Religioni Archivi - Cultura https://cultura.biografieonline.it/argomento/religioni/ Canale del sito Biografieonline.it Tue, 23 Apr 2024 07:32:52 +0000 it-IT hourly 1 San Giorgio nella Legenda Aurea https://cultura.biografieonline.it/legenda-aurea-san-giorgio/ https://cultura.biografieonline.it/legenda-aurea-san-giorgio/#comments Tue, 23 Apr 2024 07:22:57 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18321 La storia della vita di San Giorgio è ricca di leggende. Una delle leggende più celebri che lo riguardano compare nella cosiddetta Legenda Aurea.

La Legenda Aurea (spesso italianizzata per assonanza in Leggenda Aurea – con due g) è una raccolta di biografie agiografiche (vite dei santi) risalente al Medio Evo.

Fu composta in latino dal frate domenicano e vescovo di Genova, Jacopo da Varazze.

Nella Legenda Aurea un capitolo è dedicato proprio a San Giorgio: da questa leggenda nacque il mito di Giorgio e numerosi ordini cavallereschi a lui ispirati.

Legenda Aurea: San Giorgio e il Drago - Paolo Uccello
San Giorgio e il Drago (nella Legenda Aurea): dipinto di Paolo Uccello • 1456, olio su tela, 57×73 cm, National Gallery di Londra

La legenda aurea e San Giorgio

Si racconta che in una città della Libia di nome Selem vi fosse uno stagno di grandi dimensioni in cui si nascondeva un drago. La creatura, con il suo fiato, era in grado di uccidere chiunque.

Per placare la sua ira e sopravvivere, gli abitanti del posto erano soliti offrirgli due pecore ogni giorno. Ben presto però i capi di bestiame iniziarono a diventare pochi. Così il popolo decise che l’offerta quotidiana dovesse essere composta da una pecora e un giovane estratto a sorte.

La principessa Silene

Un giorno, a essere estratta fu la principessa Silene, la giovane figlia del re. Egli, spaventato, offrì a metà del regno il proprio patrimonio: il popolo, tuttavia, non accettò lo scambio, visto che già tanti giovani erano periti per colpa del drago.

Nonostante diversi tentativi e numerose trattative che si erano protratte per giorni e giorni, alla fine il monarca fu costretto a cedere. Così Silene si avviò verso lo stagno.

Silene, Giorgio e il drago

Mentre procedeva incontro al suo infausto destino Silene si imbatté in Giorgio. Il giovane cavaliere, venuto a sapere del sacrificio che di lì a poco si sarebbe compiuto, promise alla ragazza, tranquillizzandola, che sarebbe intervenuto per farla scampare alla morte.

Disse quindi alla principessa di avvolgere al collo del drago la sua cintura, senza timore.

In effetti, così facendo la fanciulla riuscì a convincere la bestia a seguirla verso la città.

La popolazione fu sorpresa nell’osservare il drago così vicino, ma ci pensò Giorgio a infondere loro fiducia, riferendo che era stato Dio a mandarlo ivi per sconfiggere l’ira del drago.

Il mostro sarebbe stato ucciso solo se gli abitanti avessero abbracciato il cristianesimo e si fossero fatti battezzare.

Così avvenne: la popolazione si convertì, e anche il re. Il cavaliere Giorgio uccise il drago, il quale fu trascinato da otto buoi e portato fuori dalla città.

San Giorgio II
San Giorgio II: anche in quest’opera di Kandinsky viene celebrato il mito di San Giorgio che uccise il drago

Simbolo della lotta tra bene e male

Questa leggenda nacque all’epoca delle Crociate, derivante con tutta probabilità da un’immagine trovata a Costantinopoli che ritraeva l’imperatore cristiano Costantino intento a schiacciare un drago enorme con il piede.

In epoca medioevale, poi, la lotta di San Giorgio contro il drago (e quindi la Leggenda Aurea) è stata scelta come simbolo della lotta tra il bene e il male. Ecco perché il culto del santo è cresciuto non solo in Occidente, ma anche nell’Oriente bizantino, dove compare con la definizione di “tropeoforo“, cioè “il vittorioso”, “il trionfatore”.

Oggigiorno sono numerosi gli Ordini cavallereschi che portano il nome di San Giorgio, dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio all’Ordine Teutonico; dall’Ordine della Giarrettiera all’Ordine Militare di Calatrava.

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Chiesa anglicana: breve storia e riassunto https://cultura.biografieonline.it/breve-storia-della-chiesa-anglicana/ https://cultura.biografieonline.it/breve-storia-della-chiesa-anglicana/#comments Sat, 15 Jan 2022 07:22:30 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2153 La Chiesa anglicana indica, con nome latino, la Chiesa d’Inghilterra dopo la separazione dalla chiesa cattolica, avvenuta nel Cinquecento sotto il re Enrico VIII.

Lo scisma

Il monarca arriva allo scisma inizialmente per motivi personali: chiede al papa l’annullamento del suo matrimonio con Caterina d’Aragona, ottenendo ovviamente un rifiuto. Così decide di ricorrere a un’autorità inglese, l’arcivescovo di Canterbury, per mettere fine alle sue nozze e soprattutto risposarsi con Anne Boleyn (Anna Bolena).

