisica e dell’età anagrafica del soggetto che si sottopone all’agopuntura. Questa può essere considerata a tutti gli effetti una “terapia del dolore”, in quanto tale è in grado di ridurre la sofferenza, restituire indipendenza e autosufficienza, migliorare la qualità della vita e, di conseguenza, la sua durata.

I detrattori della disciplina e gli scettici insistono nell’attribuire all’agopuntura un effetto placebo. Se anche così fosse, non sarebbe comunque positivo? Non esiste una risposta scientifica al quesito, poiché le discipline olistiche per lo più si basano su prove empiriche, e l’efficacia varia in base ai singoli soggetti e alla loro predisposizione psico-fisica a ricevere il trattamento.

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Pet-Therapy, che cos’è e cosa cura https://cultura.biografieonline.it/pet-therapy/ https://cultura.biografieonline.it/pet-therapy/#comments Tue, 29 Dec 2015 16:08:49 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16130 Sono ormai tante le ricerche scientifiche che dimostrano quanto la presenza di un animale domestico riesca a migliorare lo stato fisico e psichico del proprietario e in generale la sua qualità della vita. Tuttavia è importante sottolineare che vi è differenza tra il rapporto che si instaura con il proprio animale domestico e la relazione che si instaura nell’ambito della Pet-Therapy.

Pet-Therapy
Pet-Therapy: i primi studi risalgono a prima del 1800

Con il termine Pet-Therapy ci si riferisce ad un insieme di terapie e attività che si svolgono tramite la collaborazione e l’ausilio degli animali, e che vengono effettuate per lo più ad integrazione di quelle mediche e neuro-psicologiche tradizionali, per ottenere una più efficace riabilitazione psico-fisica. La relazione che si instaura tra uomo e animale nell’ambito della pet-therapy è sempre vista in un’ottica terapeutica, quindi di solito si svolge in particolari contesti (ad esempio una clinica) e non tra le mura di casa.

Mentre con il proprio animale domestico si tende ad instaurare un rapporto basato principalmente sulla spontaneità dei gesti, nella Pet-therapy il rapporto mira ad ottenere effetti terapeutici e benefici in termini psico-fisici nei confronti della persona che vi si sottopone. Ciò significa che la relazione uomo/animale viene seguita e monitorata da professionisti esperti e si struttura secondo un protocollo ben preciso.

Partendo dall’etimologia della parola proveremo a spiegare in cosa consiste questa particolare disciplina che si sta diffondendo ovunque. “Pet” in inglese significa “animale domestico”, ma questo non significa che la terapia può essere svolta con l’ausilio di qualunque animale che si è soliti tenere in casa.

Un po’ di storia

A coniare la parola “Pet-Therapy” è stato il neuropsichiatra statunitense Boris Levinson, considerato il fondatore di questa disciplina basata sull’interazione tra uomo e animale. I primi studi che dimostrarono gli effetti positivi di tale legame risalgono al 1792. Da questo periodo in poi i primi psicologi cominciarono a sollecitare i propri pazienti a prendersi cura di un animale domestico per potenziare la capacità di scambio affettivo e quella di autocontrollo.

Successivamente in Germania, a partire dal 1867, fu inserito l’ausilio degli animali nei programmi terapeutici rivolti ai pazienti colpiti da epilessia. Negli Usa e in Francia i cani furono utilizzati per la prima volta nel 1919, per aiutare i reduci della prima guerra mondiale a superare problemi di depressione e traumi derivanti dal conflitto armato. Tra gli esperimenti di Boris Levinson vi fu anche quello di far interagire i cani con i bambini affetti da autismo: i risultati furono a dir poco sorprendenti.

Pet Therapy
Pet Therapy: il rapporto che si instaura tra un cane e una persona, può essere un’efficace terapia neuro-psicologica

Nel 1962 Levinson pubblicò un libro, intitolato “Il cane come co-terapeuta” nel quale raccontò gli effetti benefici che aveva riscontrato lasciando interagire i cani e le persone con disagi psicologici. Mentre in America già nel 1981 la Pet-therapy venne ufficializzata con la creazione dell’associazione “Delta Society” che aveva l’obiettivo di approfondire le conseguenze dell’interazione tra animali domestici e uomini. In Italia serve attendere il 1987 per cominciare a sentire parlare di tale argomento.

