Persone Archivi - Cultura https://cultura.biografieonline.it/argomento/persone/ Canale del sito Biografieonline.it Mon, 16 Dec 2024 13:36:44 +0000 it-IT hourly 1 Come fare il salto da operatività a strategia: la guida di Cristian Andreatini https://cultura.biografieonline.it/cristian-andreatini-intervista-operativita-strategia/ https://cultura.biografieonline.it/cristian-andreatini-intervista-operativita-strategia/#respond Mon, 16 Dec 2024 13:35:15 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42500 Cristian Andreatini dirige un’azienda che rivoluziona il modo di fare impresa, specializzata in coaching, consulenza e formazione nell’ambito dell’organizzazione e della gestione aziendale. La sua azienda affianca chi vuole migliorare l’efficienza aziendale, liberarsi dall’operatività quotidiana e assumere pienamente il ruolo di imprenditore, gestendo l’azienda con visione e chiarezza. Scegliere la sua azienda e il suo percorso significa vedere il mondo dell’impresa con occhi nuovi, trovare soluzioni pratiche, crescere come professionista e imprenditore e creare l’azienda desiderata. Visitando il suo sito cristianandreatini.it potrai lasciarti ispirare da un mix di coaching, consulenza e formazione che può rivoluzionare anche la tua realtà!

Cristian Andreatini - dna imprenditoriale
Cristian Andreatini – dna imprenditoriale

Cosa ti ha avvicinato al mondo del coaching aziendale? Hai avuto un modello o un mentore che ti ha ispirato?

E’ stato il risultato di un lungo viaggio, nato dalla mia esperienza personale e dall’osservazione quotidiana delle sfide che gli imprenditori affrontano ogni giorno. Mi sono sempre interessato all’organizzazione e al miglioramento continuo, e nel tempo ho capito che faceva parte del mio percorso. Più che un modello, è stata l’idea stessa di poter fare la differenza per le piccole realtà aziendali a ispirarmi. Volevo creare un’azienda che fosse il punto di riferimento per chi vuole crescere nel ruolo dell’imprenditore, togliersi dall’operatività e fare veramente l’imprenditore, occupandosi della gestione aziendale.

Molti vedono il business coaching come un metodo aleatorio, ma tu sottolinei spesso che questo è il metodo che fa la differenza.

Il business coaching è una vera e propria strategia di crescita e trasformazione imprenditoriale. Spesso mi viene chiesto quale sia la differenza tra coaching e consulenza, e voglio chiarire che sono due mestieri distinti. Fare solo consulenza significa entrare in azienda, prendere in mano le varie problematiche e risolverle al posto del cliente. Diciamo che la consulenza pura non è parte del mio metodo è un approccio che fine a se stessa non mi interessa né fare né proporre.

Il mio metodo, invece, è costruito su un principio fondamentale: supportare, affiancare e allenare il cliente per renderlo autonomo e capace di affrontare le sfide imprenditoriali. Non mi limito a offrire soluzioni, è un percorso che facciamo insieme affinché il cliente diventi abile e consapevole nel gestire il proprio ruolo e di conseguenza la propria azienda. Questo approccio gli permette di risolvere i problemi attuali e di costruire una sua consapevolezza per scalare, crescere e fare la differenza nel tempo. Naturalmente, ci sono momenti in cui entra in gioco la consulenza o la formazione per colmare lacune tecniche, essendo imprenditori ed essendo stati manager e dirigenti conosciamo a fondo la materia. L’obiettivo finale è che il cliente non dipenda dalla mia azienda, ma che acquisisca le competenze necessarie per guidare la sua azienda in autonomia.

Mi piace spiegare questo concetto con una frase bellissima che riassume perfettamente il mio approccio: “Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.” Nel mio lavoro, per fare riferimento a questa frase, affianco i clienti affinché imparino a pescare, perché il vero imprenditore è colui che sa camminare con le proprie gambe e prendere decisioni strategiche con consapevolezza, per poi insegnare questo processo alle sue persone di fiducia. Questa è la differenza che rende il business coaching uno strumento davvero potente.

Hai lavorato con tante realtà. C’è una storia o un progetto specifico che ti ha lasciato un segno particolare?

Ci sono tanti progetti che porto nel cuore, ma uno in particolare mi ha lasciato un segno profondo. Ho lavorato con un imprenditore che, pur avendo costruito una bella azienda, era completamente intrappolato nell’operatività quotidiana. Ogni giorno era immerso nella gestione di piccoli problemi, dalla supervisione delle consegne alla risoluzione di questioni tecniche, senza mai riuscire a dedicarsi alla visione strategica della sua attività.

Quando ci siamo incontrati, la prima cosa che mi ha detto è che che si sentiva esaurito e frustrato, incapace di fare il passo successivo per scalare l’azienda. La sua più grande difficoltà era delegare, aveva la convinzione che nessuno potesse fare le cose bene quanto lui. Questo lo teneva incatenato a compiti che lo allontanavano dal ruolo di imprenditore.

Ha iniziato un percorso con la mia azienda dove il cliente ha capito cosa fare, come farlo e, soprattutto, perché fosse necessario cambiare approccio. Nel giro di qualche mese, questo imprenditore è riuscito a creare procedure, a delegare responsabilità chiave e a impostare un sistema che gli permettesse di concentrarsi su ciò che conta davvero per la sua azienda.

Questo progetto mi ha colpito perché incarna perfettamente il senso del mio lavoro, non risolvere i problemi per il cliente, ma renderlo capace di affrontarli e superarli in autonomia. Ogni imprenditore ha dentro di sé il potenziale per fare la differenza, e il nostro compito è affiancarlo per farlo emergere, scoprirlo e metterlo in pratica.

Mi interessa conoscere meglio il tuo metodo di lavoro. Quando entri in contatto con un nuovo cliente, qual è il tuo primo passo? Come sviluppi una strategia su misura per ogni realtà aziendale?

Il mio primo passo è sempre quello di ascoltare. Il nostro metodo è improntato in primis nell’ascoltare e capire il cliente, la sua storia, le sue sfide e i suoi obiettivi. Non esistono soluzioni preconfezionate perché ogni azienda è unica così come l’imprenditore e le persone che la compongono. Si parte da un’analisi aziendale approfondita della situazione attuale per identificare punti di forza e aree di miglioramento. Solo dopo aver compreso appieno il contesto viene sviluppata una strategia personalizzata che rispecchi le priorità aziendali e i valori del cliente. Ogni passo del percorso è pensato per essere concretamente applicabile, con l’obiettivo di ottenere risultati.

Nel campo della consulenza aziendale, ogni cliente è diverso, ma ci sono alcune problematiche comuni che incontri più spesso? Quali sono e come le affronti?

Ci sono alcune sfide che ricorrono spesso, come la gestione del tempo, le difficoltà di comunicazione con il personale, la mancanza di un piano strategico chiaro per il futuro e la gestione delle relazioni con i fornitori e i clienti. Questi problemi sono spesso sintomi di una struttura organizzativa inefficace o di un approccio alla leadership che ha bisogno di essere rivisto. Per affrontarli, si parte dall’organizzazione interna, aiutando il cliente a identificare priorità e processi chiave. Con un approccio strutturato e una visione chiara degli obiettivi, l’imprenditore viene accompagnato verso una gestione più efficace e strutturata della sua attività.

Parlando di leadership, un tema che sembri molto apprezzare, cosa diresti che rende un leader davvero efficace? Come aiuti i tuoi clienti a sviluppare questa qualità?

Un leader è colui che riesce a influenzare e guidare il proprio team senza imporre, ma ispirando e costruendo una visione condivisa. La leadership non è solo un ruolo, ma un insieme di competenze e comportamenti che permettono di coinvolgere e motivare le persone verso obiettivi comuni. Con tutta l’esperienza acquisita negli anni e affrontando in prima persona tutte queste sfide, accompagniamo i clienti in un percorso di scoperta e crescita personale, aiutandoli a comprendere come la loro comunicazione, intelligenza emotiva e capacità relazionali influenzano se stessi e le persone che sono al loro fianco. Insieme esploriamo situazioni reali, identifichiamo aree di miglioramento e lavoriamo per sviluppare la capacità di mettersi nei panni degli altri, di ascoltare attivamente e di comunicare con trasparenza.

Attraverso un mix di coaching e formazione pratica, li aiutiamo a creare un ambiente di lavoro positivo, dove il team si sente valorizzato e motivato. L’obiettivo non è solo quello di migliorare le performance del leader, ma anche di costruire un team coinvolto e autonomo, capace di affrontare sfide e raggiungere risultati straordinari. Per noi, un leader guida e allo stesso tempo ispira gli altri a diventare leader a loro volta.

Guardando al futuro, hai degli obiettivi personali o professionali che vorresti realizzare nei prossimi anni?

