Riassunti Archivi - Cultura https://cultura.biografieonline.it/argomento/letteratura/libri/riassunti/ Canale del sito Biografieonline.it Mon, 11 Nov 2024 14:52:08 +0000 it-IT hourly 1 Pasto Nudo, romanzo di William S. Burroughs (riassunto) https://cultura.biografieonline.it/pasto-nudo/ https://cultura.biografieonline.it/pasto-nudo/#comments Mon, 11 Nov 2024 14:51:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19233 Un capolavoro assoluto realizzato dallo scrittore e saggista statunitense William S. Burroughs è “Pasto Nudo“. Il romanzo fu pubblicato nel 1959 a Parigi dalla Olympia Press. In seguito ne seguì un’altra edizione statunitense pubblicata da Grove Press, nel 1962. In ultimo, nel 2002, grazie al prezioso contributo degli scrittori James Grauerholz e Barry Miles, il testo “Pasto Nudo” venne risistemato. Vennero aggiunti brani che fino allora risultavano mancanti.

Pasto Nudo - libro - riassunto
Pasto Nudo (Naked Lunch). Prima edizione: 1959; prima edizione italiana: 1964.

Appunti dall’inferno

Inizialmente, il libro di Burroughs fu oggetto di un importante processo per oscenità e di innumerevoli censure. Dapprima, venne riconosciuto solo come un ritratto dall’inferno. Poi fortunatamente gli editori vinsero la causa a Boston e il romanzo, nel 1962, venne pubblicato anche negli USA.

Pasto Nudo viene definito una raccolta di appunti dall’inferno, che rimarrà impresso nelle nostri menti. Lo scrittore si sofferma sul tema della “Malattia”, quello della tossicodipendenza, che non lascia inizialmente scampo al protagonista del romanzo. Il protagonista è il suo Doppio Lee, che vive in un clima di sconforto, di indifferenza e di solitudine.

Il romanzo è autobiografico perché anche lo stesso autore fu afflitto da questo problema per ben quindici lunghi anni. Al termine di questo “inferno”, riordinò i bozzetti definiti da lui stesso “deliranti”. Infine li pubblicò in un romanzo dal senso compiuto.

William Burroughs
William Burroughs

Nel libro, Burroughs dispone i capitoli in maniera disordinata.

Segue solamente la libera rappresentazione dei pensieri di una persona, così come compaiono nella mente (ovvero il flusso di coscienza).

Adotta molto spesso una brusca interruzione dei passaggi.

Il libro non è certo caratterizzato da forme di sentimentalismo.

E l’humor americano usato dalla scrittore è spesso molto duro e pungente.

Il titolo

Il titolo del romanzo, “Pasto Nudo”, gli fu suggerito dal suo amico scrittore e poeta statunitense Jack Kerouac, considerato uno dei maggiori e più importanti scrittori statunitensi del XX secolo. Con il titolo “Pasto Nudo”, si vuole indicare l’istante, raggelato, in cui si vede quello che c’è sulla punta della forchetta.

Sento sul collo il fiato caldo della Legge, li sento che fanno le loro mosse, piazzano pupe diaboliche come informatori e canticchiano davanti al cucchiaino e al contagocce che butto via alla fermata di Washington Square, salto un cancelletto girevole, scendo a precipizio due rampe di scale di ferro, prendo la metropolitana in direzione uptown… (INCIPIT)

Riassunto di “Pasto Nudo”

Prima parte

Il libro narra delle vicende e della vita di un tossicodipendente che vive la sua vita tra il bisogno di dipendenza dalla droga e il continuo sfuggire da poliziotti e spacciatori. Nella prima parte del romanzo, viene descritto il mondo sommerso di Lee, il Doppio dello scrittore. Egli trascorre le sue giornate in preda ai sintomi di astinenza dall’eroina e il desiderio di fuga tra USA, Messico e l’Interzona, ovvero Tangeri. Vengono così narrate le sue deliranti esperienze visionarie.

Lo scrittore, nel libro, ci offre un ritratto diverso della società americana di fine anni Cinquanta, fatta di casa e famiglia e buoni propositi e ci presenta, in questo caso, uno spaccato dell’America all’acido fenico e assoggettata dalla volontà dello Stato.

