News Archivi - Cultura https://cultura.biografieonline.it/argomento/news/ Canale del sito Biografieonline.it Wed, 11 Dec 2024 19:10:45 +0000 it-IT hourly 1 Salone d’onore CONI: premiati Roberto Mancini e Daniele Bartocci https://cultura.biografieonline.it/salone-donore-coni-mancini-bartocci/ https://cultura.biografieonline.it/salone-donore-coni-mancini-bartocci/#respond Wed, 11 Dec 2024 19:10:44 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42485 Ci sono anche i marchigiani Roberto Mancini e Daniele Bartocci tra i premiati della XV edizione del prestigioso Premio Andrea Fortunato, assegnato annualmente ai più grandi personaggi dello sport italiano, della medicina e del giornalismo.

La cerimonia di premiazione si è tenuta nella mattinata di lunedì 9 dicembre, al Salone d’Onore del Coni a Roma, alla presenza del Presidente Giovanni Malagò e di icone del mondo del calcio.

Finalità del Premio Andrea Fortunato, uno dei più importanti riconoscimenti nazionali, ideato dalla Fondazione Polito (Museo del Calcio Andrea Fortunato), è quello di rendere obbligatorio il Passaporto Ematico intitolato a quattro compianti calciatori (Andrea Fortunato, Piermario Morosini, Flavio Falzetti e Carmelo Imbriani).

Lunedì mattina, al Salone d’Onore del Coni a Roma, protagonisti assoluti l’ex allenatore della Nazionale Italiana di Calcio Roberto Mancini e il giovane giornalista Daniele Bartocci.

Tra i presenti e premiati ci sono personaggi del calibro di Ciccio Caputo e Andrea Barzagli. Avrebbe dovuto essere presente anche Edoardo Bove, colpito purtroppo dal malore in Fiorentina-Inter.

Proprio negli ultimi anni, a proposito di Passaporto Ematico, sono state presentate due proposte e un disegno di legge in Parlamento, e ne sarà presentata un’altra a inizio 2025. Giovanni Malagò, Gabriele Gravina e Mauro Balata hanno già firmato da tempo l’adesione al Passaporto (che mira a introdurre gli esami a carattere ematico e cardiaco tra quelli ad oggi previsti per ottenere l’idoneità sportiva, al fine di evitare tragedie), come sottolineato dal Presidente della Fondazione Polito Davide Polito.

Bartocci (al centro) con Malagò (a destra), nel 2020

Ora mancherebbe solo la ‘ciliegina’ sulla torta da parte della politica e del Ministro Andrea Abodi.

“Davvero felici di questo prestigioso riconoscimento, complimenti alla Fondazione per il grande lavoro che svolge”, hanno commentato i due personaggi marchigiani Roberto Mancini e Daniele Bartocci.

Una grande festa di sport per sensibilizzare tutti su un argomento di assoluta importanza.

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Eccellenze Food & Beverage 2024: Daniele Bartocci tra i top player https://cultura.biografieonline.it/eccellenze-food-beverage-2024-bartocci/ https://cultura.biografieonline.it/eccellenze-food-beverage-2024-bartocci/#respond Mon, 04 Nov 2024 07:57:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42439 Il giovane giornalista e food manager Daniele Bartocci ancora protagonista al premio BarAwards 2024 Milano. Daniele Bartocci ‘strega’ ancora i Bar Awards, premio d’eccellenza del fuori casa (out-of-home).

Cresce l’attesa per il gran galà riservato alle eccellenze italiane del food, beverage e mixology in programma nel mese di gennaio 2025 a Milano.

Proprio in questi giorni è stata stilata dalla rivista Bargiornale (in collaborazione con DolceGiornale, Ristoranti e Hotel Domani) la Top30 in cui troviamo per il terzo anno consecutivo il giovane marchigiano Daniele Bartocci, pluripremiato professionista del settore food, talentuoso giornalista tra i più autorevoli d’Italia e volto tv del talent-show televisivo King of Pizza (programma del circuito Sky), inserito tra i migliori della categoria food&beverage/coffee riservata ai migliori professionisti nello sviluppo di una marca/brand nel settore Ho.Re.Ca (Normal Trade).

A Milano, il 15 gennaio 2025 si svolgerà la premiazione insieme ad autorevoli protagonisti italiani, professionisti, player, brand ambassador e realtà imprenditoriali del food&beverage, che si sono distinti nell’ultimo anno nelle rispettive categorie di appartenenza. In quell’occasione sarà svelata la graduatoria definitiva, alla presenza di ospiti speciali (negli ultimi anni ai BarAwards presenti anche Ernst Knam e Frau Knam), per la miglior rappresentazione dell’eccellenza Made in Italy in giro per l’Italia e per il mondo.