Chiesa di Inghilterra
Chiesa Anglicana

Questa situazione trova nel Paese terreno abbastanza fertile, perché circa 50 anni prima John Wycliffe, riformatore religioso, dimostra la sua opposizione a Roma e al potere del Papa e degli ecclesiastici. Enrico VIII raccoglie quindi quest’eredità nella campagna antipapale e stila l’atto di successione, per annullare il suo matrimonio, e quello di supremazia nel quale dichiara il Re (e quindi si auto-elegge) “il capo supremo in terra della Chiesa d’Inghilterra”.

Il processo di trasformazione

Da un punto di vista organizzativo, vengono aboliti i monasteri e, invece, la Bibbia è diffusa in volgare, affinché sia comprensibile al popolo.  Non sono toccate le dottrine cattoliche nella loro natura.

Questo processo di trasformazione della chiesa d’Inghilterra dura tutto il regno di Enrico VIII e alla sua morte, nel 1547, la metà dell’episcopato inglese è filo protestante, grazie anche alla diffusione dell’Istituzione cristiana, opera riformatrice di Giovanni Calvino, secondo cui i cristiani hanno un’unica fonte di fede: la Sacra Scrittura.

Durante il regno di Edoardo VI (1547-53), monarca di orientamento filo calvinista, la Chiesa Anglicana continua la sua trasformazione e l’arcivescovo di Canterbury Cranmer, con l’aiuto di Thomas Ridley vescovo di Londra, elabora 42 Articoli di fede anglicana. Ma questa evoluzione della dottrina ha una battuta d’arresto con la morte del Re, succeduto da Maria I Tudor nel 1553.

Enrico VIII Hans Holbein
Enrico VIII (ritratto da Hans Holbein)

La Sanguinaria, questo il soprannome dato a Maria dai suoi nemici, è estremamente cattolica e cerca – inutilmente –  una riconciliazione con Roma.

Maria I Tudor, detta La Sanguinaria
Maria I Tudor, detta La Sanguinaria

L’anglicanesimo è riaffermato nel Paese da Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, grazie alla collaborazione dell’arcivescovo Parker. In questa fase gli inglesi imparano a conoscere la teologia anglicana e la Bibbia, dando al Regno una connotazione religiosa forte e davvero sentita.

Elisabetta I Tudor
Elisabetta I Tudor

I fondamenti

Sono del 1563 i 39 articoli che costituiscono le fondamenta della confessione di fede dalla Chiesa anglicana; essi nascono dalla rielaborazione dei 42 articoli pubblicati dieci anni prima sotto Edoardo VI.

All’interno della Chiesa, ovviamente, ci sono tante correnti eterogenee, perché la sua caratteristica è proprio quella di essere pluralista, ovvero di accogliere e far convivere tendenze diverse.

In questo periodo storico si delineano due macro divisioni, anche di carattere politico:

  1. quella dell’Alta Chiesa (tradizionalistica e filo cattolica);
  2. e la Bassa Chiesa (protestante).

I contrasti tra queste due correnti sono molto forti dopo il Regno di Elisabetta e, per trovare di nuovo il giusto equilibrio, il Regno Unito deve attendere il trono a Guglielmo III d’Orange (1689-1702), che determina l’affermazione della confessione riformata.

La chiesa anglicana oggi

Oggi la chiesa anglicana ha due province ecclesiastiche:

  1. quella principale, a Canterbury;
  2. e poi c’è quella di York.

Il Sovrano inglese svolge le funzioni di governatore della Chiesa e il Papa non ha alcun potere.

Dall’11 novembre 1992, la Chiesa ammette il sacerdozio femminile; solo in Inghilterra, raccoglie oltre 25 mila fedeli, rappresentando la comunità anglicana più grande.

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San Martino di Tours https://cultura.biografieonline.it/san-martino-di-tours/ https://cultura.biografieonline.it/san-martino-di-tours/#comments Thu, 11 Nov 2021 05:34:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6218 San Martino è considerato il protettore dei mendicanti, dell’Esercito e della Fanteria. Venerato come Santo nella Chiesa copta, ortodossa e cattolica, Martino di Tours nasce nel 316 o 317 nel territorio corrispondente all’odierna Ungheria. Le notizie circa la sua vita risalgono agli scritti dei discepoli Venanzio Fortunato e Sulpicio Severo.

San Martino di Tours
San Martino di Tours

Vita e storia di San Martino di Tours

Il padre, ufficiale dell’esercito, lo chiama Martino in onore della divinità della guerra, Marte. A Pavia, dove trascorre l’infanzia, il giovane si avvicina al Cristianesimo. A quindici anni è costretto ad arruolarsi anche lui nell’esercito, in quanto figlio di un ufficiale. Lascia quindi la sua famiglia e raggiunge la Gallia.

Proprio durante la sua esperienza di soldato, Martino viene colpito da una visione che gli cambia la vita nel profondo.

Nei dintorni della città di Amiens, il militare incontra un povero mendicante ricoperto di stracci. Dispiaciuto per lo stato in cui si trova l’uomo, taglia in due il mantello e condivide la metà con lui. Durante la notte Gesù appare in sogno a Martino e gli restituisce la metà del mantello che ha donato al mendicante. Gesù dice agli angeli che sono con lui: “Questo è Martino, il soldato che mi ha rivestito”. Al suo risveglio, Martino si accorge che il mantello è perfettamente integro. La visione e il miracolo del mantello spingono Martino, che è già catecumeno, a battezzarsi e diventare cristiano.