La funzione del cane nella Pet-therapy

Per la sua innata vicinanza all’uomo, il cane è sicuramente l’animale più adatto a svolgere le terapie e le attività rientranti nella Pet-therapy. Il cane favorisce il relax fornendo al paziente la motivazione per muoversi ed uscire di casa, e stimola il senso di accudimento. Alcuni giochi ed esercizi messi a punto durante la Pet-therapy, servono a favorire la concentrazione ed accrescono l’autostima, e grazie a questi le persone con problemi relazionali riscoprono il piacere della condivisione e dello svago.

Pet-Therapy - in ospedale
Pet-Therapy: la convalescenza di una bambina in ospedale è aiutata dalla presenza di un cane

Gli anziani che vivono soli, grazie alla compagnia di un cane si sentono motivati ad uscire e condividere con altre persone che possiedono un animale, esperienze di vita e problemi. Effetti benefici dell’interazione con i cani sono stati anche dimostrati nel caso di giovani usciti dal coma e di bambini ricoverati in ospedale, che con gli amici pelosi hanno trovato la voglia di giocare e divertirsi anche in corsia.

Pet-Therapy - con gli anziani
Pet-Therapy: gli anziani si sentono meno soli

In cosa consistono le attività della Pet-therapy

Come abbiamo visto, la pet-therapy interviene attraverso attività assistite con e attraverso gli animali. Tra le altre cose, uno degli obiettivi che tale disciplina si prefigge è di educare ad un corretto rapporto con gli animali, soprattutto verso quelli domestici, stimolando il rispetto reciproco.

L’animale domestico viene quindi considerato un “mediatore” da utilizzare per la risoluzione di problematiche umane come la gestione del conflitto e dell’aggressività. Inoltre l’animale diventa un veicolo importante all’interno di programmi educativi per lo sviluppo delle capacità relazionali e cognitive dei bambini, soprattutto di quelli più sensibili o con disagi psichici.

Pet-Therapy: gruppo di bambini e un cane

Durante le sedute di Pet-therapy sono presenti queste figure professionali che lavorano in equipe: un medico veterinario, un responsabile di progetto (in genere si tratta di un operatore sanitario esperto), un coadiutore dell’animale, un coordinatore (può trattarsi di un educatore, di un infermiere, di uno psicologo/psicoterapeuta, ecc).

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Riflessologia plantare: che cos’è e quali sono i benefici https://cultura.biografieonline.it/riflessologia-plantare/ https://cultura.biografieonline.it/riflessologia-plantare/#respond Wed, 02 Dec 2015 13:52:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15716 Una disciplina antica di circa 5000 anni praticata già in India, Egitto, Perù e Cina: la terapia delle “zone riflesse” è arrivata fino a noi diventando la Riflessologia plantare moderna che conosciamo oggi. L’otorinolaringoiatra americano William Fitzgerald, nel 1902, sperimentò per la prima volta su alcuni pazienti le conseguenze benefiche della pressione su determinate zone del corpo umano. In particolare, i suoi esperimenti si focalizzarono sui piedi, che sono ricchi di terminazioni nervose.

Riflessologia del piede

Sulla pianta dei piedi, infatti, si trovano punti sensibili alla pressione che rimandano direttamente ad altri organi del corpo. Fitzgerald può quindi essere considerato, a tutti gli effetti, il fautore della moderna riflessologia plantare. Secondo tale disciplina la struttura corporea dell’uomo può essere paragonata alla sagoma di un albero, il cui tronco è la colonna vertebrale, la radici sono fornite dai piedi e le foglie rappresentano il volto. Le estremità dei piedi sono importanti perché reggono l’intera struttura e quindi è necessario che siano il più possibile stabili e sani.

Principi fondamentali della Riflessologia plantare

La disciplina della Riflessologia plantare si basa su alcuni principi che bisogna conoscere e applicare.