Una grandissima soddisfazione sicuramente per Bartocci, già inserito tra i 100 personaggi più influenti del 2023 (premio 100 Eccellenze Italiane a Montecitorio) ed insignito del prestigioso Global Recognition Award 2024 e del Premio Internazionale Pietro Mennea 2024 per il grande lavoro nel campo giornalismo e saggisti.

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La porta, romanzo di Simenon sull’ossessione della perdita https://cultura.biografieonline.it/la-porta-libro-simenon-recensione/ https://cultura.biografieonline.it/la-porta-libro-simenon-recensione/#respond Tue, 23 Jul 2024 13:55:19 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42235 La porta è un romanzo di Georges Simenon scritto nel 1962.

La porta - copertina del libro di Simenon
La porta: copertina del libro di Simenon • L’opera riprodotta in copertina è “Nudo che varca una soglia” (1902), di Edward Hopper

La porta: trama del libro

Nelly e Bernard si sono amati per vent’anni e, ancora oggi, il loro amore sembra intatto. Almeno così pare a Bernard che, anche dopo la perdita delle mani a causa di una mina, ha avuto Nelly al suo fianco.

Ma perché?

Come è possibile che Nelly continui ad amarlo come il primo giorno?

Lei è bella, è una donna piena di energia e fascino e per molti anni, prima di conoscerlo, ha avuto bisogno di essere circondata da amanti, uomini con possibilità economiche; non come lui, che si sente un invalido e che per anni è stato senza un soldo. E questi uomini sono stati per lei anche un lavoro.

Bernard decide di spiare Nelly. Segue la sua vita passo dopo passo, la interroga con attenzione morbosa e lei lo asseconda. Quando Nelly esce per andare al lavoro lui la osserva dalla finestra, la saluta prima che salga sull’autobus e poi l’aspetta per pranzo.

Lui non vive che per lei, anche perché la sua esistenza si sviluppa fra le mura della loro casa e, dunque, non può fare altro che vivere la vita di Nelly, immaginarla mentre è fuori, angosciarsi all’idea che qualcun altro la stia seducendo per portargliela via.

Malgrado le sue certezze, Bernard comincia a temere un nuovo inquilino che vive al primo piano e che Nelly vede ogni giorno, solo per pochi minuti, perché deve consegnargli dei pacchi per conto della sorella di lui che lavora nella stessa fabbrica di Nelly.

Ma basta solo quel poco tempo passato con un altro uomo per instillare in Bernard il sospetto che, poi, si trasforma in gelosia e infine che lo ossessiona come un tarlo che senza riposo cerca un buco dove infilarsi.

Bernard si pone mille domande. Ossessiona Nelly con le sue richieste indagatrici, con la necessità di avere mille dettagli sulla sua vita al di fuori dell’appartamento; soprattutto quando va a trovare l’uomo del primo piano.

Come finirà?

Chi dei due deciderà di interrompere questo gioco al massacro?

Georges Simenon
Georges Simenon è autore di oltre 400 opere, metà delle quali sono romanzi

Commento

Simenon ci regala una storia nella quale la gelosia e l’ossessione trascinano l’uomo nei meandri più oscuri della sua mente. Dove ciò che emerge è più incomprensibile degli eventi che lo portano a sospettare, e a temere di essere stato tradito.

Come in una sorta di percorso a ritroso, osserviamo Bernard fare a pezzi la sua vita, la sua felicità; partendo da un piccolo indizio per poi costruirci sopra tutta l’attesa, l’angoscia, il panico, la solitudine che il dolore per un tradimento forse mai avvenuto, per il suo sospetto sempre presente, comporta.

E mentre seguiamo Bernard in un’ossessione naturale, in uno sviluppo incontrollabile delle sue paure, vediamo anche un Simenon che, come un chirurgo, seziona le anime dei suoi personaggi.

Chi meglio di lui è in grado, con la naturalezza del suo talento, di prendere due personaggi e trascinarli dalla loro felicità al baratro dell’insicurezza?