Assolutamente sì. Il mio obiettivo più grande è creare un’azienda dove professionisti che, nel tempo, hanno ricoperto ruoli manageriali e dirigenziali, possano mettere a disposizione la loro esperienza reale. Voglio costruire un team di persone che abbiano vissuto sulla propria pelle tutto ciò che accade in una realtà aziendale, perché solo così si può davvero entrare in contatto diretto con imprenditori, manager e dirigenti, comprendendo a fondo esigenze e sfide. È proprio per questo che funziona perfettamente un mix calibrato di coaching, consulenza e formazione, modellato sulle necessità specifiche del cliente.

Voglio raggiungere sempre più imprenditori e artigiani che desiderano trasformare il loro modo di fare business. Mi piacerebbe anche scrivere le mie esperienze e riflessioni su questo lavoro, per offrire una guida pratica e motivazionale a chi affronta le sfide dell’organizzazione e gestione aziendale. E, soprattutto, voglio continuare a crescere e imparare, perché credo che solo un coach in continua evoluzione possa veramente aiutare i propri clienti a fare altrettanto.

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Massimo Salomoni: dalla pubblicità a Maria Gaetana Agnesi https://cultura.biografieonline.it/massimo-salomoni-intervista/ https://cultura.biografieonline.it/massimo-salomoni-intervista/#respond Thu, 05 Sep 2024 18:10:39 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42344 Massimo Salomoni, brianzolo d’origine e attivo da sempre a Milano, lavora dal 1988 nel mondo della comunicazione. Ha pubblicato libri sull’uso strategico dei social media, materia che insegna allo IED di Milano e che è oggetto della sua newsletter settimanale “Love+Death+Social”.

Maria Gaetana Agnesi – L’avversiera, edito da Morellini Editore nella collana Femminile Singolare, è il suo primo romanzo: ne abbiamo parlato con lui in questa intervista. 

Maria Gaetana Agnesi - L'avversiera: la copertina del libro di Massimo Salomoni
Maria Gaetana Agnesi – L’avversiera: la copertina del libro di Massimo Salomoni

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Nel libro si racconta l’incontro fa Maria Gaetana Agnesi, brillante filosofa e matematica, e Giuseppe Parini, abate riluttante e poeta ormai al tramonto, formano una coppia sorprendente.

Negli ultimi mesi del Settecento, e anche delle loro vite, Agnesi invita Parini nella sua residenza di campagna a Montevecchia, con l’intento di collaborare alla stesura di un’ultima opera che dovrebbe unire l’abilità analitica della matematica alla forza narrativa della letteratura.

Il racconto si snoda tra le difficoltà di scrivere l’opera e le memorie della vita milanese del XVIII secolo, dove si incrociano i salotti dell’aristocrazia e le strade del popolo. Personaggi illustri come Mozart, Cagliostro, Maria Teresa d’Austria e Ugo Foscolo riaffiorano nei loro ricordi.

“L’Avversiera” offre uno sguardo intimo sulla vita di una donna straordinaria, dedita tanto alla carità quanto alla matematica, ma che, ironicamente, viene ricordata soprattutto per una curva matematica chiamata “strega” o “avversiera”.

Massimo Salomoni
Massimo Salomoni, autore del libro • Photo credit: Andrea Cereda

Che cosa ti ha portato dalla pubblicità e dai social al settecento lombardo, dedicandoti a una figura come quella della matematica Maria Gaetana Agnesi?

L’incontro con Maria Gaetana Agnesi è nato proprio grazie alla pubblicità. Anni fa, per pura coincidenza, ho girato uno spot proprio a Villa Agnesi: arroccata sulla collina di Montevecchia, con la grande biblioteca e gli affreschi settecenteschi alle pareti, questa casa di grande fascino sembrava contenere ancora l’atmosfera dei vecchi salotti milanesi in cui la proprietaria si esibiva fin da bambina. Il fatto che poi, dopo aver pubblicato ad appena trent’anni un libro importante come “Istituzioni Analitiche a uso della gioventù italiana”, abbia deciso di ritirarsi dalla scena pubblica per dedicarsi alla carità, diventando la prima donna a dirigere il reparto femminile del neonato Pio Albergo Trivulzio mi ha fatto pensare, per contrasto, alla figura di quello che nel libro è il suo antagonista: Giuseppe Parini. 

Un altro brianzolo: com’è che si sono incontrati?

Il loro incontro non è documentato, ma è molto più che probabile e non solo per il fatto che Milano all’epoca aveva più o meno centocinquantamila abitanti, ma perché entrambi facevano parte dello stesso circolo di intellettuali legati all’illuminismo cattolico, l’Accademia dei Trasformati. E soprattutto perché Palazzo Agnesi, dove Maria Gaetana fin da bambina dava sfoggio della sua grande intelligenza di fronte a un pubblico proveniente da tutta Europa, era nella stessa via Pantano in cui abitava Giuseppe Parini, nella casa di quella zia che per mantenerlo agli studi lo ha costretto ad abbracciare la carriera ecclesiastica, quando lui avrebbe desiderato abbracciare ben altro, cosa che poi ha fatto con discreto successo se si pensano alle numerose amanti anche famose che ha avuto. 

Perché hai scelto di raccontare la storia di un libro mai scritto come quello che progettano i due protagonisti?

Semplicemente perché quel libro mai scritto è, a mio parere, uno dei problemi fondamentali della nostra cultura: la separazione così netta fra il sapere scientifico e quello umanistico è alla base ancora oggi di tantissime incomprensioni. Il linguaggio tecnico e rigoroso della scienza fa ancora fatica a penetrare nella mente delle persone comuni, mentre quello della letteratura è in grado di coinvolgere emotivamente creando miti che possono anche essere falsi e fuorvianti. Entrambi i protagonisti, ognuno a modo suo, sono poi uomini di fede, e a trovano a confrontarsi su come la scienza possa conciliarsi con la religione. È qui che faccio dire all’Agnesi la frase che l’editore ha scelto per il retro di copertina: se la nostra

conoscenza dovesse essere basata solamente sulle sensazioni individuali, non mi stupirei che alcuni tornassero a credere che la terra non sia una sfera.

Nel libro è descritta con una certa vivacità anche la vita della città di Milano nel settecento: quali sono le figure più importanti che regalano i loro camei nel corso della narrazione?

Uno cui sono molto affezionato è Mozart, che ancora bambino aveva musicato un testo del Parini per le nozze dell’Arciduca e che aveva diviso il teatro con la sorella musicista dell’Agnesi, Maria Teresa. C’è Domenico barbaja, all’epoca ancora un giovanissimo e intaprendente barista famoso per aver creato la Barbajada in cui mescolava caffè, panna e cioccolato ma che sarebbe diventato il più famoso impresario del teatro musicale ottocentesco. Ci sono le donne amate dal Parini: nobildonne milanesi, cantanti d’opera, ballerine. E poi Maria Teresa d’Austria, Pietro Verri, Ugo Foscolo e perfino Cagliostro. 

Che ruolo pensi possa avere una figura come quella di Maria Gaetana Agnesi nella cultura contemporanea?

Un ruolo assolutamente da riscoprire, quello di una donna che ha dedicato la prima parte della sua vita a dimostrare, come dice nella sua prima opera pubblicata a nove anni e ripete nel mio libro “quanto avversa alla verità è l’opinione di quanti insistono di quanti insistono che lo studio delle arti liberali sia del tutto inadatto alle donne”. Una frase che ne fa la capostipite delle moderne donne scienziate, in un’epoca che dedica sempre più attenzione all’impegno e al talento femminile nelle discipline scientifiche. 

Inoltre, è una donna che ha saputo scegliere fra i salotti e l’impegno civile, dedicandosi alla gestione del primo ospizio, per storia e per importanza, dedicato all’accoglienza delle donne povere e malate. E lo ha fatto mettendoci tutte le sue ricchezze, il suo impegno e lo stesso rigore con cui si dedicava alla matematica e allo studio nella prima parte della sua vita. 

Quali altre caratteristiche potrebbero fare di Maria Gaetana Agnesi una donna interessante per il pubblico di oggi?

Nonostante la consuetudine di chiamarla “la matematica santa” o “la matematica di Dio”, ci sono aspetti molto umani nel suo carattere e nella sua storia. Penso alla misteriosa malattia che le causava movimenti inconsulti e che la portava alla passione per la danza e l’equitazione, o alla capacità di orientare la sua vita manovrando con intelligenza dialettica e relazionale le persone che le stavano accanto. Quando si era stancata dei salotti, disse al padre di volersi fare suora consapevole del fatto che Pietro Agnesi non avrebbe mai acconsentito a liberarsi di quella ragazza prodigio che dava lustro al suo salotto, e conquistandosi così maggiore libertà. E nel libro ho usato le parole di una sua lettera per mostrare con quale fermezza sapesse trattare i medici, da quelli che seguivano lei a quelli che visitavano le sue donne al Pio Albergo Trivulzio. 

Quali saranno i tuoi prossimi impegni?