In questo particolare contesto, anche gli altri protagonisti del libro si inseriscono in un clima diverso rispetto a quello della classica America anni Cinquanta. Risultano tutti soppressi, emarginati e inquadrati in una cospirazione di più ampio respiro. Tale cospirazione coinvolge in modo significativo tutti gli ambienti della politica, della medicina, arrivando perfino al terrorismo internazionale.

Seconda parte

Nella seconda parte del libro, invece, l’autore si sofferma sulla figura chiave del Dottor Benwey. Egli è a capo del Centro di Ricondizionamento nella Repubblica della Libertà, luogo caratterizzato da persone deviate come tossicodipendenti e criminali. L’uomo viene descritto come un personaggio manipolatore e coordinatore di sistemi, di simboli. E’ uno scienziato esperto di tutti gli aspetti dell’interrogatorio, del lavaggio del cervello e del controllo.

Lo scienziato, infatti, utilizza le proprie competenze per la creazione di sistemi di controllo della personalità più efficaci ma che, alla fine, non riescono a risolvere i reali problemi dei protagonisti.

Anche Tangeri, la città in sui si svolgono gli altri avvenimenti, è condizionata da una sorta di controllori che manipolano il muoversi dei loro bisogni fisici per accrescere solamente il proprio potere. Il messaggio che passa è che l’umanità è in parte succube di tale situazione. La colpa è attribuibile in parte ad una società sbagliata.

Temi trattati

Tra i temi fondamentali descritti da Burroughs troviamo, oltre quello della tossicodipendenza, quello relativo al controllo delle menti che lo Stato compie di sovente sugli individui e quello relativo all’uso della telepatia come unico mezzo e salvezza per sfuggire e superare questa particolare situazione.

Commento all’opera

Il libro, con il tempo, ottenne un notevole successo tanto che furono numerose le traduzioni del romanzo. Fu perfino realizzato un film omonimo dal titolo: “Il Pasto Nudo”, nel 1991. A realizzarlo fu il regista e produttore cinematografico David Cronenberg con la straordinaria partecipazione di Julian Sands, Peter Weller, Ian Holm, Judy Davis. Sontuoso.

Non dimentichiamo inoltre che il fumettista italiano Gianluca Lerici ha realizzato l’adattamento a fumetti ispirandosi al libro “Pasto nudo” di William S. Burroughs per la Shake Edizioni.

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La metamorfosi, opera di Kafka: riassunto e interpretazione https://cultura.biografieonline.it/kafka-la-metamorfosi/ https://cultura.biografieonline.it/kafka-la-metamorfosi/#comments Sun, 10 Nov 2024 20:20:29 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8567 La metamorfosi è il romanzo più noto di Franz Kafka. Venne pubblicato nel 1915 a Lipsia. Il titolo originale è Die Verwandlung. Il romanzo fu inizialmente pensato – e in parte scritto – nel 1912 mentre Kafka stava lavorando a quello che sarebbe stato America. Questo romanzo incompiuto inizialmente aveva il titolo de Il disperso.

La Metamorfosi Kafka
Kafka: La Metamorfosi (1915), illustrazione

La metamorfosi: riassunto e trama

Prima parte

Il protagonista

Gregor Samsa è un commesso viaggiatore ligio al dovere e dedito alla famiglia. Vive nella casa dei suoi genitori, dove risiede anche la sorella. E’ lui che provvede ai bisogni economi di tutti, per questo il suo lavoro è fondamentale. Ogni mattina si sveglia prestissimo per prendere il treno e iniziare la sua giornata di lavoro. Ma quel mattino, in cui inizia la narrazione, gli è impossibile alzarsi dal letto, perché si è trasformato in uno scarafaggio.

Lo scarafaggio

Le proporzioni sono quelle di uno scarafaggio gigantesco, disteso sul letto e che agita le zampette. E’ lui, perché ha mantenuto la coscienza di sé, ma contemporaneamente non è più se stesso, perché anche la voce, oltre al corpo, ha assunto le sembianze di un insetto.

È tardi, sono le sette passate e Gregor non si è ancora alzato; non può farlo perché gli è impossibile girarsi sulle zampe. I suoi genitori e la sorella nel frattempo si sono svegliati e cominciano a preoccuparsi del fatto che Gregor non va al lavoro. Lo chiamano e lui, sforzandosi di parlare con una voce semi umana, cerca di tranquillizzarli.