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Dati sintetici

Autore: Georges Simenon

Titolo: La porta

Titolo originale: La Porte

Anno: 1962

Traduzione: Laura Frausin Guarino

Edizione italiana: Biblioteca Adelphi, 760 • 2024

Pagine: 142

ISBN: 9788845938948

Prezzo: 18,00 €

Incipit del romanzo

Come in molte vecchie case del quartiere, le finestre, alte e strette, scendevano fino a trenta centimetri dal pavimento e arabeschi in ferro battuto reggevano la sbarra del davanzale. Attraverso quegli arabeschi Foy, dalla sua sedia, seguiva più o meno coscientemente il viavai della strada. Aggrottò le sopracciglia quando vide la piccola automobile blu del dottor Aubonne girare l’angolo di rue des Francs-Bourgeois, entrare in rue de Turenne e, attraversando la strada in diagonale, fermarsi dietro al camion della cartoleria Herbiveaux.

Il dottore sporse la testa dalla portiera per assicurarsi di non essere troppo lontano dal marciapiede, eseguì una retromarcia accompagnata da un piccolo balzo in avanti e finalmente sgusciò fuori dalla minuscola auto.

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De Nittis a Palazzo Reale a Milano: una mostra completa e appassionante https://cultura.biografieonline.it/mostra-de-nittis-palazzo-reale-milano-2024/ https://cultura.biografieonline.it/mostra-de-nittis-palazzo-reale-milano-2024/#respond Mon, 24 Jun 2024 09:10:20 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42192 Ancora pochi giorni per vedere a Palazzo Reale a Milano Giuseppe De Nittis. Pittore della vita moderna. Una mostra importante, curata da Fernando Mazzocca e Paola Zatti che chiuderà il 30 giugno ma che ha dato la possibilità a moltissimi spettatori di ammirare le pere di De Nittis, circa 90 quelle esposte, che provengono da collezioni pubbliche e private.

De Nittis durante la sua fortunata carriera ha privilegiato il paesaggio, il ritratto e soprattutto la realtà della strada, le piazze affollate, le persone che passeggiano, le feste, gli incontri in due contesti metropolitani importanti quali furono Londra e Parigi, entrambe amate da De Nittis e celebrate con i suoi dipinti.

Commento alla mostra

Quello che mi ha colpito di più di questa straordinaria mostra è il percorso espositivo che ci permette di osservare i suoi dipinti attraverso tutta la sua carriera che si è basata su dipinti all’aperto dove il pittore pugliese è stato capace di cogliere i cambiamenti della sua epoca e di mostrare i primi segni della modernità. Un pittore straordinario che si è spento prematuramente a 38 anni nel pieno della sua forza creativa.

Come scrive Fernando Mazzocca nel suo saggio in catalogo edito da Silvana editoriale:

L’unicità della sua pittura, che si confronta con quella degli Impressionisti e non ne esce ridimensionata, sta proprio nella straordinaria capacità di osservazione che gli ha consentito di rendere, come pochi altri, l’inafferrabile dinamicità della città moderna, caratterizzata dall’ “imprevisto, il mutevole, ciò che è fuga”, fermandolo nell’ attimo, come i fotografi, senza irrigidirlo. (…) Dopo aver individuato un motivo da rappresentare, si recava ogni giorno ad osservare, da quel rifugio riparato dal movimento caotico della città, il suo soggetto, dipingendolo con una velocità sorprendente che costituisce la freschezza e l’incanto irripetibile della sua pittura, quello che il finestrino di una carrozza inquadra per un momento. L’ uso della carrozza, prima noleggiata e poi addirittura acquistata, non fece che aumentare la curiosità nei suoi confronti, come confermano le testimonianze di molti cronisti del tempo, colpiti da questo modo davvero unico di lavorare. Il punto di vista rialzato che caratterizza gran parte delle sue vedute parigine e londinesi deriva proprio da questo particolare e personale approccio.

Visita il sito ufficiale: De Nittis a Palazzo Reale, a Milano fino al 30 giugno.

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Sebastião Salgado. Amazônia. Esposizione fotografica a Trieste fino ad ottobre 2024 https://cultura.biografieonline.it/salgado-amazzonia-mostra-fotografica-trieste-2024/ https://cultura.biografieonline.it/salgado-amazzonia-mostra-fotografica-trieste-2024/#respond Mon, 10 Jun 2024 09:09:33 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42174 Dal 28 febbraio e fino al 13 ottobre 2024, Trieste ospita la mostra Sebastião Salgado. Amazônia, al Salone degli Incanti. Promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo con il supporto di PromoTurismoFVG e del Trieste Convention and Visitors Bureau e organizzata da Civita Mostre e Musei e Contrasto, la mostra è curata da Lélia Wanick Salgado.

Zurich è il global partner dell’intero tour internazionale della mostra Amazônia eillycaffè ne è partner per Trieste.