Intanto nei prossimi mesi mi dedicherò alla promozione del libro, alternandola ai miei impegni professionali e alle lezioni nelle scuole: il dialogo con i ragazzi è fondamentale per non perdere l’ancoraggio con la realtà. 

Poi sto lavorando a una trasposizione teatrale del romanzo e a un paio di altri progetti di cui è ancora troppo presto per parlare. Ma spero che potremo presto farlo insieme.

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I fratelli Coen, film celebri e biografie artistiche https://cultura.biografieonline.it/fratelli-coen/ https://cultura.biografieonline.it/fratelli-coen/#comments Tue, 07 May 2024 07:46:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7242 Joel David Coen nasce il 29 novembre del 1954 ed Ethan Jesse Coen nasce il 21 settembre del 1957 da una famiglia di origine ebraica: loro padre è un economista dell’Università del Minnesota, mentre la madre insegna storia dell’arte alla St. Cloud State University.

Cresciuti in Minnesota a St. Louis Park, un sobborgo di Minneapolis, vivono sin da bambini la passione per il cinema: Joel risparmia denaro per comprare una videocamera Vivitar Super 8, e in seguito entrambi riproducono i film che vedono in televisione insieme con un vicino di casa.

I Fratelli Coen
Joel Coen (a sinistra) e Ethan Coen (a destra)

Formazione e studi

Dopo essersi laureati nel 1973 e nel 1976 alla St. Louis Park High School, i fratelli Coen frequentano il Bard College at Simon’s Rock nel Massachusetts, a Great Barrington. Joel, in seguito, prende parte ad alcuni corsi dell’Università di New York, dove realizza un filmato di trenta minuti, valido come tesi, intitolato “Soundings”; Ethan, invece, frequenta lezioni di filosofia all’Università di Princeton, realizzando una tesi su Wittgenstein.

Joel, dopo la laurea di New York, lavora come assistente di produzione per numerosi film industriali e video musicali: ha l’opportunità di sviluppare il proprio talento per il montaggio, e di conoscere Sam Raimi, in cerca di un assistente montatore per “The evil dead”.

L’esordio negli anni ’80

Nel 1984, i fratelli Coen scrivono e dirigono “Blood simple”, il loro primo film realizzato in coppia. Ambientata in Texas, la pellicola racconta la storia del proprietario di un bar che assolda un investigatore privato per uccidere sua moglie e il suo amante; il film contiene numerosi elementi che verranno sviluppati in futuro dai due cineasti: omaggi a diversi generi cinematografici (horror e noir), humor nero e mise en scene.

“Blood simple”, che vede nel cast Frances McDormand (futura protagonista di molti loro film e futura moglie di Joel), ottiene premi al Sundance Festival e all’Independent Spirit.

Ethan e Joel: i fratelli Coen
Ethan e Joel Coen ad un evento cinematografico

Nel 1985 esce, invece, “Crimewave”, scritto dai fratelli Coen insieme con Raimi. Al 1987 risale “Raising Arizona”, storia di una improbabile coppia, composta da Holly Hunter e Nicolas Cage, che non riesce ad avere un bambino. Gli anni Novanta si aprono con “Miller’s Crossing”, con John Turturro, Gabriel Byrne e Albert Finney, ispirato ai racconti “Red Harvest” e “The Glass Key” di Dashiell Hammett.

Gli anni ’90

Nel 1991 i fratelli Coen dirigono “Barton Fink”, pellicola ambientata nella Los Angeles degli anni Quaranta: il film si rivela un successo di critica, ottenendo candidature agli Oscar e ben tre premi al Festival del Cinema di Cannes, inclusa la Palma d’Oro.

Nel 1994 la coppia di cineasti torna a lavorare con Raimi, con il quale scrive “The hudsucker proxy”; decisamente più popolare è, due anni dopo, “Fargo”, thriller criminale ambientate nel Minnesota, con William H. Macy nei panni di un uomo con seri problemi finanziari che fa rapire la moglie per ottenere i soldi dell’assicurazione. Anche in questo caso, una pioggia di premi, incluso un Bafta e due Oscar: quello per la migliore attrice, a Frances McDormand, e quello per la migliore sceneggiatura originale.

I registi Ethan e Joel Coen
Una foto dei due fratelli Coen

Anche il film successivo dei fratelli Coen, “Il grande Lebowski”, conquista i favori del pubblico e della critica, al punto da essere considerato un cult ancora oggi: esce nei cinema nel 1998, e annovera nel cast Jeff Bridges, John Goodman e Steve Buscemi.

Gli anni 2000

I fratelli Coen inaugurano il Duemila con “Fratello, dove sei?”, storia ispirata all’”Odissea” di Omero ma ambientata nel Mississippi degli anni Trenta, che mette in risalto le doti comiche di George Clooney. L’anno seguente, esce il thriller noir “L’uomo che non c’era”, ambientato nella California degli anni Quaranta: anche in questo caso, caratteristica distintiva è lo humor nero.

I Coen tornano a lavorare con Clooney nel 2003, quando dirigono “Prima ti sposo, poi ti rovino” (Intolerable cruelty), con Catherine Zeta-Jones, ispirato alle commedie romantiche degli anni Quaranta. Il film divide la critica, tra chi applaude agli elementi comici e chi invece si mostra decisamente perplesso. Ancora più tiepide sono le reazioni per “Ladykillers”, con Tom Hanks, uscito nel 2004.

I Coen, comunque, si rifaranno nel 2007 con “Non è un paese per vecchi” (No country for old men), basato sul racconto omonimo pubblicato nel 2005 da Cormac McCarthy, che mette in scena un veterano del Vietnam, Josh Brolin, che si imbatte in due milioni di dollari derivanti dal commercio di droga.

Complice il cast di alto lignaggio (Javier Bardem e Tommy Lee Jones sono gli altri protagonisti), il film ottiene universale apprezzamento dalla critica, vincendo ben quattro Oscar (tra cui quello per la migliore regia) su un totale di cinque nomination.

I fratelli Fratelli Coen con i mano gli Oscar vinti
I fratelli Coen, registi vincitori di quattro premi Oscar

Nel gennaio del 2008 Ethan Coen debutta a teatro con la commedia “Almost an evening”, in scena all’Atlantic Theater Company; a settembre dello stesso anno, torna al cinema, naturalmente in coppia con il fratello, con la commedia “Burn after reading”, con George Clooney e Brad Pitt.

Dopo aver girato anche uno spot pubblicitario, intitolato “Air Freshener”, per Reality Coalition, i Coen nel 2009 tornano sugli schermi con “A serious man”.

Gli anni 2010

Nel 2010 è la volta de “Il Grinta” (True grit), ispirato al racconto di Charles Portis, e girato tra il Nuovo Messico e il Texas con Matt Damon, Jeff Bridges e Hailee Steinfeld.

Mentre la commedia di un atto “Talking cure”, scritta da Ethan, viene prodotta a Broadway all’inizio dell’anno successivo.

Nel 2013 i fratelli Coen tornano al Festival di Cannes con “Inside Llewyn Davis”, film ispirato alla vita del cantante folk Dave Van Ronk.

Due anni più tardi, nel 2015, riprendendo un loro vecchio progetto, realizzano un altro dei loro film in stile demenziale dal titolo “Ave, Cesare!“.

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Simona Bianchera, artista poliedrica dalle mille idee: intervista https://cultura.biografieonline.it/simona-bianchera-intervista/ https://cultura.biografieonline.it/simona-bianchera-intervista/#respond Wed, 14 Feb 2024 22:56:42 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41893 Simona Bianchera è un’artista e scrittrice italiana originaria di Chiavari (GE). Sul sito principale pubblichiamo da diversi anni la sua biografia. In questa intervista andiamo un po’ più a fondo sulla sua arte e le sue opere, che in modo eclettico spaziano in molti campi.

Simona Bianchera
Simona Bianchera

Scrittrice di romanzi, riflessioni e canzoni, cantante, fotografa, pittrice: hai tante passioni!

L’arte fa parte della mia vita. Amo tutto ciò che mi tocca il cuore, che mi emoziona. Vi capitano dei periodi che siete più legati, ricettivi con alcune persone? Amici, fratelli, colleghi, ecc… secondo me è perché si entra in sintonia con l’energia dell’altra persona.

Vibrano sullo stesso piano ed è emozionante. A me capita di provare queste sensazioni anche attraverso l’arte: quando leggo un libro, guardando un quadro, una statua, ascoltando una canzone, entro in contatto con qualcosa creato da un’artista.

Perché dentro ogni creazione arriva la sua energia. Ogni creazione contiene un pezzo della sua anima.

Il tuo primo romanzo si intitola Tu sei Musica, puoi parlarci un po’ di questa opera?

In questo romanzo c’è una parte della mia anima e vorrei donarla a tutti.

Tu sei Musica è un romanzo d’amore sotto ogni sua forma. Ho voluto parlare di più sentimenti: una conoscenza che pian piano si trasforma in un qualcosa di indefinito, di emozionante fino a sfociare nell’amore.