Nel frattempo, visto che un fattorino doveva aspettarlo in stazione e non lo ha visto arrivare, l’azienda ha mandato il procuratore a controllare il suo stato di salute. Gregor cerca di alzarsi dal letto ma il suo nuovo corpo gli impedisce movimenti repentini e mentre i genitori intrattengono il procuratore che inizia a spazientirsi, Gregor balza dal letto cadendo pesantemente a terra. Cerca di rassicurare tutti quanti, aggiungendo che presto uscirà dalla stanza ma la sua voce somiglia più a quella di un animale che a quella di un essere umano.

Il procuratore si irrita, ritiene di essere preso in giro e avverte Gregor che se continua su questa strada sarà licenziato. Inoltre si lamenta con i suoi genitori del rendimento scarso sul lavoro di Gregor, affermando che negli ultimi mesi è peggiorato nel rendimento professionale. A questo punto Gregor, con uno sforzo immenso, riesce ad aprire la porta con ciò che non è più la sua bocca.

Seconda parte

Il procuratore sopraffatto dall’orrore scappa dalla casa precipitandosi giù per le scale. La madre, vedendo in che cosa il figlio si è trasformato, sviene mentre il padre lo scaccia indietro colpendolo con un giornale. La porta della stanza viene chiusa. Gregor è esausto e si addormenta. Quando si sveglia trova del latte vicino al letto ma non riesce a berlo, i suoi gusti sono cambiati.

Nei giorni seguenti scopre il movimento e decide di nascondersi sotto al divano, così da permettere alla sorella di portargli del cibo più appropriato e di pulire la stanza.

Le giornate di Gregor

Gregor passa le sue giornate ascoltando i discorsi dei familiari che sono sempre più cupi a causa dei problemi economici che lo stato di Gregor ha aggravato.

Le sue giornate passano senza che possa uscire dalla stanza; può vedere, però, nascosto sotto il divano, la sorella che gli porta da mangiare. Scorrazza anche per la stanza, arrampicandosi sui muri per provare le sue nuove abilità.

Grete, la sorella, pensa allora che sia una buona idea togliere alcuni mobili per lasciargli lo spazio necessario per spostarsi. Un giorno, però, Gregor vede la madre prendere un quadro che a lui interessa particolarmente, esce quindi dal divano e quando la madre lo vede grida terrorizzata e fugge dalla stanza. Gregor la insegue e il padre vedendo il figlio-insetto scorrazzare per la casa, gli tira una mela che va a conficcarsi nella sua schiena-corazza.

Gregor ferito torna nella sua stanza e rimane bloccato per diverse settimane, mentre la mela marcisce nella sua schiena.

I giorni passano e la situazione per Gregor si fa sempre più difficile.

I genitori nel frattempo hanno sub-affittato l’appartamento; una sera Grete decide di suonare il violino per i nuovi inquilini.

Gregor esce dalla stanza, perché la porta è rimasta aperta. Appena viene visto, il padre lo ricaccia in camera, ma i nuovi inquilini, terrorizzati e scioccati dalla visione dell’insetto, decidono di andarsene senza pagare l’affitto.

La decisione della famiglia

A questo punto Grete è costretta a trovarsi un nuovo impiego e Gregor rimane solo, abbandonato a se stesso. Il padre, che lo odia, mentre la madre lo teme, decide che è necessario sbarazzarsi del figlio-scarafaggio, perché sarà sempre più un ostacolo alla loro vita e gli impedirà di rialzarsi dal collasso economico in cui sono precipitati.

La metamorfosi: il finale

Gregor dopo aver sentito la discussione della sua famiglia sul suo futuro, capisce di essere un peso inutile e di non avere più alcuna speranza di essere protetto e aiutato dai suoi. Si lascia quindi andare verso un declino inesorabile: non mangia più fino a perdere le forze e a morire. La sua famiglia, dopo aver scoperto la carcassa, si sbarazza di Gregor e comincia una nuova vita. Si trasferiscono, quindi, in un appartamento più piccolo e iniziano a sperare di poter maritare la figlia.

Foto di Franz Kafka
Franz Kafka

Interpretazione

Come tutti i capolavori anche La metamorfosi di Kafka si presta a diverse interpretazioni.

La prima e più spontanea riguarda il tema del diverso: colui che viene emarginato in famiglia e in società per il suo aspetto, le sue idee, il suo comportamento e anche le sue scelte.

È probabile che in questo caso Kafka volesse esprimere i suoi conflitti famigliari che da sempre hanno reso il suo rapporto con l’istituzione famigliare difficile e complesso.