La vita religiosa

Dopo aver lasciato l’esercito, si impegna a combattere l’eresia ariana e per questo motivo subisce umiliazioni e viene cacciato sia dalla Francia, che dalla città di Milano. Fuggito sull’isola Gallinara, nei dintorni di Savona, trascorre un lungo periodo di solitudine e poi diventa monaco. Nel 371 Martino viene nominato Vescovo di Tours, una cittadina della Franca, e da questo momento in poi comincia la sua missione di “pastore” per evangelizzare la gente più umile, soprattutto gli agricoltori che abitano nelle campagne.

Nella cittadina francese di Tours, Martino fonda anche un monastero, chiamato “Marmoutier”. San Martino muore a Candes-Saint-Martin l’8 novembre del 397.

La Chiesa cattolica festeggia questo Santo l’11 novembre, che è il giorno in cui è stato sepolto.

A Tours sorge una bellissima basilica in suo onore, che attira pellegrini da tutto il mondo.

Martino di Tours
Martino di Tours

Tradizioni

  • Nei paesi austriaci e in Germania il giorno in cui si festeggia San Martino, l’11 novembre, si organizza la tradizionale “processione delle lanterne” cui partecipano soprattutto i bambini con inni e canti dedicati al Santo.
  • In Italia, invece, in molti paesi si celebrano feste popolari dedicate a San Martino, a cui la tradizione lega un aspetto meteorologico del periodo, la cosiddetta “estate di San Martino” che si colloca nei primi giorni di Novembre.
  • Nella zona di Venezia è consuetudine preparare per il giorno di San Martino un dolce tipico di pasta frolla che raffigura il Santo sul suo cavallo, decorato con glassa di zucchero e ricoperto con caramelle e confetti.
  • In altre zone dell’Italia, soprattutto quelle più agricole, la data dell’11 novembre si associa alla maturazione del vino nuovo, per cui questa è un’occasione per assaggiare del buon vinello insieme alle caldarroste.
  • La festa di San Martino è molto sentita nella tradizione popolare, mentre dal punto di vista religioso lo è soltanto nei luoghi in cui è Patrono.
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Persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano, imperatore romano https://cultura.biografieonline.it/diocleziano-persecuzione-dei-cristiani/ https://cultura.biografieonline.it/diocleziano-persecuzione-dei-cristiani/#comments Tue, 12 Mar 2019 14:40:21 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26108 Quella che si consumò durante l’impero di Diocleziano, fra il 284 e il 305 d.C., fu la più grave persecuzione dei cristiani di tutta la storia dell’Impero romano. Furono ridotti e poi revocati i diritti legali dei cristiani attraverso quattro editti; il persecutore più accanito fu l’imperatore romano Gaio Aurelio Valerio Diocleziano.

Persecuzione dei cristiani
La persecuzione dei cristiani rappresentata in un quadro del pittore polacco Henryk Siemiradzki: Le torce di Nerone (1877) rappresenta una delle prime persecuzioni contro i Cristiani, al tempo dell’imperatore Nerone

Prima di Diocleziano

Nei primi due secoli dopo Cristo, la comunità cristiana fu vista come una società segreta e illegale.

Una società con obiettivi rivoluzionari che metteva insieme maghi e cannibali.

Questo profilo causò in prima battuta ostilità di ordine popolare. Ci furono azioni sporadiche e non violente.

I cristiani furono visti come minatori dei costumi tradizionali e delle feste pubbliche di matrice romana.

Mentre i cristiani si allontanarono dalle cariche pubbliche, le famiglie si lacerarono dall’interno per il fiorire dell’interesse verso il culto del Cristo.

Nel terzo secolo la persecuzione divenne attiva. Il cristianesimo, intanto, inizialmente attecchitosi nei ceti più bassi, iniziò a diffondersi in tutte le classi sociali.

Le persecuzioni dei cristiani

Nel 202 d.C., l’imperatore Settimio Severo (in carica dal 193 al 211 d.C.) emise un editto che vietò la conversione a Cristianesimo e Ebraismo. Massimino il Trace, imperatore dal 235 al 238 d.C., perseguitò i leader cristiani. Decio, imperatore dal 249 al 251 d.C., proseguì l’operazione anticristiana: i sudditi dovevano dimostrare di non essere cristiani e offrire un sacrificio agli dei; i dirigenti della Chiesa sarebbero stati arrestati, processati e giustiziati.

L’imperatore Valeriano, a seguire, emise un nuovo editto persecutorio che indicava esilio e condanna alle miniere come punizione nei confronti dei cristiani. Nel 258 d.C., sempre Valeriano divulgò un secondo editto che introdusse la pena di morte contro questa comunità religiosa.

Il vento mutò con il figlio Galeno che dal 260 al 300 d.C. rese possibile la cosiddetta “piccola pace della Chiesa”: ci furono 40 anni di libertà per i cristiani fino all’impero di Diocleziano. Il precedente imperatore Aureliano, infatti, catalizzò il tema sul culto di se stesso.