L’amicizia che aiuta in ogni momento, l’amica che c’è sempre, nel bene e nel male. L’importanza dell’unione della famiglia. Un amore forte e duraturo che si spezza facendo soffrire, ma che farà riflettere, guardare dentro di sé per capire i propri errori, per migliorarsi.

La maggior parte delle volte il problema nei rapporti è la mancanza di comunicazione, quella vera, spesso si tengono dentro i propri pensieri, si fanno congetture, arrivando ad immaginarsi chissà cosa, quando basterebbe sempre parlare, chiarirsi.

Ho voluto far conoscere i diversi punti di vista per arrivare a far capire che a volte si sbaglia, facendo dannatamente soffrire le persone attorno, anche se le intenzioni erano buone, giuste e come l’errore di una singola persona possa condizionare, anche drammaticamente, la vita di tutti. Non bisogna mai giudicare perché tutti noi possiamo essere Carlo, tutti noi Vanessa o Alaska.

Il perdono non è inteso solo come “perdono quella persona che mi ha fatto del male”, ma come perdono prima di tutto di sé stessi, e poi perdono quella persona perché il suo sbaglio non debba continuare a farmi soffrire per sempre, il perdono è una liberazione dell’anima.

Altrimenti ogni azione sbagliata, subita o fatta, ci dannerà per sempre. Invece dai propri errori bisogna imparare, siamo in questa terra per fare esperienze e migliorare il nostro spirito.

Nella nuova edizione del romanzo un capitolo extra farà scoprire un finale spumeggiante e tramite il qr code, si può ascoltare il brano Tu sei Musica (canzone per il romanzo) scritto da me in collaborazione con Stefal Damiani e Marco Di Pietro, interpretato da Marzia Giacomelli, che ha partecipato a Casa Sanremo 2021.

La canzone ripercorre ogni emozione che il lettore percepisce tra le pagine. Una lettura ricca di colpi di scena, tenerezza, dolore, sentimenti forti e ora con la canzone potrete sentire queste sensazioni anche attraverso le note musicali.

Con il romanzo ho anche aderito al progetto Una pulce nel disegno in ricordo di Roberta Repetto e di tutte le donne vittima di omicidio. Questo progetto è stato ideato per collegare il nome di Roberta anche alla bellezza della sua arte. A racchiudere tutto l’amore percepito nella lettura del romanzo, il lettore troverà uno splendido acquarello di Roberta, laureata in Conservazione dei Beni Culturali, amava disegnare, dipingere, colorare e leggere.

La sorella Rita Repetto ha fondato, con altre persone, l’associazione a promozione sociale La pulce nell’orecchio per divulgare i rischi concreti che si corrono quando si entra in contatto con un culto distruttivo. Diffondere i campanelli d’allarme che devono suonare quando si teme che qualcuno sia caduto ‘nella tela del ragno’. Lo scopo è essere una pulce nell’orecchio di qualcuno altro affinché quello che è successo a Roberta non accada più.

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Simona Bianchera libro Tu Sei Musica

Il titolo Tu sei Musica è una frase forte, d’effetto, una bella dichiarazione d’amore per chi la ama. Sono tanti i brani musicali contenuti nel romanzo. Quanto è importante per te la Musica?

Per me è linfa vitale. Quando dipingo, scrivo o lavoro sulle fotografie devo sempre avere uno sfondo musicale. Quindi mentre scrivevo il romanzo mi veniva naturale accostare le canzoni alle emozioni dei protagonisti. La musica è il fulcro di tutto. Grazie a lei Alaska & Daniel si conoscono, e altri personaggi la usano per spiegarsi, arrivando a capirsi.

Quando siamo tristi, o felici, nostalgici o euforici andiamo alla ricerca del brano per amplificare quella sensazione o per sentirci meglio, per darci la carica o per rilassarci. Perché la musica è un’emozione danzante. Il romanzo ha una vera e propria colonna sonora. Musica che va dal Rock al Classico. Tra cui i brani ‘La Via Regina’ una stupenda canzone scritta da mio marito Fabrizio Pasetti (anche lui personaggio del romanzo) e ‘Giorni’ una canzone scritta e interpretata da me.

Abbiamo avuto il piacere di ascoltare le canzoni che tu e tuo marito Fabrizio scrivete. Vi unisce una bella passione.

Amiamo la musica. Nei primi anni 2000 avevamo fondato, con il nostro amico chitarrista Diego (anche lui scrittore di testi) il gruppo musicale Pensieri Divergenti. Davamo vita alle nostre canzoni insieme a qualche cover. Pur non avendo più il gruppo sia io che mio marito abbiamo continuato a scrivere canzoni e le carichiamo su Youtube e Spotify. Stiamo collaborando con diversi musicisti, tra cui il grandioso Fabrizio Fortuna, chitarrista e bassista e compositore eccezionale.

Attraverso le canzoni, come per ogni altra forma d’arte, si ha la possibilità di trasmettere messaggi importanti. È questo il nostro intento: quello di riuscire a far fermare la persona che ascolta dalla frenesia del quotidiano (che è già un bel traguardo) e farla riflettere, andare oltre alla superficialità di cui siamo contornati.

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Riflessioni per Rinascere è un libro particolare, addirittura interattivo, le cui riflessioni hanno già vinto diversi premi. Ce ne vuoi parlare?

È un libro di riflessioni di stati d’animo che ho scritto in momenti particolari della mia vita. Alcune risalgono anche a vent’anni fa. Nascono dal bisogno di affrontare talune situazioni che stavo vivendo: quali il dolore, la sfiducia, la paura, da un diverso punto di vista, come se qualcuno mi parlasse per darmi coraggio, forza, fiducia, speranza. Altre sono un inno alla gioia di vivere, di scoprire, di viaggiare. È un libro interattivo: da leggere, da guardare e da ascoltare, che attiva tutti i sensi del lettore per vivere appieno le sensazioni che vuole trasmettere.

Da guardare con le splendide illustrazioni di Nina Arteflores (al secolo Veronica Buva) e da ascoltare, tramite il qr code, con le stupende e vivide letture di Lucia Caponetto che ci portano in un luogo fatto di sogni da realizzare e vivere, di viaggi reali e immaginari da fare, di felicità da carpire e da cui lasciarsi avvolgere.

Un libro che contiene tesori splendenti, quali la prefazione della grande scrittrice Valeria Corciolani e la commovente favola di Alessandro Ricci illustrata da Stefania Franchi. Letture adatte a tutti, ad ogni età, perché la vita è costellata da emozioni che vogliono solo farsi sentire. Lo scopo del libro è quello di trasmettere forza, amore, speranza ed energia positiva.

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Simona Bianchera libro Rilfessioni per rnascere

Hai altre novità artistiche che ci puoi anticipare?

Sì, molti, in diversi ambiti. Sia musicali (a breve usciranno nuovi brani) che letterari (sto revisionando il prossimo romanzo, terminato ormai da un paio d’anni) e qualche novità anche nella pittura.

Una mia opera è stata scelta e inserita nella collezione del Consolato Onorario della Moldova, a Roma, come mostra perenne e poi anche itinerante, legata a vari progetti che prenderanno vita, grazie al console Roberto Galanti.

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Intervista a Carlo Zannetti, cantautore, musicista e scrittore https://cultura.biografieonline.it/carlo-zannetti-intervista/ https://cultura.biografieonline.it/carlo-zannetti-intervista/#comments Fri, 01 Sep 2023 10:04:02 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41429 Carlo Zannetti è cantautore, musicista e anche scrittore. Recentemente ha iniziato una collaborazione con Bobby Solo. Nell’intervista che segue abbiamo approfondito la conoscenza di Carlo scoprendo interessanti sfumature del suo background artistico di compositore e autore.

Carlo Zannetti
Di seguito l’intervista a Carlo Zannetti

Nel nostro incontro Carlo esordisce così:

“A scuola ero un disastro, stavo delle ore a guardare dalla finestra, mentre i professori si sbracciavano per spiegare le loro materie che a me non interessavano. I miei compagni di classe non mi erano simpatici e non sono mai andato alle gite scolastiche. Ero bravo in disegno, storia dell’arte e ovviamente musica, quando si faceva. Ho iniziato a studiare la chitarra a dodici anni. Suonavo sempre”.

Quale genere di musica ti piaceva?
CZ) Ho iniziato con la musica classica, poi sono passato alla musica dei cantautori che rincorrevo per le strade del centro di Bologna. Francesco Guccini, Claudio Lolli, Claudio Rocchi, Lucio Dalla ed Edoardo Bennato. Io abitavo in periferia e in bicicletta raggiungevo la piazza S. Petronio dove cercavo i miei idoli. Erano molto gentili con me, ero un ragazzino di dodici anni. Poi sono passato al rock inglese, ma la musica mi piace tutta. Tutti i miei pochi risparmi li ho sempre spesi per comprare la rivista “Ciao 2001” dove trovavo le tablature per chitarra.