Al di là di questo, il romanzo ha forti venature di ironico sarcasmo. Poche volte esse sono state prese in considerazione perché si è preferito considerarle espressione del romanzo tragico che travolge ogni altra considerazione.

Tuttavia, se si legge con attenzione la prima parte, si nota come la situazione fisica del protagonista lo porti, implicitamente, ad ironizzare su se stesso. Anche se in seguito verrà annichilito dall’egoismo e dalla crudeltà di suo padre e dalla debolezza di sua madre.

Interessante è anche approfondire il modo in cui i famigliari cambiano atteggiamento nei confronti del figlio. Egli finché lavora accettando il suo ruolo sociale è considerato con rispetto e ammirazione dai genitori. Ma quando diventa un peso, il suo ruolo viene ribaltato. Quasi con sollievo i suoi genitori e la sorella ne apprendono la morte.

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Il Rosso e il Nero di Stendhal: riassunto e analisi approfondita del capolavoro https://cultura.biografieonline.it/riassunto-il-rosso-e-il-nero/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-il-rosso-e-il-nero/#respond Wed, 18 Sep 2024 15:22:08 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10019 Romanzo dello scrittore francese Stendhal, “Il rosso e il nero” reca come data della prima stampa 1831 ma in realtà fu redatto e completato nel 1830. Lo scrittore fu uno dei maggiori rappresentanti del romanzo francese del XIX secolo. È ricordato per essere profondamente romantico ma anche altrettanto critico: infatti i suoi romanzi sono pieni di aspra analisi dei personaggi.

Egli è infatti considerato l’iniziatore del romanzo in senso moderno, ma fu quasi ignorato dai suoi contemporanei.

Il rosso e il nero - copertina
Stendhal: Il rosso e il nero. Una copertina italiana e una riproduzione fotografica della prima edizione francese, del 1831.

Il rosso e il nero (titolo francese originale: Le Rouge et Le noir), è il secondo romanzo di Stendhal (pseudonimo di Henri Beyle) e prende spunto proprio da una storia vera: la condanna a morte di un figlio di un maniscalco dopo aver assassinato l’amante, una vicenda molto nota della Francia del tempo.

Con questo romanzo, l’autore cerca di dipingere uno spaccato della società francese a seguito delle rivoluzioni del 1830 e quindi dell’età post napoleonica.

Il rosso e il nero: riassunto

La storia narrata è quella del giovane Julien Sorel, un ragazzo molto ambizioso e studioso, che ammira Napoleone Bonaparte.

Diventato precettore a casa del sindaco della sua città, Monsieur Renal, il giovane Julien aspira a diventare l’amante di sua moglie Madame de Renal, ma i due si innamorano dando inizio ad una chiacchierata storia. Le voci iniziano a diffondersi in paese e per questo il giovane sceglie di entrare in seminario.

La sua ambizione però ancora non si placa perché anche qui riesce ad entrare in un giro di potenti amicizie e ad andare a Parigi come segretario del marchese de la Mole. Qui conduce una vita mondana e si innamora della figlia del marchese, Mathilde. I due riescono a stare insieme e la ragazza aspetta anche un bambino. Il marchese non è molto contento ma accetta comunque di far sposare i due giovani.

Prima del matrimonio arriva una lettera di Madame de Renal, la prima amante di Julien per informare il marchese che Julien è un truffatore, ovviamente per vendetta personale. Il marchese crede a queste cattiverie e quindi annulla il matrimonio.

Julien Sorel per vendetta torna nel suo paese e ferisce Madame de Renal con un colpo di pistola. Per questo è condannato alla ghigliottina; alla sua morte Mathilde recupera la testa e la bacia. Madame de Renal morirà di colera pochi giorni dopo.

Commento e breve analisi

Il romanzo Il rosso e il nero, vuole illustrare la Francia del tempo con un tocco di intensità e romanticismo per la descrizione dei personaggi. Importante è il titolo col suo simbolismo.

Il rosso evoca il colore del sangue. Mentre il nero evoca il colore della morte. C’ anche la contrapposizione tra il colore della rivoluzione francese (rosso) e quello del clero (nero).

Tutte le azioni dei personaggi vengono analizzate, soprattutto l’ambizione del protagonista. Resta così a noi un’opera ricca di forze fatali e di passione.