Raccontare l’Amazzonia

Dopo Genesi, Salgado ha deciso di raccontare l’Amazzonia, la sua incredibile ricchezza, le popolazioni che la abitano e di testimoniare, attraverso le sue fotografie, la forza evocativa di un posto magnifico, destinato a cambiare a causa dell’intervento dell’uomo e alle conseguenze del progresso. Salgado in ripetuti viaggi, durati sette anni, ha potuto abitare in zone poco accessibili, dove la sua testimonianza ha portato alla luce la forza creativa ed evocativa della foresta Amazzonica che sotto il suo obiettivo sembra uno spirito divino che racconta e testimonia la forza creatrice della natura.

Giovane donna Ashaninka. Stato di Acre, Brasile
Giovane donna Ashaninka. Stato di Acre, Brasile, 2016 – © Sebastião Salgado/Contrasto

Per Sebastião Salgado, queste immagini testimoniano ciò che sopravvive prima di un’ulteriore progressiva scomparsa. “Il mio desiderio, con tutto il cuore, con tutta la mia energia, con tutta la passione che possiedo, è che tra 50 anni questa mostra non assomigli a una testimonianza di un mondo perduto”, afferma il maestro brasiliano. “L’Amazzonia deve continuare a vivere – e, avere sempre nel suo cuore, i suoi abitanti indigeni.”

Più di 200 fotografie

Con oltre 200 fotografie esposte, Amazônia rappresenta un viaggio profondo nel polmone più importante e fragile della Terra. L’Amazzonia non è solo un luogo, in parte protetto, dove vivono in pace con la natura alcune popolazioni indigene e per il resto un luogo in cui possono essere svolti tutti i cambiamenti di cui l’uomo si fa artefice e padrone.

Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014 – © Sebastião Salgado/Contrasto
Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014 – © Sebastião Salgado/Contrasto

L’Amazzonia è una creatura viva e antica che Salgado ci mostra in tutta la sua potenza divina. E’ una realtà sacra da difendere contro tutto ciò che di storto e malato l’uomo può produrre suicidandosi e distruggendo il futuro dell’umanità. Salgado mostra come l’Amazzonia abbia una propria esistenza meravigliosa, arricchita e modulata dal tempo, dai colori, dalla luce, dalla presenza dei fiumi e degli animali. In una sorta di viaggio spirituale in un Giardino dell’Eden, vediamo un fotografo che usa la scrittura visiva e la luce per mostrarci, attraverso la sua arte, la bellezza misteriosa e incomparabile del creato. E’ un inno alla difesa di ciò che abbiamo di più importante.

Lélia Wanick Salgado, compagna di lavoro e di vita del fotografo, è responsabile della curatela e della scenografia della mostra.

“Disegnando ‘Amazônia’, ho voluto creare un ambiente in cui il visitatore si sentisse all’interno della foresta, integrato con la sua esuberante vegetazione e con la vita quotidiana delle popolazioni indigene. La mia idea era quella di presentare queste immagini, accompagnate da testi pertinenti, in modo da sottolineare la bellezza di questa natura e dei suoi abitanti, nonché la sua dimensione ecologica e umana, tutti elementi che oggi sono così minacciati e che è fondamentale proteggere e preservare”

Così commenta Lélia.

Commento alla mostra

Immergersi in questa mostra, secondo me, è trovare un percorso per interpretare visivamente la realtà, ma anche per prendere coscienza come la bellezza e la natura siano costantemente messe in pericolo dal nostro modo sonnambolico di agire, spinti d un’avidità che porterà ad un finale tragico, mentre in realtà se osserviamo le foto di Salgado, possiamo vedere come l’immensità della foresta abbracci l’immortalità.

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Miglior giornalista italiano 2024: premio a Daniele Bartocci https://cultura.biografieonline.it/premio-cesarini-miglior-giornalista-2024-bartocci/ https://cultura.biografieonline.it/premio-cesarini-miglior-giornalista-2024-bartocci/#comments Mon, 27 May 2024 14:40:23 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42162 Il giovane talento di Jesi Daniele Bartocci, rinomato giornalista e pluripremiato food manager, ha ricevuto lunedì 27 maggio, durante la Cerimonia di Premiazione del prestigioso Premio Renato Cesarini 2024, il premio di miglior giornalista italiano dell’anno 2024 (Sezione Giovani). Una serata emozionante, in compagnia di numerosi big del mondo del calcio e dello sport, per celebrare il grande Renato Cesarini, nato nelle Marche, colui che ha inventato la Zona Cesarini. Daniele Bartocci, già vincitore nei mesi scorsi dell’illustre premio 100 Eccellenze Italiane a Montecitorio (Camera dei Deputati) si conferma ancora una volta giovane ‘fenomeno del giornalismo italiano’, uno status di rising star ormai acquisito da anni. Daniele Bartocci è stato premiato proprio per la sua grinta e determinazione, ovvero per i suoi valori assimilabili a quelli di Renato Cesarini: il non mollar mai e la voglia di abbattere ogni ostacolo e di raggiungere gli obiettivi anche all’ultimo secondo, dopo grandi sacrifici e grande tenacia. Elementi che hanno consentito a Bartocci di divenire, anno dopo anno, vero fuoriclasse del giornalismo regionale e nazionale, oltre che stimato food manager e personaggio tv.