Diocleziano: l’escalation dell’odio

Diocleziano fu incoronato imperatore al termine del novembre del 284 d.C. A differenza di Aureliano non scelse di promuovere il culto di se stesso, ma tornò a riferirsi a quello del Pantheon e degli dei pagani. Egli, in particolare, si associò a Giove, capo del Pantheon stesso, e in un primo momento si dimostrò tollerante verso i cristiani.

La storiografia romana individua nella figura del co-imperatore Galerio il motore che accese e alimentò il successivo odio di Diocleziano verso i cristiani. Galerio infatti fu un fervente anticristiano e pagano, figlio di una sacerdotessa panteista sotto l’imperatore Decio.

Mentre nell’anno 302 ad Antiochia, nell’odierna Turchia, venne arrestato e in seguito giustiziato il diacono Romano, Diocleziano vietò ai cristiani le cariche amministrative e militari allo scopo di placare gli dei.

Quando l’oracolo di Apollo confermò l’esistenza del “male sulla Terra”, fu nei cristiani che si individuò questo male. Quindi, partì la persecuzione universale.

La persecuzione universale dei cristiani in 4 editti

I editto

Il primo editto fu emanato nel febbraio del 303. La norma: muoveva contro le proprietà e gli esponenti religiosi; imponeva la distruzione delle scritture cristiane, dei libri liturgici e dei luoghi di culto; proibiva i raduni; vietava il diritto di petizioni ai tribunali. Contestualmente, senatori, equites, decurioni, veterani e soldati furono privati dei loro ranghi e i liberti furono tramutati in schiavi.

Sebbene Diocleziano invitò all’azione “senza spargimento di sangue”, nelle province, vicine e lontane a Roma, si consumarono violente persecuzioni.

II editto

Il secondo editto, dell’estate del 303, impose l’arresto e la detenzione dei vescovi e sacerdoti. Lo storico Eusebio racconta di carceri piene al punto da dover liberare i criminali comuni.

III editto

Il terzo editto fu diffuso dal 20 novembre 303. Si definì l’amnistia generale. Ogni sacerdote, cioè, sarebbe stato liberato se avesse accettato di compiere un sacrificio agli dei.

Questo atto non ebbe valenza simbolica: condusse la strategia di creare una popolazione di rinneganti il cristianesimo, per paura, dolore e stenti nelle carceri, e così dividere la comunità.

IV editto

L’ultimo atto divenne pubblico all’inizio del 304 d.C. I cristiani furono obbligati a radunarsi e compiere un sacrificio comune. Sarebbero stati giustiziati in caso di rifiuto.

La persecuzione si protrasse fino alle dimissioni di Diocleziano nel 305. Fu interrotta definitivamente con l’Editto di Milano con cui Costantino, nel 313 d.C., diede libertà di culto a tutti i cittadini, inclusi i cristiani. Ognuno potè venerare le proprie divinità.

Si stima che le persecuzioni causarono la morte di circa 3.500 cittadini romani e non. Moltissimi altri furono – negli anni di Diocleziano e non solo – perseguitati, torturati e detenuti.

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Cattolici e protestanti: differenze https://cultura.biografieonline.it/cattolici-protestanti-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/cattolici-protestanti-differenze/#comments Fri, 30 Mar 2018 10:03:21 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24545 Quando parliamo di religioni, e di confronto tra religioni, c’è spesso molta confusione in testa, nonostante si senta spesso citare alcuni termini che – gira e rigira -rimangono in mente, senza tuttavia conoscerne veramente le differenze. Brevemente, il cristianesimo, oggigiorno è la religione più diffusa al mondo, raggruppa diverse chiese e confessioni, talvolta molto diverse tra loro e addirittura in reciproca polemica. Le tre divisioni principali della cristianità sono la chiesa cattolica, la chiesa ortodossa e il protestantesimo[fonte: Wikipedia] In questo articolo ci soffermeremo sulle differenze tra religione cattolica e protestantesimo, quindi tra cattolici e protestanti: i due gruppi presentano notevoli divergenze riguardanti alcune tematiche come l’autorità delle scritture, l’autorità del papa, le opere di bene per la propria salvezza ed infine le rispettive visioni sul purgatorio.

La Bibbia - Storia e riassunto

Cattolici

I cattolici, pur riconoscendo la Bibbia, non credono che quest’ultima sia l’unica fonte di rivelazione di Dio al popolo, ma considerano anche la tradizione sacra cattolico-romana come elemento vincolante. I cattolici ritengono che il papa sia una figura determinante perché è il vicario di Cristo in terra e i suoi insegnamenti sono utili per tutti i cristiani; solo lui ha la capacità di parlare “ex cathedra” (con autorità sulle questioni di fede e di pratica).

I fedeli cattolici inoltre differiscono dai protestanti in quanto credono che, per essere salvato, il cristiano debba confidare nella fede, e debba praticare delle “opere meritorie”. Parlando di cattolicesimo, dobbiamo anche tenere conto dei sette sacramenti che sono:

  • battesimo;
  • confermazione;
  • eucaristia;
  • penitenza;
  • unzione degli infermi;
  • ordine sacro;
  • matrimonio.

Questi costituiscono i fondamenti della dottrina cattolica. I cattolici considerano il purgatorio come una sorta di luogo dove espiare le proprie colpe (considerate veniali) prima di giungere a migliore vita. Ne è un celebre e storico esempio la figura del Purgatorio di Dante.