Analisi approfondita per punti

Chi è il protagonista?
Il protagonista è Julien Sorel, un ragazzo povero ma molto intelligente. Julien sogna di diventare importante e ricco, anche se proviene da una famiglia umile. È affascinato da due cose:

Il rosso
Rappresenta la carriera militare e l’eroismo di Napoleone.

Il nero
Simboleggia la carriera ecclesiastica (cioè diventare prete). 

Cosa succede nella storia?

L’inizio della scalata
Julien diventa precettore (insegnante privato) nella casa del sindaco de Rênal.
Qui, inizia una relazione segreta con la signora de Rênal.

Il seminario
Dopo essere stato scoperto, Julien va in seminario per diventare prete. Qui impara a essere furbo e a fingere per ottenere ciò che vuole.

Parigi
Julien diventa segretario del marchese de La Mole a Parigi. Si innamora di Mathilde, la figlia del marchese, e lei rimane incinta.
La vendetta: Quando tutto sembra andare bene, Julien riceve una lettera della signora de Rênal che lo descrive come un imbroglione. Furioso, Julien torna al paese e le spara, ferendola.

Il processo e la fine
Julien viene arrestato e condannato a morte. In prigione, capisce di amare veramente solo la signora de Rênal e accetta il suo destino.

I temi principali del libro

Ambizione
Julien vuole a tutti i costi diventare importante nella società.

Ipocrisia
Il libro mostra come molte persone fingono di essere ciò che non sono per ottenere vantaggi.

Amore
Julien ha relazioni con due donne molto diverse tra loro, la signora de Rênal e Mathilde.

Conflitto di classe
Il libro mostra le differenze tra ricchi e poveri nella Francia dell’epoca.

Perché questo libro è importante?

Critica la società
Stendhal usa la storia di Julien per criticare la società francese del suo tempo, mostrando come fosse piena di ingiustizie e falsità.

Psicologia dei personaggi
L’autore descrive molto bene i pensieri e i sentimenti dei personaggi, facendoli sembrare reali.

Realismo
Il libro racconta una storia che sembra vera, mostrando la vita quotidiana dell’epoca in modo realistico.

Stile innovativo
Stendhal usa uno stile di scrittura diretto e moderno per la sua epoca, che influenzerà molti scrittori successivi.

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Madame Bovary: riassunto e analisi del romanzo di Flaubert https://cultura.biografieonline.it/riassunto-madame-bovary/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-madame-bovary/#comments Mon, 09 Sep 2024 09:11:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10519 Gustave Flaubert è l’autore del celebre romanzo Madame Bovary, tradotto in italiano con il titolo La signora Bovary. Per il suo romanzo, l’autore trae spunto dalle vicende realmente accadute ad una giovane donna di provincia, Delphine Delamare, del cui suicidio ne parlò la stampa nel 1848. Nel romanzo, l’autore mette in risalto l’ipocrisia della società e la sua decadenza; messo subito sotto inchiesta per oltraggio alla morale dell’epoca, è senza dubbio un romanzo realista e rivoluzionario.

Madame Bovary
Madame Bovary

Un infinito di passioni può concentrarsi in un attimo come una folla in un piccolo spazio.

Breve commento introduttivo

L’autore Gustave Flaubert critica sia la società del suo tempo, che le vite dei suoi personaggi.

La narrazione non è invadente ma realistica e permette al lettore di immedesimarsi e di calarsi alla perfezione nei panni dei personaggi principali.

L’autore focalizza la sua attenzione sullo spietato ritratto del microcosmo di provincia, popolato da piccoli uomini, che perseguono solo il proprio utile individuale.

A detta dell’autore, per loro non c’è nessuna via di salvezza né tantomeno di redenzione.

Riassunto e analisi

Prima parte

Il romanzo è incentrato sulla signora Emma Bovary, moglie di un ufficiale sanitario, che, stanca della noiosa vita di provincia, si dà all’adulterio ed inizia a vivere socialmente in modo esagerato e al di sopra dei suoi mezzi.

La vita della Signora Bovary non è un caso a sé, perché tutt’oggi all’interno della nostra società, molte persone si sentono come lei, vorrebbero essere qualcun altro, per poter avere l’illusione di cambiare vita. Il lettore si immedesima con la protagonista principale e ne segue tutte le varie vicissitudini amorose. Madame Bovary proietta i suoi castelli immaginari nella mediocre e provinciale realtà quotidiana.