La nona edizione dell’evento, seguita da Sky, Rai e Mediaset, si è svolta presso il Teatro Pergolesi di Jesi nel pomeriggio, con cena di gala all’Hotel Federico II di Jesi. Presenti anche il CT della Nazionale Italiana Luciano Spalletti, l’ex allenatore del Milan Arrigo Sacchi, Prof. Matteo Bassetti, il Presidente Lega Serie B Mauro Balata e l’ex Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali. Tra i giornalisti protagonisti (sezione Radio e social) Giusy Meloni, ma anche Marco Lollobrigida e Simona Rolandi di Rai Sport e Luca Marchetti di Sky Sport.

Daniele Bartocci, personaggio di enorme successo nel campo food e sport, è celebre anche per il suo ruolo all’interno del talent-show Sky “King of Pizza” ideato dalla Nazionale Italiana Pizzaioli di Dovilio Nardi (ben otto Guiness World Record). Al Cesarini ha confermato, nell’ennesima circostanza, il suo talento nel campo del giornalismo sportivo e mondo food.

Questo riconoscimento si aggiunge a una fitta serie di premi e riconoscimenti, già conseguiti da Daniele Bartocci, tra cui il premio di giornalista dell’anno in ambito food ricevuto a Piazza Affari Milano durante una precedente edizione della cerimonia Innovation&Leadership Le Fonti Awards e il premio 100 Eccellenze Italiane ricevuto a Montecitorio nei mesi scorsi, oltre ai Food and Travel Awards 2022, al premio Blog dell’Anno 2022 come miglior blogger sportivo italiano e svariati altri premi come il Premio (migliori talenti millennials) Myllennium Awards 2010 e 2020 (premiato a Roma dal Presidente Coni Malagò e dall’allora Ministro Sport e Politiche Giovanili Spadafora).

La sua capacità ed eleganza nel coniugare questi due mondi apparentemente distanti, sport e food, con passione, sacrificio e dedizione rende il giornalista gentleman (come lo ha ribattezzato qualcuno) Daniele Bartocci un punto di riferimento per le nuove generazioni di giornalisti che aspirano un giorno a diventare protagonisti assoluti del palcoscenico nazionale. Daniele Bartocci, lunedì 3 giugno, a pochi giorni di distanza dal Premio Cesarini, sarà ospite di Rai Isoradio per parlare di cibo e territorio. La sua motivazione sembra derivare dallo zio Alberto Santoni, primo vice-allenatore italiano del grande leader del volley mondiale Julio Velasco, con cui Santoni allenò a Jesi in Serie A2 nel lontano 1983. Interessante la prima avventura italiana di Julio Velasco (Jesi – 1983), descritta e raccontata nello specifico proprio all’interno di un libro del giornalista Daniele Bartocci.

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Salgado, dentro all’umanità: a Ravenna la mostra fotografica Exodus https://cultura.biografieonline.it/salgado-dentro-umanita-mostra-ravenna/ https://cultura.biografieonline.it/salgado-dentro-umanita-mostra-ravenna/#respond Tue, 30 Apr 2024 15:40:11 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42056 Sebastião Ribeiro Salgado Júnior (1944) è un fotografo e fotoreporter brasiliano che attualmente vive a Parigi. Le sue foto saranno presenti alla mostra Exodiu al MAR di Ravenna fino al 2 giugno 2024.

Le foto

Seguire il percorso di Salgado, che in 180 fotografie racconta l’immigrazione dei popoli, è come affrontare un dialogo con la propria coscienza. Non si possono guardare quelle fotografie senza provare uno sgomento interiore.