Quando sei passato al professionismo?
CZ) Ero molto forte nelle sale di registrazione perché il contatto con il pubblico mi diventava un po’ difficile, per via di un problema di autostima che ho da sempre. Era il 1982 quando ho cominciato a frequentare alcuni famosi artisti e ho partecipato a parecchie sessioni di registrazioni soprattutto a Bologna, Padova e Milano. Purtroppo a quei tempi non tutti menzionavano i turnisti che suonavano nei loro dischi, ma per me erano ogni volta delle grandi soddisfazioni, di cui ancora adesso vado fiero.

I tuoi album come cantautore?
CZ) Quella volta incontrai un produttore discografico di Verona, in un locale di Padova dove mi esibivo negli anni ’90.
Si innamorò di alcune mie canzoni e mi propose di uscire con un album, un CD. Era il 1995. L’album s’intitolò “Carlo Zannetti”. Entrai in un mondo di fotografie, grafici per la copertina, presentazioni varie, programmi televisivi e tutto ciò che ne derivò. Non andò male e così pubblicammo anche un secondo album “L’Ulisse del 2000”. La canzone che dava il titolo all’album mi piaceva tantissimo. Quel testo mi fece conoscere molto nel panorama musicale nazionale in una nuova veste, quella di autore di testi.

=> Visita anche: la discografia di Carlo Zannetti <=

Hai suonato come chitarrista turnista con tanti artisti famosi, chi ti è rimasto più impresso?
CZ) Mi sono trovato molto bene con tutti. Ho incontrato dei colleghi bravissimi con i quali ho stretto grandi amicizie. Nel 2011 ho fatto una tournée con i Jalisse ai quali ho voluto veramente bene, perché sono persone molto gentili e soprattutto professionisti di alto livello. Poi Jimmy Fontana, anche lui un grande amico e straordinario maestro di vita. Ultimamente sto lavorando con Bobby Solo, un grande compositore, un amico. Insieme abbiamo scritto una serie di canzoni, tutte pubblicate dall’etichetta discografica “Videoradio e Videoradio Channel” diretta dal mio amico Giuseppe Aleo.
In tutti questi anni ho imparato che la vera nobiltà d’animo è l’umiltà. In merito a questo, devo dire che ricordo con affetto le belle parole fatte con Eugenio Finardi, Andrea Mirò e con il mio amico Marco Ferradini. Grandissimi artisti, molto umili e dotati di eccezionali capacità.

In questo periodo oltre a lavorare con Bobby Solo che progetti hai?
CZ) Ho una canzone che ho già pubblicato come singolo nel 2017 che vorrei sentire interpretata da una grande voce. Spero di trovare una grande interprete perché ci terrei molto. L’ho proposta a Fiordaliso e a Silvia Mezzanotte ma credo che in questo momento non se la sentano di affrontare un progetto di questo genere perché si tratta di una cover, oppure semplicemente perché non è il loro genere. È un brano molto particolare. Comunque la produzione è sempre pronta.
Oltre a questo, in ottobre inizieranno le riprese di un film basato su un mio racconto che s’intitola “La paura di vincere”, un cortometraggio per l’esattezza, di cui ho scritto anche la colonna sonora. Verrà girato a Ferrara, mia città natale. Alla regia c’è Roberta Pazi, alla sceneggiatura Lillo Venezia e tra gli attori ci sarà anche Bobby Solo. Sarà un girato molto interessante e molto originale.

Oltre alla musica sei anche uno scrittore. Hai scritto “Il tormento del talento” un libro che è andato bene. Cosa ci racconti?
CZ) “Il tormento del talento” è il mio quarto libro. È un insieme di racconti dedicati ai miei grandi miti musicali. In questa raccolta non ho volutamente scrivere della droga, dei fatti personali e quant’ altro, ma solo di quella strana “bilancia” che pende dalla parte del talento, ovvero degli scompensi che crea il fatto di nascere con una straordinaria predisposizione naturale al fare arte. Il libro è dedicato a Sinéad O’Connor, donna meravigliosa che ho avuto modo di conoscere nel 2017, e che purtroppo è recentemente scomparsa. Suonava molto bene la chitarra e aveva una capacità interpretativa unica. Mi è dispiaciuto moltissimo.

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Le donne di Silvio Berlusconi, mogli e fidanzate storiche https://cultura.biografieonline.it/le-donne-di-berlusconi/ https://cultura.biografieonline.it/le-donne-di-berlusconi/#respond Mon, 12 Jun 2023 23:53:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=30447 Il racconto della vita sentimentale di Silvio Berlusconi è piuttosto movimentato. Essa è costellata di relazioni più o meno durature, intervallata da rumors e storie vociferate nei corridoi che si aggiungono a quelle ufficiali. Abbiamo provato a ricostruirla partendo dalla prima donna che, nel lontano 1964, ha conquistato il cuore dell’ex premier.

Carla Elvira Dall’Oglio

Prima moglie di Silvio Berlusconi dal 1965 al 1985

Nata il 12 settembre 1940 a La Spezia, Carla Elvira Lucia Dall’Oglio è stata la prima moglie di Berlusconi, nonché madre di Marina Berlusconi e Pier Silvio Berlusconi.

Carla Elvira Dall'Oglio
Carla Elvira Dall’Oglio, prima moglie di Berlusconi

Silvio Berlusconi e Carla Elvira Dall’Oglio si incontrano per la prima volta alla fermata di un tram nei pressi della Stazione Centrale, a Milano. Entrambi sono giovanissimi, Carla Elvira ha 24 anni. E’ bastato uno sguardo: è stato amore a prima vista.

Dopo qualche tempo si rivedono e comincia subito la loro unione, che culmina nelle nozze, celebrate nel 1965. Dopo un anno dal matrimonio nasce Marina, poi nel 1969 arriva Pier Silvio.

Già all’inizio degli anni Ottanta la coppia entra in crisi, per poi approdare al divorzio definitivo nel 1985.

In realtà Silvio Berlusconi prima di separarsi, già frequentava da circa 5 anni quella che sarebbe poi diventata la sua seconda moglie, Veronica Lario.

I due figli non approvano il divorzio, ma la decisione è irrevocabile anche se sofferta.

Dopo il divorzio dal Cavaliere, Carla Elvira Dall’Oglio lascia l’Italia per trasferirsi in Inghilterra e stare lontana da pettegolezzi e gossip sul suo conto.

Nonostante i ripetuti inviti ad apparire in tv, l’ex moglie di Berlusconi ha sempre rifiutato, preferendo invece ritirarsi a vita privata. Tra Carla e Silvio i rapporti sono buoni, anche per la motivazione dei figli, che hanno sempre dimostrato un forte legame con la madre.

Carla Elvira Dall'Oglio con la figlia Marina Berlusconi
Carla Elvira Dall’Oglio con la figlia Marina

Tra le donne di Silvio Berlusconi, Carla Elvira è quella più riservata. L’ultima apparizione pubblica di Carla Elvira risale al 2009, quando accompagnò la figlia Marina a ritirare la Medaglia d’Oro del Comune di Milano alla consegna del prestigioso premio cittadino Ambrogino d’oro.

Veronica Lario

Seconda moglie di Silvio Berlusconi dal 1990 al 2014

Mentre il matrimonio con Carla Elvira Dall’Oglio è già al capolinea, Silvio Berlusconi incontra al teatro milanese Manzoni (di cui è proprietario) quella che poi diventerà la sua seconda moglie, Veronica Lario, che di professione fa l’attrice. Originaria di Bologna, nata il 19 luglio 1956, Veronica conosce Silvio nel 1980 e dopo pochi mesi di conoscenza lei lo segue nella sede operativa dove lavora, la Fininvest.

Tra i due vi è una differenza d’età di circa venti anni.

Veronica Lario e Silvio Berlusconi negli anni '90
Veronica Lario e Silvio Berlusconi negli anni ’90

Dopo il divorzio dalla prima moglie, Berlusconi chiede a Veronica di cominciare una convivenza, che sfocia poi nel 1990 in un matrimonio celebrato con rito civile. Dall’unione matrimoniale nascono tre figli: Barbara Berlusconi (nata il 30 luglio 1984), Eleonora Berlusconi (nata nel 1986), Luigi Berlusconi (nato il 27 settembre 1988).

Una curiosità: tutti e tre i figli sono nati ad Arlesheim, in Svizzera.

Nonostante fosse la moglie dell’allora Presidente del Consiglio, di rado Veronica lo ha accompagnato durante le sue visite ufficiali o eventi pubblici.

Veronica Lario è stata più volte al centro di episodi burrascosi a causa dei comportamenti eccessivamente “galanti” del Premier nei confronti di alcune donne. Il 31 Gennaio del 2007 inviò al quotidiano “La Repubblica” una lettera in cui invitava suo marito a scusarsi pubblicamente con lei per le frasi che il marito aveva rivolto ad alcune donne presenti in sala, durante la cerimonia di consegna dei “Telegatti”.