  • Unità: ogni organo è capace di riflettere l’intero organismo. In particolare, ci sono parti del corpo (mani, piedi, orecchie e viso) in cui si concentra un gran numero di terminazioni nervose in grado di riflettere tutti gli organi del corpo;
  • Riflesso: ogni risposta del corpo è la conseguenza di uno stimolo che, partendo da un punto specifico presente sulla mano o sul piede, arriva al cervello oppure al midollo spinale. Da qui poi lo stimolo viene diretto ad un organo, muscolo o ghiandola;
  • Mappa: elaborata per la prima volta da Fitzgerald, in seguito ogni scuola ha realizzato una mappa con proprie caratteristiche ed elementi differenti rispetto all’originale. Comunque, tutte concordano sui punti fondamentali e la visione dei piedi in generale;
  • Osservazione: ogni paziente deve essere valutato attentamente in base al modo di camminare e muoversi, quindi in base alla sua postura. Il terapista presta attenzione soprattutto ai piedi, ne guarderà la forma, la posizione ed eventualmente le tensioni presenti;
  • Zone del corpo: per Fitzgerald il corpo è formato da tre zone orizzontali e 10 zone verticali. In base a tale divisione ha individuato i relativi punti riflessi.

Questi principi fondamentali furono inoltre studiati e approfonditi dalla fisioterapista Eunice Ingham, che realizzò una mappa dettagliata delle zone riflesse che possono essere localizzate sui piedi.

Riflessologia plantare: i punti dei piedi con l'indicazione delle corrispondenze degli organi e delle varie zone del corpo umano
Riflessologia plantare: i punti dei piedi con l’indicazione delle corrispondenze degli organi e delle varie zone del corpo umano

In cosa consiste la terapia riflessologica

Il terapista esperto in Riflessologia plantare divide in genere la seduta in tre momenti.

  1. Nel primo individua i punti dolenti e identifica le parti che devono essere sottoposte al trattamento.
  2. Successivamente effettua un trattamento che mira a riequilibrare i diversi organi.
  3. Infine esegue un trattamento più mirato e personalizzato sui punti che riflettono un maggior disequilibrio degli organi.

Il ciclo completo di riflessologia plantare prevede 10-12 sedute, ognuna delle quali dura all’incirca 45 minuti. Il terapista riflessologo esercita la pressione con il pollice, con il quale può sia premere che frizionare a seconda delle esigenze del paziente.

Anche se la pressione deve essere energica non deve mai provocare eccessivo fastidio o dolore nel paziente. Le sedute di riflessologia vanno evitate se sono in corso infiammazioni o nel caso in cui il soggetto che vi si sottopone ha la febbre. Non vi è alcuna controindicazione nel sottoporre i bambini alle sedute, anche se queste avranno una durata inferiore a quelle degli adulti.

I benefici della Riflessologia plantare

La riflessologia plantare è un rimedio naturale adatto a tutti. Esistono controindicazioni ai trattamenti solo in alcuni casi particolari: gravidanza (i primi tre mesi di gestazione), infezioni con presenza di febbre alta, malattie cutanee contagiose localizzate ai piedi, utilizzo di psicofarmaci o medicinali ansiolitici, predisposizione alla trombosi.

Massaggio ai piedi

I benefici di questa terapia sono molteplici, vediamo qualche esempio pratico.

Sottoporsi ai trattamenti di riflessologia plantare in caso di disturbi dell’apparato digerente può rivelarsi utile: stitichezza cronica, colite, gastrite. Altrettanto efficaci i risultati in caso di dolori articolari e muscolari come sciatica, mal di schiena, lombalgia, cervicale.

La riflessologia plantare si è rivelata un ottimo rimedio anche in caso di mal di testa, nevralgie, labirintite, ma anche caduta dei capelli, dimagrimento, ritenzione idrica, cellulite.

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Ognuno di noi può provare su se stesso i benefici di questa terapia, praticando un auto massaggio giornaliero, soprattutto quando i piedi sono doloranti in alcuni punti in particolare.
Si tratta di un segnale da “leggere”, in quanto l’organismo ci sta comunicando che non si trova in uno stato di equilibrio e benessere. La riflessologia plantare è una terapia alternativa che non prevede alcun effetto collaterale e non richiede l’utilizzo di alcun farmaco.

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Omeopatia: curarsi con le erbe https://cultura.biografieonline.it/rimedi-naturali-omeopatia/ https://cultura.biografieonline.it/rimedi-naturali-omeopatia/#comments Fri, 04 Jul 2014 16:45:45 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11437 L’omeopatia è un metodo terapeutico basato sul principio di similitudine, che consiste nel curare una determinata malattia tramite agenti (sostanze) capaci di indurre, in una persona sana, sintomi simili a quelli della malattia che si vuole combattere. È una pratica che fa parte della cosiddetta “medicina alternativa”, insieme alla fitoterapia, alla cromoterapia e alla cristalloterapia; è anche utilizzata come “medicina complementare” alla medicina convenzionale.