Il campo per profughi ruandesi di Benako, Tanzania, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto
Il campo per profughi ruandesi di Benako, Tanzania, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto

È difficile osservare quelle immagini solo per il loro valore estetico, seppur altissimo, perché si viene subito catapultati nel significato profondo dell’esodo. Lo spostamento forzato, obbligato verso un posto che spesso è solo precario, ha spinto centinaia di migliaia di persone a lasciare territori in guerra, vedi le foto del genocidio in Ruanda; ad abbandonare, costretti, le loro case per mancanza di terra e a spingerli a combattere per averne dal governo dei loro paesi, vedi le foto del Brasile e del Messico, dove non c’era lavoro né diritti. E poi le migrazioni, a cui assistiamo ancora oggi,  per una vita migliore o solo un lavoro per mantenere la famiglia.

Spesso l’acqua è lontana dai campi profughi, Goma, Zaire, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto
Spesso l’acqua è lontana dai campi profughi, Goma, Zaire, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto

La mostra

Questa mostra ci ricorda chi siamo. Sebastião Salgado. Exodus – Umanità in cammino, curata da Lélia Wanick Salgado e composta da 180 fotografie, è divisa in quattro sezioni:

  1. Migranti e profughil’istinto di sopravvivenza;
  2. La tragedia africana: un continente alla deriva;
  3. L’America latina: esodo rurale, disordine urbano;
  4. Asia: il nuovo volto urbano del mondo.

Chiude l’esposizione una sala dedicata ai ritratti di bambini, rappresentativi di altre decine di milioni che si possono incontrare nelle baraccopoli, nei campi profughi e negli insediamenti rurali di America Latina, Africa, Asia ed Europa.

Questa mostra ci ricorda anche che l’umanità è una fonte unica a cui arrivare e che, evangelicamente, chi soffre è un nostro fratello.

Alla stazione di Ivankovo, 120 profughi vivono in un treno, Croazia, 1994, © Sebastião Salgado/ Contrasto
Alla stazione di Ivankovo, 120 profughi vivono in un treno, Croazia, 1994, © Sebastião Salgado/ Contrasto

Ma Salgado non è retorico, non cerca una comprensione universale, vuole solo mostrare le immagini, vere e incontestabili, del dolore attuale figlio delle solite tragedie anche contemporanee: guerre, differenze abnormi fra ricchezza e povertà, sovra popolazione urbana.

Sono immagini che raccontano una verità che possiamo trasporre nel nostro tempo. Ed è per questo che la mostra è un viaggio profondo e doloroso. Ma magnifico se lo si pensa nel suo finale; nell’inevitabile approdo di una nuova umanità.

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Cézanne e Renoir, l’amicizia artistica in una mostra a Milano https://cultura.biografieonline.it/cezanne-renoir-amicizia-mostra-milano/ https://cultura.biografieonline.it/cezanne-renoir-amicizia-mostra-milano/#respond Tue, 23 Apr 2024 07:11:10 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41991 Il 2024 è l’anno in cui si festeggiano i 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo. Movimento nato ufficialmente nel 1874, quando un gruppo di artisti decise di organizzare una mostra indipendente dei propri lavori.

La mostra venne organizzata dalla Société anonyme des artistes peintres, sculpteurs et graveurs nello studio del fotografo Nadar, a Parigi. E proprio per festeggiare questo evento è possibile visitare dal 19 marzo al 30 giugno a Palazzo Reale di Milano una mostra che mette a confronto due grandi artisti dell’epoca, Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir. Due amici, due pittori che hanno contribuito alla nascita dell’Impressionismo e con le loro opere hanno influenzato molte generazioni di artisti.

La mostra

Promossa da Comune – Cultura con il patrocinio del Ministero della Cultura e della Ambassade de France en Italie, l’esposizione è prodotto da Palazzo Reale, Skira Arte e Museum Studio, in collaborazione con Musée de l’Orangerie e Musée d’Orsay, nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026. È curata da Cécile Girardeau, conservatrice al Musée de l’Orangerie di Parigi, e Stefano Zuffi, storico dell’arte, con la collaborazione di Alice Marsal, responsabile degli archivi e della documentazione al Musée de l’Orangerie. Il progetto è realizzato grazie a Enel, in qualità di main partner, e grazie a Fineco, premium partner.

Fatte le dovute premesse, la mostra è indubbiamente interessante; perché accosta le opere dei due pittori – sono 52 quelle esposte – le quali ci permettono di attraversare dagli anni ’70 dell’800 fino ai primi del ‘900 il lavoro di entrambi e il modo in cui i due pittori hanno dialogato fra di loro.

L’amicizia tra Cézanne e Renoir

Erano amici, Cézanne e Renoir, e il loro dialogo, attraverso la scelta dei soggetti, è una delle esperienze più affascinati che mi è capitato di osservare in questi anni.