Protestanti

La religione protestante (o protestantesimo) deriva storicamente dalla predicazione di alcuni riformatori: fra i più importanti vi sono Martin Lutero (che sviluppò 95 tesi), Huldrych Zwingli, e Giovanni Calvino. I protestanti pensano che la Bibbia sia l’unica fonte della rivelazione speciale di Dio all’umanità; solo questo strumento è considerato il criterio mediante cui dev’essere misurato tutto il credo.

Martin Lutero
Martin Lutero

I fedeli protestanti riconoscono soltanto la figura di Dio e non quella del papa. Solo Cristo è il capo della chiesa e nessun essere umano è infallibile. Il potere e l’autorità spirituali non possono essere nelle mani di un unico uomo, ma solo nella parola di Dio. I protestanti credono che tutti i credenti siano giustificati da Cristo in quanto le loro colpe sono state espiate da Cristo sulla croce. Inoltre secondo il protestantesimo non vi è alcun purgatorio, quindi quando “passeranno a miglior vita”, le uniche possibilità saranno quelle del paradiso o dell’inferno.

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Perché si dice fare l’avvocato del diavolo https://cultura.biografieonline.it/fare-avvocato-del-diavolo/ https://cultura.biografieonline.it/fare-avvocato-del-diavolo/#comments Thu, 23 Mar 2017 12:37:42 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21871 In passato esisteva una figura, prevista nel diritto canonico, che metteva in discussione la santità di un candidato. Questa figura era l’avvocato del diavolo. Comunemente si usa dire che “fa l’avvocato del diavolo” (dal latino “advocatus diaboli”) colui che avanza qualsiasi obiezione possibile pur di demolire un progetto, un’affermazione o una tesi condivisa da altri.

Avvocato del diavolo - Canonizzazione dei santi
Canonizzazione dei santi: foto della cerimonia del 17 maggio 2016. Canonizzazione di due suore palestinesi, Marie Alphonsine Ghattas e Mariam Bawardy.

Questo modo di dire, abbastanza diffuso, ha un’origine precisa. In passato esisteva la figura di un ecclesiastico che veniva chiamato “promotore della fede” (dal latino: promoter dei) che aveva un compito. Quello di intervenire nelle cause di canonizzazione della Chiesa per trovare ostacoli affinché il candidato venisse eletto come santo. L’obiettivo era quello di eliminare qualsiasi dubbio circa l’effettivo diritto del Santo eletto, ad essere effettivamente considerato come tale.

 

La figura dell’advocatus diaboli è stata istituita da Papa Sisto V nel 1587. Pare che servisse proprio ad evitare che la Chiesa eleggesse troppo facilmente nuovi Santi e beati. E’ stata poi eliminata nel 1983 da Papa Giovanni Paolo II, che ha relegato la funzione del “promoter dei” a semplice redattore della relazione finale della causa (la “positio”).

Non è un caso che, durante il suo Pontificato ed anche dopo, i numero dei Santi eletti dalla Chiesa cattolica siano notevolmente aumentati. Papa Giovanni Paolo II ha riorganizzato il processo delle cause per la canonizzazione di Santi e Beati, coinvolgendo maggiormente i vescovi nell’attività preliminare di indagine.

Papa Giovanni Paolo II
Papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla. Egli stesso è stato canonizzato da Papa Francesco il 27 aprile 2014

Come avviene la canonizzazione

Per decidere chi è in grado di ricevere l’appellativo di “Santo” la Chiesa Cattolica si avvale delle regole stabilite dal diritto canonico. Per evitare abusi e compromessi, la Chiesa, dopo il Concilio di Trento del 1545, ha fissato norme ben precise su questo argomento. Andando oltre quello che è scritto nell’antico codice canonico.

Il ministero che si occupa delle “cause dei Santi” ha la sede nei pressi di Piazza San Pietro in Vaticano. Funziona proprio come un tribunale ed è formato da una congregazione. I requisiti per procedere nella causa di canonizzazione sono specifici. Per la candidatura alla santità è necessario che:

  • il candidato sia morto;
  • il candidato abbia compiuto in vita un miracolo;
  • vi sia qualcuno che abbia richiesto l’apertura del processo;
  • il Vescovo locale accolga positivamente l’istanza.

Il processo

La prima parte del processo (istruttoria) si svolge dove il candidato Santo ha vissuto ed operato. Si raccolcgono testimonianze e documenti per ricostruire gli avvenimenti della sua vita. Il processo si svolge secondo lo schema tradizionale. Da una parte vi è l’avvocato difensore (che prende il nome di “postulatore”, dato che è lui che deve dimostrare la santità del candidato), dall’altra l’avvocato che rappresenta “la pubblica accusa”.

Generalmente si tratta di due sacerdoti, di cui il secondo (appunto quello che in passato era denominato “avvocato del diavolo”) fa parte della congregazione.

Prima della santità, i candidati devono “salire” altri tre gradini. Devono ottenere prima il riconoscimento di “servo di Dio”, poi “venerabile” e infine, finalmente, diventare ufficialmente “Santo“.

La Congregazione che si occupa delle cause dei Santi si avvale dell’operato di circa trenta funzionari esperti in diversi argomenti come medicina, storia e teologia.