Omeopatia
L’omeopatia è un metodo terapeutico basato sul principio di similitudine ed è una pratica che fa parte della cosiddetta “medicina alternativa”

Come agisce il rimedio omeopatico

Somministrando sostanze simili all’agente che produce una determinata malattia, si stimola la reazione immunitaria che fortifica le difese dell’organismo, favorendo così la guarigione. Le sostanze sono utilizzate a dosi infinitesimali, ovvero estremamente diluite. I rimedi omeopatici vengono solitamente venduti in “tubi granuli” e “dose globuli”. I granuli si assumono lasciando disciogliere, sotto la lingua, il numero di granuli prescritti dal medico omeopata. I globuli, analogamente ai granuli, vanno lasciati disciogliere sotto la lingua, ma il contenuto della confezione deve essere utilizzato come una dose unica ed assunto tutto in una volta.

Origine dell’omeopatia

L’omeopatia è nata dai principi formulati agli inizi del XIX secolo dal medico tedesco Samuel Hahnemann, che gettò le basi del principio della Legge di Similitudine, ovvero “il simile cura il simile”. Durante gli anni dei suoi studi, condusse esperimenti, anche su se stesso, lesse testi antichi e del Medioevo, raccolse informazioni utili che confermarono le sue ipotesi. Coniò così il termine omeopatia, dal greco “omoios”, simile, e “pathos”, sofferenza: un metodo terapeutico fondato sul presupposto che per poter rimuovere disturbi e malesseri bisogna ricercare quei rimedi che normalmente provocano la stessa malattia.

Anche il medico gallese Edward Bach, noto in tutto il mondo per la terapia di sua invenzione denominata “Fiori di Bach“, venne a conoscenza del pensiero di Samuel Hahnemann. Unendo le sue scoperte con quelle di Hahnemann, Bach trovò dei vaccini omeopatici chiamati in seguito “I sette nosodi di Bach”.

Globuli omeopatia
I rimedi omeopatici vengono solitamente venduti in “tubi granuli” e “dose globuli”

Definizione di omeopatia

L’omeopatia si definisce quindi come un metodo di pratica medica che mira a migliorare il livello di salute di un organismo attraverso la somministrazione di medicinali sperimentati, potentizzati e selezionati individualmente secondo la Legge di Similitudine. Le sostanze utilizzate per l’omeopatia sono sperimentate, poiché farmacologicamente testate su soggetti umani sani per far insorgere i sintomi che, raccolti su un gran numero di soggetti, costituiscono il “quadro del rimedio”. Le sostanze sono inoltre potentizzate, ovvero diluite progressivamente, in fasi successive; contemporaneamente alla diluizione, le sostanze vengono sottoposte a energici scuotimenti (succussioni) o triturate. Questa procedura permette di aumentare il potere terapeutico di una sostanza medicinale.

La Legge di Similitudine (Similia similibus curentur) sulla quale è basata l’omeopatia sostiene che una sostanza capace di provocare determinati sintomi in una persona sana, è dotata di un agente curativo in grado di guarire un soggetto malato che presenta gli stessi sintomi.

Sostanze usate in omeopatia

Per la preparazione dei medicinali omeopatici, si attinge da ciò che la natura ci offre: le sostanze utilizzate provengono infatti sia dal regno vegetale, che da quello animale e minerale. Non solo erbe, quindi, vengono usate per la preparazione di rimedi omeopatici.

Esempio di rimedio omeopatico

La puntura d’ape provoca dolore, gonfiore, bruciore, arrossamento e calore nel punto leso. Per attenuare tutti questi sintomi, l’omeopatia suggerisce l’assunzione per via orale, o l’applicazione sulla zona della puntura, di una preparazione a base di veleno d’ape estremamente diluita.

Puntura d'ape
Per attenuare i sintomi della puntura d’ape, l’omeopatia suggerisce l’utilizzo di una preparazione a base di veleno d’ape estremamente diluita

L’omeopatia, facendo parte dei cosiddetti rimedi naturali, può essere abbinata alla medicina convenzionale, ma è buona norma attenersi sempre ai consigli del proprio medico.