La protagonista del romanzo risulta essere sempre più insoddisfatta, poiché le sue fantasie, che trascendono la sua vita, non potranno mai evidentemente realizzarsi. I sentimenti dei personaggi vengono enfatizzati dall’autore solo attraverso una continua progressione di percezioni corporee e sensoriali.

Il libro narra le vicende di una bella ragazza di campagna, Emma Rouault, che accetta di buon grado di sposarsi con Charles Bovary, ufficiale sanitario rimasto vedono in giovane età.

Emma si rivela sin da subito una donna colma di desideri di lusso, vagheggiamenti e romanticherie che provengono dalla sua lettura dei romanzi rosa.

Il marito vive con lei felice, ma lei lo trova segretamente debole e rozzo: odia lui, i suoi familiari, i suoi modi di fare e di vivere.

La donna pensa che la nascita di un figlio maschio porterà beneficio al loro matrimonio. Ma quando partorisce una figlia femmina, la donna ricade nell’ansia e si risente persa e smarrita. Il marito cerca di venirle incontro facendola trasferire dal villaggio di Tostes a quello di Yonville. Ma Madame Bovary trova la vita di provincia molto deprimente e noiosa.

Seconda parte

Per cercare di uscire da questa situazione, Emma cede al corteggiamento di un giovane studente di giurisprudenza, Léon Dupuis, che sembra condividere con lei il gusto per le “cose più belle della vita”.

Quando l’uomo parte alla volta di Parigi per trasferirsi, Emma inizia ad intrattenere una relazione amorosa con un ricco proprietario terriero, monsieur Rodolphe Boulanger.

Emma vorrebbe fuggire con Rodolphe ma lui non se la sente di abbandonare tutta la sua vita per scappare con lei e, seppur avendo deciso di farlo, la sera prima del giorno fatidico, decide di non partire con lei e lascia una sua ultima lettera d’addio sul fondo di un cesto di albicocche.

La protagonista, a questo punto, rimane talmente scossa dall’accaduto che cade in un periodo di malattia fisica ma soprattutto psichica. Si chiude completamente in se stessa e cerca rifugio perfino nella religione. Ma è solo un periodo passeggero e momentaneo.

Madame Bovary, mentre si trova ad assistere all’opera a Roan con il marito Charles, rincontra di nuovo Lèon.

A quel punto di nuovo scocca la scintilla, cede nuovamente alla passione amorosa ed inizia a frequentare il giovane ogni settimana, il giovedì.

Usa come scusa nei confronti del marito, quella di andare a prendere lezioni di pianoforte. Ma presto viene riconosciuta in città e, se non bastasse, il marito scopre, incontrando l’ipotetica sua maestra di pianoforte, che Emma non frequenta nessuna lezione.

Di questa situazione ingarbugliata ne approfitta Lheureux, merciaio ed usuraio che avendola riconosciuta in compagnia di Léon, la inganna facendole firmare delle cambiali.

Il tempo passa ed il debito di Emma nei confronti dell’usuraio arriva alla notevole somma di 8.000 franchi.

Finale

A questo punto, Lheureux le fa mandare un’ingiunzione del tribunale che prevede il pignoramento dei beni per la cifra dovuta.

Emma inizia a chiedere aiuto a tutti, arrivando anche prostituirsi, senza però riuscire a risolvere il problema.

In preda alla disperazione si fa dare da un farmacista dell’arsenico e, stanca di tutto e tutti, decide di berlo per porre fine alla sua vita, scrivendo prima una lettera d’addio a Charles. Dopo la morte di Emma, il marito per un lungo periodo vive nel ricordo nostalgico di lei, fino a che un giorno scopre per caso tutte le lettere d’amore che Rodolphe e Léon avevano scritto a sua moglie.

Quasi impazzito dal dolore decide di lasciarsi andare ed incomincia a bere. Un giorno, la figlia lo trova morto seduto su di una panchina, con in mano una ciocca di capelli di Emma, Madame Bovary.

Madame Bovary (1856)
Madame Bovary, celebre romanzo di Gusttave Flaubert del 1856

Al cinema e oltre

Il romanzo, nonostante tutte le critiche avute per oltraggio alla morale, fu adattato per il grande schermo la prima volta nel 1933 da Jean Renoir, poi giunse la Madame Bovary cinematografica del 1949 di Vincente Minnelli, quella del 1969 dal titolo “I peccati di Madame Bovary” di Hans Schott-Schöbinger, con Edwige Fenech, fino all’ultimo adattamento, quello del 1991 di Claude Chabrol.