Il senso moderno dell’affermazione

Fare l’avvocato del diavolo è un atteggiamento che, a differenza di quello che in genere si pensa, può essere produttivo soprattutto in campo professionale. Immaginate che, nel corso di una riunione per discutere di una progettazione di gruppo, emergano posizioni contrastanti rispetto al lavoro svolto. Spesso succede che vi sia qualcuno che, senza accorgersene, riveste il ruolo di “avvocato del diavolo”. Questi fa rivedere alcune cose che gli altri hanno dato per scontato o di cui non si sono accorti. Insomma, la figura dell’avvocato del diavolo non ha sempre un’accezione negativa, ma va adattata al singolo caso concreto.

Diversa cosa è il bel film del 1997 “L’avvocato del diavolo“, con Keanu Reeves che interpreta un avvocato di successo alle dipendenze di Al Pacino, il quale invece interpreta… il diavolo.

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La Bibbia https://cultura.biografieonline.it/bibbia-storia/ https://cultura.biografieonline.it/bibbia-storia/#comments Fri, 23 Oct 2015 15:25:13 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15441 Il testo di riferimento per le religioni monoteiste ebraica e cristiana è da sempre la Bibbia, libro che negli ultimi cinquant’anni risulta essere il più venduto e letto con una tiratura che raggiunge quasi i 4 miliardi di copie. Diversamente dalla Bibbia ebraica, la Bibbia Cristiana è suddivisa in due parti: l’Antico Testamento, che comprende quarantasei libri, i cui testi sono stati redatti prima del “ministero” di Gesù (tranne Sapienza) e il Nuovo Testamento (o Nuova Alleanza), che narra in modo minuzioso l’avvento del Messia.

La Bibbia - Storia e riassunto
La Bibbia

Nell’Antico Testamento viene narrata la storia di un popolo, quello ebraico. Alcuni libri narrano della storia del popolo, dei suoi padri, Re e profeti. Ci sono anche testi appartenenti all’epoca ellenistica, prima della nascita di Gesù. Il Nuovo Testamento, invece, è composto dai quattro Vangeli, dagli Atti degli Apostoli, dalle lettere dell’apostolo Paolo, dalle Lettere Cattoliche e dall’Apocalisse, per un totale di ventisette scritti.

Nel Nuovo Testamento viene descritto in modo minuzioso la venuta del Messia. Il suo nome era Gesù. Egli è il Dio incarnato e la Sua venuta è l’evento principale che ha influenzato la storia del mondo. Nel testo, si raccontano le sue gesta, le profezie che si sono avverate, si narra della sua morte per salvarci dal peccato originale e della sua resurrezione. La Bibbia è dunque caratterizzata da libri differenti per origine, genere, composizione, lingua e datazione, scritti in un periodo di tempo molto lungo. Nella Bibbia, troviamo testi poetici, come i Salmi e l’Ecclesiaste, di profezia, come Isaia e Apocalisse, le biografie, come Matteo e Giovanni, le epistole (lettere formali), come ad esempio Tito e Ebrei, testi contenenti leggi, come il Levitico e Deuteronomio e, in ultimo, libri storici, come Ezra e Atti.

Nella prima parte della Bibbia viene narrata la creazione da parte di Dio del creato e degli uomini che tuttavia si sono ribellati alla Sua volontà cadendo in tentazione. L’uomo e la donna conoscono il peccato, chiamato nei sacri testi “peccato originale” e Dio li caccia dal paradiso terrestre, da qui la storia di Adamo ed Eva e dei loro figli Caino e Abele. In seguito, viene messa in luce la figura chiave di Abramo. Dio ha promesso ad Abramo, al figlio Isacco e a suo nipote Giacobbe (anche chiamato Israele), che avrebbe di nuovo riportato il mondo alla situazione originaria attraverso la nascita di un loro discendente che espierà le colpe del “peccato originale”. Seguono poi le concitate pagine in cui si narra del diluvio universale e della storia di Noè che costruisce l’arca.

Continuando nell’analisi del testo troviamo la storia di Mosè con la conseguente e fondamentale apparizione delle tavole della legge (i dieci comandamenti) che gli vennero dettate da Dio, mentre Mosè portava il popolo ebraico attraverso un’interminabile viaggio nel deserto che lo porterà verso la “terra promessa”. In seguito, si parla dei regni di Davide e di suo figlio Salomone, che nel suo periodo divenne uno dei più grandi e potenti del mondo allora conosciuto. Dio promise a Davide e Salomone che un loro discendente avrebbe regnato come Re per sempre. La discendenza di Davide porterà poi fino alla figura di Gesù. Dopo il regno di Salomone, il popolo ebraico visse un periodo di estrema difficoltà. L’Antico Testamento si chiude con Gerusalemme, la città più importante di allora, che viene ricostruita intorno al 444 a.C. e con il ritorno del popolo ebraico che ricomincia a risplendere dopo varie peripezie sostenute.

Il Nuovo Testamento, invece, descrive in modo minuzioso la nascita e la vita del “Messia”, ovvero il Salvatore, Gesù Cristo. Che viene alla luce da due dei più importanti personaggi del testo, Giuseppe e Maria, grazie all’incedere dello Spirito Santo. Gesù era il discendente che Dio aveva promesso ad Abramo e a Davide, nato per compiere il piano di Dio e con il suo sacrificio, riscattare l’umanità per la colpa commessa nel “peccato originale”. Vengono così narrati in modo minuzioso gli insegnamenti di Gesù, il suo rapporto con gli Apostoli e tutte le vicissitudini che nel tempo coinvolgono Gesù e i suoi profeti. In seguito, il testo si occupa del racconto del tradimento di Giuda e della crocifissione di Cristo.