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La cristalloterapia: come curarsi con le pietre https://cultura.biografieonline.it/rimedi-naturali-cristalloterapia/ https://cultura.biografieonline.it/rimedi-naturali-cristalloterapia/#comments Fri, 04 Apr 2014 09:09:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10297 La cristalloterapia è un antico metodo terapeutico che mira a rimuovere disturbi e malesseri e a mantenere il benessere fisico, mentale e spirituale attraverso l’impiego di minerali, cristalli e pietre. È una pratica che fa parte della cosiddetta “medicina alternativa”, insieme alla fitoterapia, alla cromoterapia e all’omeopatia, e si basa sul presupposto che pietre, cristalli e minerali sarebbero dotati di un campo energetico in grado di riequilibrare ed armonizzare ogni essere vivente. La cristalloterapia è quindi utilizzata per raggiungere un ottimale equilibrio energetico che favorisce una buona salute.

Cristalloterapia: curarsi con le pietre
La cristalloterapia è utilizzata per raggiungere un ottimale equilibrio energetico che favorisce una buona salute

Origini della cristalloterapia

Già in epoca antica, le pietre erano considerate terapeutiche: Romani, Egizi ed Ebrei erano soliti portarle addosso per curare svariati disturbi. Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis historia” esalta le virtù terapeutiche delle gemme. Per i medici del Medioevo e del Rinascimento, questo metodo rientrava nella normale pratica terapeutica. Il medico, filosofo e alchimista Paracelso (1493-154), preparava rimedi basandosi sulle proprietà curative delle pietre, che venivano portate al collo incastonate su collane, o al dito incastonate in anelli, posate o strofinate sulle parti del corpo doloranti o malate, ridotte in polvere e poste sulle ferite, sciolte nel vino, nel miele o messe a bagnomaria per alcuni giorni per poi ottenere l’acqua impregnata dell’energia del minerale. Va ricordato che alcune metodiche potevano esporre a rischi di intossicazione, poiché all’epoca venivano messe in pratica senza essere a conoscenza della tossicità delle pietre disciolte nel liquido.

Era inoltre opinione diffusa che le pietre fossero in stretto rapporto con i pianeti e per questo si usava farle cuocere per poi farle riposare ai raggi del Sole o della Luna. Secondo Aristotele, le pietre erano generate dalle radiazioni dei corpi celesti e perciò dotate di proprietà terapeutiche.

Occhio di tigre
L’occhio di tigre è una varietà di quarzo utilizzata in cristalloterapia: i suoi riflessi richiamano il colore degli occhi della tigre

Metodi della cristalloterapia moderna

L’utilizzo terapeutico delle pietre si sviluppa attraverso vari metodi di applicazione: il contatto, che consiste nel mettere a contatto la pietra con la parte del corpo da curare o strofinandola sulla parte; l’amuleto, ovvero portare con sé la pietra, in tasca, come ciondolo o braccialetto; la meditazione, che consiste nel concentrarsi sul disturbo che si vuole curare, con la pietra indosso o in mano; oppure è possibile disporre le pietre nell’ambiente in cui si vive. Le pietre ed i cristalli utilizzati per la cristalloterapia sono molteplici, alcuni di essi sono: acquamarina, agata, onice, ambra, ametista, calcedonio, diaspro, ematite, giada, smeraldo, topazio, turchese, zaffiro, quarzo, occhio di tigre, avventurina, rubino, sodalite, malachite, opale, paesina, amazzonite, calcite, corniola, ossidiana, tormalina.

L’energia

Ogni corpo fisico, essendo composto da atomi e molecole, contiene energia che è emanata sotto forma di calore, colore e movimento. L’energia collega il corpo con l’ambiente esterno in uno scambio reciproco ed è proprio grazie all’interazione tra l’energia delle pietre e quella umana è possibile ristabilire l’equilibrio energetico che favorisce la guarigione da disturbi fisici, mentali, emotivi e spirituali.

L’assimilazione dell’energia dei cristalli avviene attraverso i maggiori centri energetici dell’uomo, chiamati i Sette Chakra. I Chakra sono centri energetici ed ognuno di essi governa un aspetto specifico del nostro essere. I cristalli e le pietre, posti su uno dei 7 Chakra, agiscono riequilibrando l’energia che stimola i processi di cura naturali.

7 Chakra
La posizione dei sette Chakra nel corpo umano

La cristalloterapia, facendo parte dei cosiddetti rimedi naturali, può essere abbinata alla medicina convenzionale, ma è buona norma attenersi sempre ai consigli del proprio medico.