Successivamente, nel 1997, Madame Bovary è stata trasposta in manga dalla Mangaka Yumiko Igarashi.

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Il vecchio e il mare, di Ernest Hemingway: riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-il-vecchio-e-il-mare/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-il-vecchio-e-il-mare/#respond Wed, 21 Aug 2024 09:18:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10639 Una delle opere più conosciute e di successo di Ernest Hemingway è il romanzo intitolato Il vecchio e il mare (titolo originale The Old Man and The Sea), pubblicato nel 1952 per la prima volta sulla rivista Life. L’autore, grazie al libro, diviene famoso e riceve il premio Pulitzer nel 1953, mentre l’anno successivo ottiene il premio Nobel per la Letteratura.

Il vecchio e il mare (Ernest Hemingway, 1952)
Il vecchio e il mare: una copertina italiana del romanzo e una copertina della rivista Life del 1952 – Il titolo originale è: The Old Man And The Sea

Si tratta di un romanzo molto intenso, nel quale lo scrittore coniuga tutti gli elementi necessari che possono incuriosire il lettore, tra cui maledizione e magia, solitudine, paura dell’abbandono, amore per la vita e per l’arte della pesca. Una favola da non perdere, per tutti gli amanti della lettura e dei romanzi.

Prefazione

“Il vecchio e il mare” è ambientato nell’isola di Cuba e nell’Oceano Atlantico, zona in cui il protagonista andava abitualmente a pescare. Il lettore si identifica nelle vicissitudini del personaggio principale, il vecchio Santiago, che con molta difficoltà cerca di portare a termine la sua missione.

Santiago è un personaggio che suscita molta tenerezza e, leggendo il romanzo, la tentazione del lettore è quella di volerlo aiutare nel raggiungere a forza il suo intento. Per fortuna, il vecchio Santiago è affiancato da un ragazzo che lo aiuta, Manolin.

Il romanzo di Ernest Hemingway ruota attorno a questi due personaggi.

Il lettore sarà incuriosito dallo loro perfetta sintonia e simbiosi. Tutti e due hanno bisogno l’uno dell’altro ed inoltre la loro cura e la loro dedizione è davvero totale.

Santiago è costantemente identificato con il mare attraverso, per esempio, i suoi occhi blu che ne riflettono la tranquillità e la potenza. Il vecchio si riferisce al mare come ad una donna, la parte complementare alla sua mascolinità di vecchio pescatore.

Incipit del libro

Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Nei primi quaranta giorni passati senza che prendesse neanche un pesce, i genitori del ragazzo gli avevano detto che il vecchio ormai era decisamente e definitivamente salao, che è la peggior forma di sfortuna, e il ragazzo li aveva ubbiditi andando in un’altra barca che prese tre bei pesci nella prima settimana. Era triste per il ragazzo veder arrivare ogni giorno il vecchio con la barca vuota e scendeva sempre ad aiutarlo a trasportare o le lenze addugliate o la gaffa e la fiocina e la vela serrata all’albero. La vela era rattoppata con sacchi da farina e quand’era serrata pareva la bandiera di una sconfitta perenne.

Riassunto, trama e breve analisi

La storia de “Il vecchio e il mare” sviluppa sulla costa atlantica dell’isola di Cuba in un piccolo villaggio. Il protagonista è Santiago, un anziano pescatore sfortunato, che non riesce a catturare un pesce da ottantaquattro giorni.

Questo periodo così lungo di inattività porta la gente del villaggio a credere che lui sia preda di una maledizione.

Deriso dagli altri pescatori, senza famiglia e con problemi finanziari, Santiago trova un po’ di conforto solo grazie a due figure, un giovane pescatore, Manolin, un tempo suo aiutante, che andava con lui per imparare il mestiere del pescatore ma che poi ciò gli venne impedito dai suoi genitori, visto che credevano all’assurda storia della maledizione.

Questo però non frena il giovane ad aiutare Santiago nelle sue mansioni e a procuragli del cibo per sopravvivere, spinto dall’ammirazione e dalla riconoscenza.

L’altra figura di riferimento è Joe DiMaggio, una star del baseball americano, per la quale Santiago nutre una stima infinita e da cui riesce a prendere sempre il coraggio per andare avanti.