La risposta di Berlusconi non si fece attendere: chiese scusa alla moglie utilizzando anche lui il medesimo mezzo, una lettera pubblicata sul quotidiano.

Nel 2009 il rapporto tra i due si incrina definitivamente, al punto che è Veronica a chiedere di separarsi dall’ex Premier. Pare che a far naufragare il secondo matrimonio di Berlusconi sia stato lo “scandalo Noemi” di cui tutti i media parlarono diffusamente. Il fatto che Berlusconi avesse partecipato alla festa di compleanno di una diciottenne (Noemi Letizia, nata a Napoli il 26 aprile 1991) fece parecchio discutere, e la Lario scelse il divorzio anziché diventare bersaglio di gossip e pettegolezzi di ogni tipo.

A dicembre del 2012 arriva la sentenza definitiva di separazione non consensuale, emessa dal Tribunale di Milano. Nella stessa il giudice fissa l’importo dell’assegno di mantenimento spettante a Veronica Lario, che è di 3 milioni di euro mensili.

Foto di Veronica Lario

Inoltre la donna – sempre in base alla sentenza emessa dai giudici milanesi – può continuare a vivere nella lussuosa Villa Belvedere di Macherio. Nel 2015 l’importo dell’assegno mensile in favore della Lario è stato ridotto a 1,4 milioni di euro. Inoltre la ex moglie di Berlusconi ha dovuto restituire quanto percepito fino ad allora, ossia circa 60 milioni di euro!

Oltre ad essere stata la seconda moglie di uno degli imprenditori più ricchi e famosi d’Italia, Veronica Lario figura anche tra i maggiori soci della società editrice del giornale “Il Foglio”.

Numerose sono state le sue apparizioni teatrali, cinematografiche e televisive. Al cinema, nel 1982, ha interpretato la protagonista del film Tenebre diretto dal regista Dario Argento. Nel 1984 compare invece nella pellicola “Sotto… sotto… strapazzato da anomala passione” di Lina Wertmüller.

In anni più recenti, invece, nel 2018, il suo personaggio è stato interpretato da Elena Sofia Ricci (e da Adua Del Vesco, per le scene in cui Veronica appare giovane) nel film Loro di Paolo Sorrentino, dove si raccontava la storia di Silvio Berlusconi.

Tra le donne di Silvio Berlusconi, Veronica è quella con cui il pubblico femminile probabilmente è solidale.

Francesca Pascale

Fidanzata di Silvio Berlusconi dal 2012 al 2020

Nata il 15 luglio 1985 a Napoli sotto il segno zodiacale del Cancro, Francesca Pascale è una delle fidanzate ufficiali di Silvio Berlusconi. I due non stanno più insieme dal mese di marzo 2020. Al suo attivo la Pascale ha qualche comparsata in tv e la partecipazione alla vita politica locale.

Nel 2009 entra a far parte del Consiglio della Provincia di Napoli nello schieramento del Popolo delle Libertà. La Pascale è sempre stata appassionata di politica, al punto che si è laureata in Scienze Politiche all’Università di Napoli. Altra sua passione sfrenata è per le moto: possiede infatti una Harley Davidson.

Le donne di Silvio Berlusconi: nella foto con Francesca Pascale
Silvio Berlusconi con Francesca Pascale

Francesca e Silvio si sono conosciuti il 5 ottobre 2006, alle ore 13.50. Come lei stessa ha raccontato in un’intervista, è stata lei a dare all’ex Premier un biglietto sul quale aveva scritto il suo numero di telefono. Gli aggiunse poi di aspettare una chiamata, che puntualmente arrivò qualche giorno dopo, verso mezzanotte.

La relazione tra i due è cominciata subito, senza alcun intoppo, nonostante l’abissale differenza di età, ben 49 anni.

A dicembre del 2012, durante la trasmissione “Domenica Cinque” cui era stato inviato come ospite, Silvio Berlusconi ha ufficializzato la sua relazione con Francesca Pascale.

Foto di Francesca Pascale

Come parecchi giornali hanno riportato, la Pascale ha sofferto parecchio per la fine della relazione con Berlusconi nel 2020. Il politico, solo qualche settimana dopo, è uscito allo scoperto con una nuova compagna, Marta Fascina.

Nel contempo Francesca Pascale ha fatto parlare di sé per la foto di un bacio e la presunta relazione lesbo con la cantante Paola Turci.

Marta Fascina

Fidanzata di Silvio Berlusconi dal 2020

Nata a Melito di Porto Salvo, in Calabria, il 9 gennaio 199, Marta Fascina è cresciuta a Portici. Dal 2020 è lei la nuova compagna ufficiale di Silvio Berlusconi. Marta è deputata di “Forza Italia”.

Stando alle indiscrezioni trapelate su alcuni giornali, la Fascina è tra le assidue frequentatrici di Arcore dal 2018. I suoi articoli, scritti sul “Giornale” non sono che una strenua difesa della “linea” seguita politicamente da Berlusconi sino ad oggi.

Marta Fascina ha al suo attivo l’esperienza di ufficio stampa e relazioni pubbliche presso la società A.C. Milan.

Foto di Marta Fascina

Laureata in Lettere all’Università La Sapienza di Roma, Marta è poi passata alla Fondazione Milan, dove si è messa in evidenza per la sua passione politica. Ad introdurre Marta fra le conoscenze dell’ex Premier è stato Alberto Galliani, anche lui frequentatore di Arcore.

E’ stata dura la reazione di Francesca Pascale di fronte alle prime foto che ritraevano Marta insieme al cane di Silvio Berlusconi; ha affermato ironicamente:

“Mi fa simpatia vedere un deputato della Repubblica portare a spasso il mio cagnolino… Va bene così”.

In tanti sottolineano la differenza abissale tra la Fascina, schiva e riservata, e l’ex fidanzata Pascale, vivace e solare. Nel profilo Instagram di Marta Fascina sono riportate frasi e foto di Berlusconi, mentre lei appare solo sullo sfondo.

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Coma Cose, breve biografia: i loro nomi veri sono Francesca e Fausto https://cultura.biografieonline.it/coma-cose-biografia/ https://cultura.biografieonline.it/coma-cose-biografia/#comments Thu, 09 Feb 2023 17:07:39 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=31719 Coma_Cose, chi sono

Coma_Cose è il duo musicale che si distingue per una proposta di musica rap, mista ad elettronica ma con radici nel cantautorato italiano. Nel 2021 è previsto il loro debutto sul palco dell’Ariston, tra i partecipanti del Festival di Sanremo 2021. L’evento promette di renderli nomi noti al grande pubblico. Vediamo le tappe salienti del loro percorso come coppia nella vita e nel lavoro.

Coma_Cose
Coma_Cose

Coma_Cose, l’unione di due musicisti nata per caso

I due componenti di questa band sono Fausto Lama, nome d’arte di Fausto Zanardelli e California, pseudonimo di Francesca Mesiano, originaria di Pordenone. Fausto, precedentemente noto con un altro nome d’arte, ovvero Edipo, è nato a Gavardo (Brescia) il 21 novembre 1978. Nei primi anni Dieci conosce un discreto successo, arrivando a collaborare anche con Dargen D’Amico e la sua etichetta discografica. Per quest’ultima pubblica alcuni dei suoi lavori più importanti, riuscendo a farsi notare sulla scena musicale.

Fausto Lama (Fausto Zanardelli) e California (Francesca Mesiano)
Fausto Lama (Fausto Zanardelli) e California (Francesca Mesiano)

Nel complesso la carriera di Edipo può vantare la pubblicazione di ben tre album da solista e una serie di concerti a livello nazionale che riscuotono un buon livello di partecipazione del pubblico. Tuttavia, per ragioni personali Zanardelli sceglie di abbandonare la carriera musicale, almeno finché non interviene Francesca, ex Dj: incontrata casualmente come collega di lavoro mentre entrambi facevano i commessi. È lei a convincerlo a riprendere contatto con il mondo della musica, grazie uno slancio ritrovato, che si basa sul loro legame e su una sintonia innegabile.

Ecco come nascono i Coma_Cose, un duo che in pochi anni è riuscito a farsi largo nella scena indie.

Coma_Cose tra musica e televisione

Poco dopo aver formato il duo, nel 2017 i due ragazzi vengono ingaggiati dall’etichetta discografica Asian fake, per la quale pubblicano l’EP Inverno Ticinese. Nel marzo dell’anno successivo (2018) si fanno notare per l’esibizione nel talk show tv E poi c’è Cattelan (condotto da Alessandro Cattelan). Sempre nel 2018 vengono contattati dai Phoenix, band internazionale, che li vuole assieme ad altri artisti del calibro di Giorgio Poi, e offre loro la possibilità di aprire i loro concerti a Parigi.