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La fitoterapia: curarsi con le piante https://cultura.biografieonline.it/rimedi-naturali-fitoterapia/ https://cultura.biografieonline.it/rimedi-naturali-fitoterapia/#comments Tue, 25 Feb 2014 23:22:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9874 Il termine fitoterapia deriva dal greco phytón, pianta, e therapéia, cura. Alla parola phytón è attribuito anche il significato di creatura e essere, poiché la radice deriva dal verbo phyto, ovvero generare e anche essere generati. Quindi la parola pianta viene legata al processo della fertilità, della creazione e della generazione, i cui frutti portano alla nascita di nuove creature, nuovi esseri.

Questa premessa ci fa comprendere come la fitoterapia oggi sia a volte intesa soltanto come pratica basata sull’utilizzo farmacologico delle piante medicinali, senza invece considerare il profondo concetto che racchiude in sé. La fitoterapia studia le proprietà curative delle piante, le indicazioni terapeutiche, le eventuali controindicazioni, la posologia e le vie di somministrazione. Il termine fitoterapia compare per la prima volta nel 1927, in un trattato del medico francese Henri Leclerc (1870-1955).

Fitoterapia
La fitoterapia è la scienza che tratta la prevenzione e la cura delle malattie attraverso l’uso delle piante medicinali e dei loro estratti 

Medicina convenzionale e medicina alternativa

La fitoterapia è la scienza che tratta la prevenzione e la cura delle malattie attraverso l’uso delle piante medicinali e dei loro estratti. E’ inoltre indicata per il mantenimento del benessere psico-fisico e, come l’omeopatia, la cristalloterapia e la cromoterapia, riveste il ruolo di “medicina alternativa”, oppure “medicina complementare” alla medicina convenzionale di natura allopatica. Quest’ultima, a differenza della medicina alternativa, si basa sul principio contraria contrariis curantur, risalente a Ippocrate di Coo (460-377 a.C.), che il creatore dell’omeopatia Samuel Hahnemann attribuì quale fondamento della medicina convenzionale, nella quale la malattia deve essere curata con un’azione terapeutica ad essa contraria, che miri a contrastarne i sintomi.

Origini della fitoterapia

Le piante hanno rappresentato nel corso dei millenni la prima fonte di cura per svariati disturbi e malattie. E’ quindi una pratica che affonda le radici in un passato molto remoto: si pensi che la Mummia del Similaun, conosciuta anche come Ötzi, vissuta di più di 5.000 anni fa, portava con sé alcuni polipori di betulla, cioè funghi con proprietà emostatiche ed antibiotiche. Le prime testimonianze scritte che riguardano le piante medicinali risalgono al 2800 a.C. in Cina, dove il primo erbario cinese dell’imperatore Shen Nung, il Pen Tsao, citava circa 300 piante con le relative preparazioni. Utilizzavano molte erbe medicinali anche Sumeri ed Egizi: questi ultimi, nel Papiro di Ebers, redatto nel 1550 a.C., riportavano l’utilizzo di 700 tipi di piante, classificate in base alla loro azione.

Papiro di Ebers
Il Papiro di Ebers, redatto nel 1550 a.C

Dall’Egitto, lo studio e l’utilizzo delle piante medicinali giunse in Grecia, dove Ippocrate di Coo (460-377 a.C.) ne classificò per la prima volta 300 specie, contenute nel Corpus Hippocraticum (una raccolta di opere che trattano vari temi tra cui la medicina). La medicina greca si diffuse successivamente in tutto il bacino del Mediterraneo, giungendo così alla medicina romana. Nel I secolo d.C. Pedano Dioscoride, medico, botanico e farmacista greco, a Roma, nel suo De materia medica, catalogò oltre 600 piante medicinali. Nel II secolo d.C. il medico Galeno, approfondì e sviluppò le conoscenze ippocratiche. Nel Medioevo, erano i monaci che, dediti alla coltivazione delle piante medicinali, custodivano e tramandavano gli insegnamenti di questa scienza per perpetuare le loro conoscenze.