Entrambi cercano la loro più pura ispirazione, ma mentre Cézanne è controllo, misura, disciplina, geometria, Renoir è un’esplosione di colori, di materiale pittorico, di luce, di forza creativa che cerca con maestria il soggetto perfetto.

Entrambi però si confrontano con i paesaggi, le nature morte, i soggetti umani e vediamo fra di loro un dialogo interessante che nei dettagli delle pennellate li mette in un confronto inedito; non l’uno di fronte all’altro, ma vicini in una ricerca estatica della luce, per catturare, impressionare, la realtà.

Il percorso espositivo parte proprio da questo dialogo per mostrare le affinità ma anche il modo in cui entrambi hanno sviluppato una propria poetica espressiva che li ha portati su strade differenti, mantenendo però fra loro sempre un dialogo costante.

Interessante, dopo aver visto i soggetti che hanno ispirato anche altri pittori, come Picasso, osservare la ricostruzione dei loro studi.

Alla fine della mostra infatti ci imbattiamo nella ricostruzione dei due studi ispirati dai documenti d’epoca, dove entrambi i pittori hanno realizzato le loro opere.

Cézanne-Renoir - catalogo della mostra
Cézanne-Renoir: il catalogo della mostra

Il catalogo

Visita => Cézanne/Renoir. Capolavori dal Musée de l’Orangerie e dal Musée d’Orsay (Skira)

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Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850–1950: la mostra ed il libro https://cultura.biografieonline.it/da-monet-a-matisse-french-moderns/ https://cultura.biografieonline.it/da-monet-a-matisse-french-moderns/#respond Tue, 09 Apr 2024 09:47:19 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41957 Quadri emblematici in un percorso ricco

A palazzo Zabarella, a Padova, è stata allestita la mostra “Da MONET a MATISSE. French Moderns, 1850–1950” con il contributo del Brooklyn Museum. Il Brooklyn è una delle istituzioni con le quali palazzo Zabarella dialoga per fornire esempi originali di mostre e percorsi culturali che hanno contraddistinto la storia dell’arte.

Così è questa mostra, la quale riunisce una serie di quadri emblematici di un secolo in cui gli artisti si allontanano dalle formalità accademiche per concentrarsi, invece, sulla vita quotidiana. Ma la mostra è anche un percorso selezionato per celebrare la Francia come luogo del modernismo internazionale della seconda metà dell’Ottocento.

Gli autori

Il percorso è ricco di sorprese e di capolavori; troviamo infatti esposte opere differenti per soggetto, dimensioni e stile – realizzati dai principali artisti dell’epoca, sia quelli di origine francese, sia quelli che si sono formati e hanno esposto in Francia: Pierre Bonnard, William Bouguereau, Gustave Caillebotte, Paul Cézanne, Marc Chagall, Jean-Baptiste-Camille Corot, Gustave Courbet, Edgar Degas, Fernand Léger , Henri Matisse, Claude Monet, Berthe Morisot, Gabriele Münter, Pierre-Auguste Renoir, Odilon Redon, Yves Tanguy, Édouard Vuillard, Auguste Rodin e molti altri, per un totale di 45 maestri.

Il focus sono le trasformazioni dell’arte in concetti e movimenti che hanno permesso a molti artisti di sperimentare un percorso originale dalla seconda metà dell’800 alla prima del ‘900.

Il percorso

Attraversiamo, come se fossimo in una macchina del tempo, in cui l’arte è la nostra bussola, 100 anni di storia.

L’esposizione ha il pregio quindi di essere un percorso che può aprire altre porte verso una comprensione prospettica dei cambiamenti artistici avvenuti a Parigi in un lasso di tempo contenuto, se si pensa a quali rivoluzioni l’arte è andata in contro in quel periodo.

Iniziamo infatti con pittori più legati all’arte tradizionale e accademica come Gérôme e Bouguereau. Proseguiamo poi con i soggetti non convenzionali dipinti da Millet, che fu ispiratore di Van Gogh e Boudin.

Nei loro quadri la pennellata è più sciolta e libera. La luce diventa una guida per i dipinti in plein air.

Ci avviciniamo al modernismo con i lavori di Sisley e Pissarro. E giungiamo a vedere i primi lampi dell’impressionismo con Monet, Renoir e Degas.

Meraviglioso poi il quadro di Boldini da osservare in una prospettiva di movimento ed energia che incanta per la sua modernità e forza creatrice.

Il ‘900 è anche rappresentato dalla scultura di Rodin che chiude idealmente il percorso, dopo che Matisse e Chagall ci hanno mostrato il modo in cui la pittura poteva essere sperimentata oltre il soggetto.