L’anno d’oro 2019

L’anno seguente, nel 2019, i Coma_Cose arrivano a pubblicare l’album d’esordio Hype Aura. Sono poi chiamati a prendere parte al concerto del Primo Maggio, appuntamento imperdibile che in un certo senso inaugura la stagione musicale estiva. Dopo pochi mesi un loro brano compare nell’album Microchip temporale (album di remix del gruppo musicale italiano Subsonica): si tratta della canzone Aurora sogna, scritta e cantata assieme a Mamakass dei Subsonica. Sempre nel 2019 i sue brani dei Coma_Cose Mancarsi e Post concerto, regalano al duo grandi soddisfazioni, quando vengono certificati come disco d’oro dalla FIMI.

La copertina dell'album Hype Aura (Coma_Cose)
La copertina dell’album Hype Aura (Coma_Cose)

A novembre 2019 figurano come ospiti della trasmissione televisiva Una storia da cantare, programma in onda in prima serata su Rai 1 per la conduzione di Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero; l’evento li vede impegnati nell’interpretazione particolare del celebre brano Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi, del cantautore italiano Lucio Battisti. Le loro partecipazioni televisive includono anche quella nella serie Involontaria di MTV, in cui si esibiscono in versione acustica per i pazienti ricoverati all’Istituto Nazionale Tumori.

I Coma_Cose verso il Festival di Sanremo

Il 2020 porta loro altri successi: collaborano al brano Riserva Naturale, contenuto nell’album Feat (stato di natura) di Francesca Michielin. Continuano parallelamente a coltivare l’amore per la televisione, comparendo nella serie Summertime di Netflix e al programma Le Iene, su Italia 1. In quest’ultimo appaiono nel classico formato dell’intervista di coppia. Durante la fase acuta della pandemia, mentre l’Italia è in lockdown, pubblicano l’EP Due, in cui ci sono i brani Guerra fredda e La rabbia.

Il 17 dicembre 2020 viene annunciata la loro partecipazione al Festival di Sanremo 2021 nella sezione Big; i Coma_Cose presenteranno la canzone Fiamme negli occhi. (Leggi anche: il testo della canzone Fiamme negli occhi)

Gli anni 2020

Il 16 aprile 2021 pubblicano “Nostralgia”: è il secondo album in studio; da esso viene estratto il secondo singolo “La canzone dei lupi”.

Dopo un anno di pausa pubblicano “Chiamami”, canzone che anticipa l’album “Un meraviglioso modo di salvarsi”, che esce il 4 novembre 2022.

Tornano a Sanremo nel 2023 con una canzone molto delicata e romantica: “L’addio“, che racconta in modo autobiografico il loro temporaneo allontanamento e il nuovo riavvicinamento.

Coma Cose: foto del duo e della coppia

Coma_Cose, coppia nel lavoro e nella vita

Una delle peculiarità più interessanti che contribuiscono al fascino di questo duo è il fatto di essere legati a livello sentimentale. Condividere una casa e dei progetti professionali comporta delle sfide, che Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano cercano di vivere in maniera equilibrata.

La complicità, la totale confidenza e lo stare insieme per gran parte del tempo rendono i Coma_Cose un flusso di input in continua evoluzione, ovviamente ogni tanto ci stacchiamo per non perdere la nostra reciproca parte identitaria.

Francesca, in una intervista del 7 marzo 2020

I due artisti si sono conosciuti nel 2016, quando lavoravano in un negozio di borse: lei come commessa e lui in veste di magazziniere. La sintonia lavorativa è uno degli ingredienti che ha determinato il successo della coppia nel privato. Infine, tra le curiosità che accendono la fantasia del crescente stuolo di fan vi è quella relativa ai cambi di look che rendono la loro immagine mai banale e a creare aspettative soprattutto per le esibizioni live.

Nel 2023, durante la conferenza stampa del terzo giorno del Festival di Sanremo, Fausto e Francesca annunciano il loro matrimonio.

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Paola e Chiara: breve biografia https://cultura.biografieonline.it/paola-e-chiara-biografia/ https://cultura.biografieonline.it/paola-e-chiara-biografia/#respond Thu, 19 Jan 2023 16:01:20 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41022 Paola e Chiara è il duo formato dalle sorelle Iezzi, che a cavallo tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio hanno saputo conquistare una larga fetta di pubblico.

Con oltre cinque milioni di dischi venduti, le due donne hanno collezionato numerosi successi grazie ai loro brani pop con chiare influenze dance.

Nel 2023, dopo un periodo di inattività e di rispettive pause soliste, le due cantanti si apprestano a tornare sul palco del Teatro Ariston assieme agli altri big che si esibiranno nella 73esima edizione del Festival di Sanremo. Scopriamo di seguito qual è il percorso privato e professionale di questo duo.

Paola e Chiara nel 2022
Paola Iezzi (a sinistra) e Chiara Iezzi (a destra) nel 2022

Paola e Chiara: il successo precoce in campo musicale

Chiara Iezzi è la sorella maggiore, nata a Milano il 27 febbraio 1973. Paola Iezzi è nata a Milano il 30 marzo 1974. Le sorelle crescono in un ambiente familiare che consente loro di coltivare gli interessi musicali. Già da giovanissime, infatti, le due ragazze si dedicano al canto e riescono ad attirare l’attenzione di Claudio Cecchetto, famoso produttore discografico che le sceglie come coriste per gli 883 (Max Pezzali e Mauro Repetto).

Nel 1996 le due ragazze scelgono di formare un gruppo con i loro due nomi di battesimo – Paola & Chiara – e partecipare a Sanremo Giovani. Il successo ottenuto permette loro di partecipare nella categoria Nuove Proposte all’edizione del 1997.

Sul teatro dell’Ariston riescono a vincere nella categoria grazie alla sonorità del brano Amici come prima.

Paola e Chiara da giovani negli anni '90
Paola e Chiara da giovani negli anni ’90, con un cappellino che riporta le loro iniziali

Il primo disco

Per consolidare il successo e sfruttare il momento fortunato, dopo poco tempo esce il primo album in studio, dal titolo Ci chiamano bambine. È un lavoro dove è possibile riscontrare sonorità rock.

Nell’estate del 1997 sono tra le band di supporto del tour di Michael Jackson. La casa di produzione cinematografica Disney affida loro il compito di incidere la versione italiana di una canzone della colonna sonora del film Hercules.

L’anno successivo (è il 1998) il duo torna a Sanremo, approdando direttamente alla categoria Big. Per te è il nome del brano presentato: la canzone non riesce ad avere il successo sperato e lo stesso vale per il secondo album di studio.

Le due sorelle scelgono dunque di concentrarsi sulla televisione, presentando alcuni programmi dedicati ai video musicali.

Paola e Chiara nel 1997
Paola e Chiara nel 1997

La svolta sensuale e la consacrazione

Grazie all’intuizione del produttore Roberto Baldi le due sorelle cambiano leggermente la loro immagine; si propongono all’inizio del nuovo millennio con l’album Television (2000), che è molto più trasgressivo, come dimostra il video di Vamos a bailar (Esta vida nueva), diretto da Luca Guadagnino.

La canzone diventa un vero tormentone estivo, anche all’estero.

Tutto l’album viene apprezzato dal pubblico, al punto tale da richiedere numerose ristampe e l’aggiunta di alcune bonus track.

Due anni più tardi le due sorelle pubblicano l’album Festival (2002), preannunciato dal singolo omonimo. Con questa canzone riescono a ripetere il successo estivo di Vamos a bailar, strizzando l’occhio a sonorità ispirate alla musica latina.

L’anno successivo viene pubblicato il terzo singolo Kamasutra: già dal nome è possibile intuire il contenuto erotico, tanto che il videoclip passa esclusivamente in versione censurata sulle televisioni.

Nel 2004 viene pubblicato il loro quinto album Blu: non viene accolto come le opere precedenti, al punto tale che alcuni singoli non sono pubblicati. Ad ogni modo Paola e Chiara scelgono di tornare al Festival di Sanremo: vengono eliminate immediatamente.

Paola & Chiara
Paola & Chiara

Paola e Chiara: dallo scioglimento al ritorno sul palco dell’Ariston

Dopo un periodo di incertezza le due sorelle scelgono di sperimentare altre strade. Ecco come inizia la parentesi solista di Chiara Iezzi, la prima a tentare un nuovo percorso, pur collaborando con Paola anche in un altro album di coppia, pubblicato dall’etichetta Trepertre.

Le due sorelle non riescono tuttavia a ritrovare la formula del grande successo di pubblico.

In questa fase alcune tappe importanti sono quelle legate alla solidarietà, come visibile nella partecipazione al concerto di solidarietà Amiche per l’Abruzzo, una manifestazione a scopo benefico realizzata insieme a tante altre artiste femminili italiane.

Pur riducendo in modo progressivo l’attività, le due pubblicano nel 2013 Giungla – si tratta dell’ottavo album in studio, dopo Win the Game (2007) e Milleluci (2010).

Giungla però rappresenta solo una tappa in vista dello scioglimento ufficiale, che avviene nel mese di luglio del 2013.