Teoria della segnatura

Intorno al 1500 si sviluppò la teoria della segnatura che si basava sul simbolismo delle diverse erbe medicinali. Secondo tale teoria, le azioni terapeutiche delle erbe possono essere individuate per analogia morfologica tra la pianta e la malattia da curare; ogni pianta esprime le sue proprietà terapeutiche attraverso la sua somiglianza con la parte malata, per forma, colore o aspetto. Per esempio, la celidonia era usata per la cura delle malattie del fegato e delle vie biliari poiché il suo succo giallo è simile alla bile; la sanguinaria era utilizzata per curare le affezioni ematiche perché il suo succo rosso ricordava il sangue.

Il vero teorico della segnatura fu il medico, filosofo e alchimista Paracelso (1493-1541), che formulò la teoria delle segnature sul presupposto dell’esistenza di una “Legge di Simpatia”, cioè di attrazione delle cose affini, non soltanto nella sostanza, ma anche nella forma poiché, come lui sosteneva: “Il simile appartiene al simile”.

Sanguinaria canadensis L.
La sanguinaria era utilizzata per curare le affezioni ematiche perché il suo succo rosso ricordava il sangue

Con Linneo (1707-1778), medico e botanico svedese, la classificazione delle piante fece grandi progressi, poiché classificò le specie esistenti indicando regole precise per la coltivazione e la raccolta delle erbe medicinali.

Il Conte di Cagliostro (1743-1795), taumaturgo ed alchimista, “amico dell’Umanità”, si avvalse delle proprietà benefiche delle piante, elaborate dalla tradizione degli antichi Egizi, Sumeri e altri popoli orientali, per alleviare le sofferenze degli ammalati e compiere prodigiose guarigioni, poiché, come da lui affermato, la sua conoscenza risiedeva “in verbis, herbis et lapìdibus”, cioè nella parola, nelle erbe e nei minerali.

in verbis, herbis et lapìdibus
“in verbis, herbis et lapìdibus”: la conoscenza di Cagliostro risiedeva nella parola, nelle erbe e nei minerali

Preparazioni fitoterapiche

Esistono varie preparazioni fitoterapiche, tutte ottenute da parti vegetali, sia fresche che essiccate, attraverso l’estrazione del principio attivo della pianta o delle sue parti (foglie, fiori, radici, corteccia, frutto, semi). Il fitocomplesso della pianta medicinale è l’insieme di tutte le sostanze dotate di attività terapeutica e medicamentosa, ovvero i principi attivi estratti dalla pianta.

Tra le preparazioni fitoterapiche più comuni troviamo: la tintura madre (T.M.), o estratto idroalcolico, è una preparazione liquida ottenuta mediante l’estrazione del principio attivo della pianta fresca, o parti di essa, attraverso l’alcol; le tisane invece, sono preparazioni in cui l’acqua è il veicolo utilizzato per l’estrazione dei principi attivi dalla pianta essiccata; gli oleoliti sono preparazioni nelle quali è l’olio il solvente necessario per estrarre i principi attivi delle piante, fresche o essiccate; le polveri sono ottenute a partire da piante essiccate e sottoposte ad un processo di polverizzazione; gli oli essenziali, o essenze, sono ottenuti tramite distillazione in corrente di vapore, oppure per spremitura della pianta fresca o essiccata; gli sciroppi si ottengono facendo bollire un infuso o un macerato con lo zucchero.

Il termine erboristeria indica l’antica arte che permette di identificare, coltivare, raccogliere e conservare le piante medicinali a scopi terapeutici, ma anche cosmetici e nutritivi.

Fitoterapia
La fitoterapia appartiene ad una sapienza antica e sperimentata nei secoli

L’utilizzo terapeutico delle piante ha rappresentato nel corso dei millenni la prima fonte di cura per svariati disturbi. E’ infatti una pratica presente sia nelle antiche metodiche basate sull’empirismo, l’indirizzo filosofico che pone nell’esperienza la fonte della conoscenza, sia nella moderna biomedicina. La fitoterapia può essere abbinata alla medicina convenzionale, ma è buona norma attenersi sempre ai consigli del proprio medico poiché sono possibili interferenze con l’assorbimento dei farmaci assunti. La fitoterapia quindi, oltre che dell’erborista, è anche competenza del medico.

La fitoterapia appartiene ad una sapienza antica e sperimentata nei secoli: le piante e le erbe sono rimedi naturali creati ancor prima della nascita dell’uomo. Come disse Paracelso: “Nella natura tutto il mondo è una farmacia che non possiede neppure un tetto”.

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