La mostra è una sintesi molto interessante di un percorso essenziale nella storia dell’arte.

In Francia sono avvenuti, a cavallo dei due secoli, alcune delle trasformazioni più significative che hanno sconvolto i generi ma hanno anche cambiato la percezione di come la realtà poteva essere vista e rappresentata dall’arte.

Il libro

Il catalogo della mostra “Da MONET a MATISSE. French Moderns, 1850–1950” è un ottimo specchio di questo cambiamento; una sintesi affascinante che apre altre porte meravigliose alla scoperta dell’arte e della sua evoluzione.

Da Monet a Matisse - mostra e libro
  • Titolo del Libro: Da Monet a Matisse: French Moderns 1850-1950
  • Autore:  Museum Brooklyn
  • Editore: Conti Tipocolor
  • Pubblicazione: 2023
  • Genere: pittura
  • Pagine: 148
  • Traduttore: Palazzi M.
  • Dimensioni: mm 254 x 280
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Martin Parr, una mostra dolce e crudele a Milano https://cultura.biografieonline.it/martin-parr-una-mostra-dolce-e-crudele-a-milano/ https://cultura.biografieonline.it/martin-parr-una-mostra-dolce-e-crudele-a-milano/#respond Tue, 27 Feb 2024 06:48:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41910 Martin Parr è uno dei più grandi fotografi contemporanei. Potremmo definire il suo lavoro lo sguardo di un antropologo che osserva la società mentre cambia. Ma non è solo un antropologo che documenta è anche un filosofo che pone dei dubbi sul nostro modo di vivere, sul nostro desiderio di omologarci, sulle nostre contraddizioni e sulla inesorabile ricerca del brutto. Le foto di Martin Parr sono una sintesi crudele e ironica degli ultimi cinquant’anni di evoluzione sociale.

La mostra a Milano, fino al 30 giugno 2024

Al Mudec di Milano si può assistere ad una mostra sorprendente per colori, immagini, idee, intelligenza, ironia e crudeltà. La mostra si chiama “Martin Parr, short & sweet” ed è realizzata in collaborazione con Magnum Photos.

Si potrà visitare fino al 30 giugno 2024.

La comunicazione visiva di Martin Parr

Martin Parr è un fotografo e documentarista fra i più celebri e celebrati. Le sue immagini sono ironiche, crudeli, tenere, spietate, divertenti e soprattutto il suo lavoro si può definire antropologico, perché attraverso una serie di periodi presentati in mostra che iniziano negli anni ’70 e terminano agli inizi del duemila.

La mostra si apre con la serie “The non-conformists”, una serie di fotografie in bianco e nero che un giovane Parr scatta nello Yorkshire documentando le vite di operai, agricoltori, guardiacaccia e un’associazione di mariti “presi per il naso”.

Molto interessante è il primo progetto a colori di Parr: “The last resort” in cui il fotografo ritrae dal 1982 al 1985 le vacanze di famiglie a basso reddito in un sobborgo balneare di Liverpool. L’impatto è scioccante, perché Parr mette a nudo le contraddizioni di una società consumistica fintamente approdata ad una condizione migliore. E tuttavia le immagini mostrano un contesto sociale che non ha nulla a che vedere con le vacanze ma assomiglia ad una zona industriale in decadenza, dove le persone cercano di realizzare una parvenza di vacanza.

Un altro capitolo della mostra si intitola “Common sense” ed è un pannello formato da 200 foto in A3, una sorta di collage del cattivo gusto, del consumismo, del kitsch e della deriva immaginifica. Anche il turismo di massa viene preso di mira dall’obiettivo di questo strano antropologo che riesce con la luce e la prospettiva a mostrarci aspetti aberranti del vivere comune.

La torre di Pisa, 1990 - Martin Parr
La torre di Pisa, 1990 – Martin Parr

C’è una delicatezza nel suo modo di vedere la realtà, nel cercare di comunicare le impressioni che ricava viaggiando o unendo i fili comune dell’evoluzione sociale della sua Inghilterra.

In un’intervista in cui spiega il suo lavoro e che è proiettata durante la mostra Parr spiega il suo lavoro, le sue passioni, i suoi interessi. Ma la verità è che il suo lavoro non può essere spiegato al di là di questa straordinaria funzione documentaristica in cui ogni scatto diventa un pezzo di noi.

Martin Parr Short and Sweet
Martin Parr Short & Sweet

Il catalogo della mostra

Il catalogo della mostra “Martin Parr. Short & Sweet”, edito da 24 ORE Cultura, è disponibile presso il bookshop della mostra, nelle librerie e online.

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