Dieci anni dopo Paola e Chiara tornano a incidere musica assieme e decidono di ripresentarsi al Festival di Sanremo 2023. Il brano che presentano in gara si intitola Furore.

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Ferrinis: la biografia. Chi sono Maicol e Mattia? https://cultura.biografieonline.it/ferrinis-biografia-chi-sono/ https://cultura.biografieonline.it/ferrinis-biografia-chi-sono/#respond Fri, 11 Nov 2022 15:15:24 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=40684 I Ferrinis sono un duo musicale composto da due fratelli. A differenza di ciò che molti credono non sono gemelli. Maicol Ferrini è il maggiore ed è nato il 7 luglio 1997. Mattia Ferrini è nato invece il 27 ottobre 1998. Il duo è nato all’inizio dell’estate 2020 durante la quarantena.

Ferrinis
Ferrinis

La storia dei Ferrinis

Ferrinis hanno sempre avuto la passione per la musica, che è cominciata nella loro tenera età, perché i loro genitori erano sempre abituati ad organizzare feste con i parenti in cui si utilizzava la maggior parte delle volte il karaoke. Crescendo però persero un po’ di vista la musica in quanto lo studio per la scuola/ le situazioni sentimentali le tenevano abbastanza occupati.

Ferrinis, Maicol e Mattia
i Ferrinis: Mattia Ferrini (1998, a sinistra) e Maicol Ferrini (1997, a destra)

Nel 2020 arrivò la pandemia da covid-19 che le fece rimanere in casa in quanto non era possibile uscire, allora i due fratelli decisero di mettersi in gioco con la musica, e come prima cosa scelsero Ferrinis come nome del gruppo musicale essendo in due e da lì a poco iniziarono a scrivere le loro prime canzoni.

Maicol e Mattia Ferrini: la carriera artistica

La loro carriera artistica inizia il 1° giugno 2020, quando scelgono il nome del gruppo ed iniziano a scrivere il loro primo singolo “Balla con la luna”.

Con il successo riscosso sia nella loro zona che al di fuori, decidono di fare uscire altri pezzi tra cui Davy Crockett distribuito dalla Sony; poi a seguire:

  • Roulette
  • Sale
  • Io per te morirei
  • Musica Caraibica
  • Baila
Maicol Ferrini

Ogni brano è rilasciato su tutte le piattaforme di streaming, su YouTube e su Spotify, dove hanno totalizzato milioni di views.

Con l’uscita dei loro singoli hanno potuto partecipare a varie ospitate in discoteca e anche a dei festival.

Mattia Ferrini
Mattia Ferrini

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Ferrinis in concerto
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Johnny Depp contro Amber Heard: processo, verdetto e patrimonio https://cultura.biografieonline.it/johnny-depp-contro-amber-heard-processo/ https://cultura.biografieonline.it/johnny-depp-contro-amber-heard-processo/#respond Mon, 06 Jun 2022 13:16:51 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=40147 Il processo che ha visto Amber Heard contro Johnny Depp è diventato un’attrazione mondiale nel 2022, soprattutto per i social. Per molti si è trattato di un confronto all’ultimo sangue in cui i due attori si sono distrutti davanti alle telecamere per ottenere, secondo loro, giustizia.

Il caso è iniziato l’11 aprile 2022 nella contea di Fairfax, in Virginia ed è terminato il 1º giugno 2022.

I fatti sono stati riportati da tutti i giornali e soprattutto dai social. Questi si sono soffermati sulle presunte e vere violenze – schiaffi, pugni, umiliazioni e tanto abuso di alcool e droga. Al di là di tutto ciò, questo processo, che è durato per diverse settimane, ha alcuni elementi inediti.

Johnny Depp contro Amber Heard
Johnny Depp e Amber Heard. Il caso giudiziario è nominato così: John Christopher Depp II, contro Amber Laura Heard (CL-2019-2911)

Gli elementi inediti del processo Depp-Heard

Per la prima volta due persone celebri decidono di distruggere le proprie esistenze davanti a tutti; mostrano non solo la loro vita privata, sconvolta da ogni sorta di conflitto, insicurezza e frustrazione ma decidono di utilizzare il pubblico come giudice.

Su questo punto Johnny Depp ha vinto su tutti i fronti utilizzando i vari canali social; ma è stato soprattutto il canale TikTok, usato come un martello pneumatico, il luogo dove ha pubblicato continui brevi filmati. Questi, uniti assieme, avrebbero ricostruito il processo nella sua interezza. Nel caso di un unico lungo video molti fan non sarebbero stati a suo favore; ma i filmati, ben calibrati e visti solo in frammenti hanno distrutto la credibilità della sua ex moglie e hanno rappresentato Johnny come vittima di abusi.

Una riflessione sul ruolo dei social

In un processo mediatico di queste dimensioni e dopo il movimento del Me Too che ha visto molte figure pubbliche – come ad esempio, Kevin Spacey finire nella polvere – il rischio di usare i social per dimostrare la propria innocenza è stata per Depp un azzardo pericolosissimo. Un azzardo vinto proprio perché si sono trasformati in un’arena nella quale il confronto fra i video della Heard e quelli di Depp hanno visto quest’ultimo vincere con miliardi di visualizzazione.

Fuori dal processo ha raccolto una folla che lo acclamava e una petizione affinché torni a recitare. Grazie all’entità della vittoria è molto probabile che ritorni, se non al successo di prima, comunque a recitare in film importanti.

La carriera della ex moglie Amber Heard è invece finita.

I social possono influire in questo modo sulla vita di personaggi pubblici e non solo?

Sì, possono decretare la vita e la morte di una persona, sia nell’ambito della sua carriera che della sua vita sociale. E questo processo mostra tutta la loro pericolosità.

Ma andiamo per ordine.

Johnny Depp ha visto la sua carriera distrutta a causa di un articolo uscito sul Washington Post. Nell’articolo la sua ex moglie Amber Heard, senza nominarlo, lo accusava di violenze domestiche.

Da quel momento, afferma l’attore, Hollywood lo ha boicottato togliendogli il ruolo di Jack Sparrow, creato da lui. La saga, I pirati dei caraibi, è arrivata al quinto film – e dovrebbe uscire il sesto con un altro protagonista. Depp ha avuto anche un ruolo chiave nel film Animali fantastici e dove trovarli che successivamente ha perso.

Johnny Depp contro Amber Heard: il processo

In realtà nel processo è venuto fuori che Depp ha fatto uso di droghe e alcool per molto tempo e che erano apparse diverse lamentele sul suo comportamento.

Il processo aveva lo scopo di dimostrare che Depp era stato diffamato e che le accuse di Amber Heard erano false.

Questo è uno degli aspetti più interessanti, perché negli Stati Uniti la Costituzione difende il diritto di espressione e dunque è molto difficile che una persona pubblica possa vincere una causa nella quale tenta di dimostrare di essere stato diffamato. La causa, infatti, che Depp aveva intentato contro il Sun nel 2018 – che aveva pubblicato un articolo contro di lui definendolo un picchiatore domestico – è stata persa.

Anche in questo caso – contro Amber Heard – il rischio che la sua richiesta venisse respinta era concreto ma, invece, la giuria, formata da sette persone, gli ha dato ragione su tutto.

La giuria ha affermato che Depp è stato diffamato e lo è stato con dolo; perciò merita di essere risarcito con 10,4 milioni di dollari. Lui aveva chiesto 50 milioni.

Cos’è la diffamazione con dolo?

Significa che una persona usa informazioni false e pretestuose al solo scopo di distruggere la tua creatività o la tua carriera.

Inoltre, la misura del risarcimento dimostra che una parte del suo lavoro è stato rovinato dalle dichiarazioni della ex moglie e questo pone un problema anche sulle vicende di altre persone. Ad esempio Woody Allen diffamato senza prove e che non ha più potuto distribuire i suoi film in USA.

Woody Allen
Woody Allen

Inoltre, si pone un’altra questione sulla violenza nei confronti delle donne.

Quante e quali prove sono state considerate false e perché?

Riflessione finale

Ma l’aspetto più impressionante è il potere dei social e il modo in cui i fan di Depp lo hanno seguito in questa battaglia; quasi come se fossimo al Colosseo in cui uno dei due combattenti alla fine muore.

I fan lo hanno sostenuto via etere in tutti i modi possibili: facendo rimbalzare i video, commentandoli, attaccando la Heard, addirittura glorificando gli avvocati.

Quanti di quei video sono stati studiati affinché, generassero questa colossale onda di sostegno?

E come è possibile che una persona ormai fuori dalla scena, benché, ancora famoso, riesca a ribaltare a suo favore il fango che gli è stato gettato addosso?

E quanto la giuria è stata influenzata da questo assalto senza precedenti dei social?

Comunque sia, la sentenza crea un precedente nella giurisprudenza americana e apre una serie di questioni su come i social possano influire sulla vita di una persona.

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