Continuando nell’analisi del libro sacro, troviamo a questo punto la descrizione della morte di Gesù e della sua conseguente resurrezione che lo porta all’ascesa al cielo al fianco del Padre (Dio). Il sacrificio della sua vita terrena compensa quella mal vissuta dal primo uomo, Adamo, che era caduto nel baratro del peccato. Dopo la morte di Gesù e la sua resurrezione, i discepoli andarono in tutto il mondo allora conosciuto a divulgare gli insegnamenti e la parola di Gesù all’intera umanità per avvisarla che la salvezza eterna era possibile. Viaggiarono in Asia Minore, Grecia e in tutto l’Impero Romano.

Il Nuovo Testamento si conclude con il ritorno di Gesù che si presenta per giudicare il mondo e per liberarci dal “peccato originale”. Alla fine dei tempi, quando avverrà il Giudizio Universale, Dio si prodigherà nel ristabilire le condizioni originali del Creato, esistenti prima del peccato originale e annullerà il male e la morte. Il Nuovo Testamento o, per meglio dire, il secondo volume della Bibbia, si chiude con la tanto profetizzata Apocalisse, che viene descritta ed illustrata seguendo il messaggio universale del figlio di Dio, Gesù Cristo e della sua Fede.

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L’arte buddhista https://cultura.biografieonline.it/buddha-arte-buddhista/ https://cultura.biografieonline.it/buddha-arte-buddhista/#respond Wed, 21 Jan 2015 18:27:54 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12842 L’arte buddhista nasce intorno al 600 a. C. Lo scopo era la diffusione della storia e dell’insegnamento del Buddha, maestro spirituale del buddhismo, religione che si diffuse dall’India settentrionale in tutta l’Asia centrale e orientale.

Arte buddhista - Maitreya - arte di Mathura - II secolo
Il bodhisattva (letteralmente l’Essere illuminato) Maitreya tiene sulla sua gamba sinistra un’ampolla (kalaśa) che racchiude l’amṛta (il nettare dell’immortalità simbolo del Nirvāṇa). Arte di Mathura (India), II secolo.

L’arte buddhista: breve storia

Nei primi secoli, gli artisti raccontarono la vita del Buddha senza rappresentarlo in forma umana, ma richiamandolo con una simbologia misterica: un fiore, un’impronta o uno spazio vuoto. Inoltre, lo studio delle opere avrebbe dovuto, attraverso la comprensione della simbologia in esse racchiusa, portare all’illuminazione dei fedeli.

L’arte buddhista aveva infatti lo scopo, come l’arte sacra in generale, di indottrinare i fedeli sulla storia che rappresentava e nella maggior parte delle opere veniva rappresentata la vita del Buddha. Ma non solo. L’arte aveva anche il compito di sviluppare e stimolare l’attenzione dei fedeli verso un percorso spirituale che avrebbe dovuto portarli ad una maggiore consapevolezza degli insegnamenti del Buddha.

Buddha

Verso la fine del I secolo d. C. vennero realizzate le prime opere in cui il Buddha veniva raffigurato come un uomo. Gli artisti del tempo presero spunto dall’arte greca e dalla scultura e pittura di epoca romana. Infatti, il Buddha veniva spesso raffigurato come un dio greco e con acconciature e fattezze mediterranee. In seguito, ci furono delle differenze interpretative nel modo di raffigurare il Buddha. Ad esempio, nell’India settentrionale vennero create opere in cui il Buddha, benché fosse sempre circondato dalla simbologia tradizionale, appariva pervaso dalla serenità e veniva raffigurato nella posizione del loto con le mani giunte e gli occhi verso il basso. L’abito era una toga che circondava il corpo e la spalla sinistra. Nell’India meridionale, invece, il Buddha veniva raffigurato con un atteggiamento più serioso e la toga copriva la spalla destra.

Simbologia dell’arte buddhista

La simbologia utilizzata dagli artisti manteneva sempre alcuni punti di riferimento, in modo tale che lo spettatore potesse ritrovare, in tutte le opere, alcuni aspetti che ne contraddistinguevano lo scopo. I simboli che venivano ripetuti erano gli occhi, i quali emanavano uno sguardo di serenità e saggezza, il fiore di loto, che ricordava il percorso spirituale che ogni fedele doveva intraprendere per raggiungere l’illuminazione, la svastica che rappresentava il benessere e il parasole che spesso veniva utilizzato, prima che venisse introdotta la figura umana del Buddha, come una sorta di protezione dalla sfortuna e da tutto ciò che impedisce di arrivare all’illuminazione e che è fonte di distrazione per la meditazione.

La simbologia comune alle opere buddhiste non si limitava alla raffigurazione ma venivano utilizzati anche alcuni colori, che simbolicamente dovevano rappresentare per i fedeli un significato univoco. Il bianco, ad esempio, rappresenta la conoscenza, il blu la profonda saggezza meditativa e il verde la forza e l’energia spirituale e fisica.

Buddha

Un altro canone abbastanza comune nell’arte buddhista era la rappresentazione dei Bodhisattva, esseri illuminati che cercavano di diventare come Buddha e che pertanto dedicavano la loro vita alla ricerca dell’illuminazione attraverso l’altruismo e la meditazione. Venivano rappresentati come giovani belli e appagati, il cui volto esprimeva serenità e beatitudine.

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Differenza tra Papa e Pontefice https://cultura.biografieonline.it/papa-pontefice-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/papa-pontefice-differenze/#comments Thu, 03 Jul 2014 13:29:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11384 Molto spesso nel linguaggio comune vengono utilizzati i termini Papa e Pontefice. Pur essendo sinonimi, i due termini presentano però delle etimologie differenti e spesso vengono usati in modo inappropriato

Papa e Pontefice: Papa Benedetto XVI con Papa Francesco
Il Papa emerito Benedetto XVI (a sinistra) con Papa Francesco (a destra), in un incontro del 2013

Il Papa

Con il termine Papa, si indica la più alta autorità religiosa riconosciuta nella religione cattolica. La parola deriva dal greco “padre”. Secondo il diritto canonico, il Papa è il vescovo della diocesi di Roma, capo del Collegio dei Cardinali, primate d’Italia, vicario di Cristo e Pastore in terra della Chiesa Universale ed infine sovrano assoluto dello Stato della Città del Vaticano.

Il conclave

Il Papa è nominato grazie al conclave, ossia l’insieme di tutti i cardinali riuniti a Roma che votano il futuro Papa nella Cappella Sistina a porte rigorosamente chiuse. Se la votazione del conclave ha un esito positivo, la notizia viene comunicata a tutto il mondo bruciando le schede e gli appunti in un’apposita stufa, con un additivo che rende il fumo di colore bianco. Al contrario, in caso di stallo, si aggiunge nella stufa un additivo che rende il fumo di colore nero ed è fumata nera. A quel punto il conclave si riunisce. Il Papa assume il ruolo incontrastato di guida ed è un chiaro punto di riferimento per i cattolici di tutto il mondo.

Il Pontefice

Il nome Pontefice, invece, deriva dal termine latino Pontifex, che significa edificatore di ponti, utilizzato dai Romani per indicare una persona che ricopre un importante ruolo religioso, un sacerdote.

L’origine del nome prende spunto dal fatto che in epoca antica, in Tessaglia, le immagini degli dèi da venerare venivano poste sopra il ponte sul fiume Peneus; da qui proverrebbe il nome dei sacerdoti preposti al culto. In ambiente latino arcaico, è invece considerato il collegamento tra i pontefici ed i ponti: il primo ponte di Roma, il Sublicius, era infatti stato restaurato grazie al collegio pontificale.

Nell’antico Testamento è considerato quindi il primo sacerdote. Nell’antica Roma, invece, il Pontefice assumeva il ruolo di membro dell’alto collegio sacerdotale che aveva il compito di vigilare sul culto pubblico e privato, nonché di interpretare le tradizioni giuridiche e religiose che regolavano la vita della città. A capo di tutti i sacerdoti (ovvero pontefici), spicca in assoluto la figura del Pontefice massimo.

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Perché i papi cambiano nome? https://cultura.biografieonline.it/nomi-papi/ https://cultura.biografieonline.it/nomi-papi/#comments Mon, 17 Mar 2014 11:58:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10073 Secondo un’antica tradizione i papi sono soliti cambiare nome. Questa usanza risale ai tempi di origine del pontificato, proprio quando Gesù decise di cambiare il nome dell’apostolo Simone in Pietro, primo papa della storia. Tuttavia, all’inizio della storia dei pontificati, questa usanza nacque perché alcuni papi consideravano i loro nomi d’origine poco adatti alla suprema carica che ricoprivano. Il primo di tutti fu Mercurio, che scelse di chiamarsi Giovanni II quando fu eletto papa, nel 533, perché aveva il nome che ricordava un dio pagano.

papi e nomi dei papi
L’incontro tra due papi: Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI) incontra Jorge Mario Bergoglio (Papa Francesco).

Dall’anno mille in poi diversi papi considerarono i loro nomi di origine inadatti per ricoprire la carica e dopo Pietro Buccaporca, papa nel 1009, che per rispetto verso San Pietro, fondatore della Chiesa, cambiò il suo nome in Sergio IV, l’usanza di non usare il proprio nome nativo rimase.

Il nuovo nome solitamente viene scelto in base a motivi personali, che possono essere tra i più vari, come l’ammirazione per un papa precedente, per segnare la continuità con il pontefice prima di lui, per ricordare un santo a cui è devoto o per ricordare una chiesa dove nel sacerdozio il nuovo pontefice ha spesso celebrato.

I nomi più frequenti che sono stati scelti dai pontefici sono: Giovanni (23), Gregorio (16), Benedetto (16), Clemente (14), Innocenzo (13), Leone (13) e Pio (12). Così il nuovo pontefice di oggi, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, religioso gesuita, ha deciso di optare per il nome di “Francesco”, fondatore dell’ordine dei francescani. La scelta del Pontefice di tale nome si basa essenzialmente su tre motivi: una maggiore attenzione sul tema caldo della povertà, sul tema della semplicità ed il desiderio di migliorare le relazioni in tutto il mondo per costruire una vera via di pace.

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