Una mattina come tante altre, il vecchio pescatore parte per la pesca, con le esche preparate da Manolin ed una piccola scorta d’acqua; una volta giunto al largo, inizia la sua attesa di pesca.

La lotta con il marlin

Ben presto alla sua esca abbocca un grosso marlin, pesce di grosse dimensioni, ma vista la grossa stazza del pesce e l’età avanzata di Santiago, non riesce a domarlo e viene così trasportato al largo nell’Oceano.

Inizia tra i due una lunga lotta per la sopravvivenza, basata però sulla lealtà e sul rispetto. Il vecchio, infatti, ammira il pesce per il suo coraggio e la determinazione nel voler liberarsi da quella lenza che lo tiene prigioniero, per vincere questa cruenta lotta e riprendere la libertà.

Il tempo passa inesorabile e la resistenza dei due comincia sempre più a venir meno, fino a quando un ultimo tentativo disperato del pesce di liberarsi non va a buon fine e lo porta alla morte.

Santiago, esausto ma ancora lucido dove ora ritornare alla baia del villaggio, ormai molto distante. Il ritorno, però, è pieno di insidie. Viene attaccato diverse volte dai pescecani, attratti dalla scia di sangue lasciata dal marlin.

Ogni attacco dei pescecani alla sua preda fa sì che man mano venga dilaniata ed il vecchio, dopo averla difesa con tutte le astuzie di pescatore, ormai privo di forze decide di lasciarla inerme in acqua in preda degli squali, continuando a dirigersi verso casa.

Foto di Ernest Hemingway
Una foto di Ernest Hemingway

Finale

I pescecani, alla fine, divorano il suo marlin e ne lasciano solo la carcassa, lasciandogli così solo il simbolo della vittoria e della maledizione sconfitta.

Il giorno seguente la baia era animata da tutte le persone del villaggio che circondavano la barca, che presentava i segni della lotta con gli squali, con accanto una carcassa di un pesce dalle dimensioni enormi.

In una capanna poco distante, il povero pescatore si riposa dalle fatiche dell’impresa ed accanto a lui Manolin lo veglia; in quel momento, il giovane decide di disubbidire ai suoi genitori e sceglie di rincominciare nuovamente e finalmente ad andar per mare a pescare con il vecchio Santiago.

Dopo questa esperienza, il vecchio pescatore stabilisce, forse per la prima volta, una vera fratellanza con le forze incontenibili della natura ed in particolar modo trova dentro di sé il segno e la presenza del proprio coraggio, la vera giustificazione di tutta la sua vita.

La frase finale del libro:

Dormiva ancora bocconi e il ragazzo gli sedeva accanto e lo guardava. Il vecchio sognava i leoni.

Riassunti di libri dello stesso autore:

    1. Per chi suona la campana
    2. Addio alle armi

 

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Il Gattopardo: riassunto e commento al romanzo https://cultura.biografieonline.it/il-gattopardo/ https://cultura.biografieonline.it/il-gattopardo/#comments Mon, 19 Aug 2024 14:14:40 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10081 Il romanzo Il Gattopardo è stato scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa tra il 1954 e il 1957. Passò praticamente inosservato a due case editrici: Einaudi ed Arnoldo Mondadori, che si rifiutarono di pubblicarlo. Il romanzo non ebbe successo quando l’autore era in vita ma solamente qualche anno dopo. Fu pubblicato solamente nel 1958, un anno dopo la morte dell’autore, avvenuta nel 1957. La casa editrice Feltrinelli affidò la prefazione a Giorgio Bassani.

Il Gattopardo - Tomasi di Lampedusa
Il Gattopardo, celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: una copertina (ed. 1963) e una foto dell’autore

Nel 1959 era già un best seller che contava una tiratura di 100.000 copie. Il romanzo non fu capito all’inizio, ma solo successivamente gli intellettuali e critici si avvicinarono ad esso.

Il Gattopardo rappresenta un classico esempio di romanzo storico che l’autore ha scritto ispirandosi alla storia della sua famiglia: i Tomasi di Lampedusa. Il romanzo tratta infatti il periodo storico del Risorgimento che visse il bisnonno dell’autore, Giulio Fabrizio Tomasi che viene chiamato nel romanzo principe Fabrizio Salina.

Il Gattopardo: riassunto e trama

Il romanzo inizia con il racconto della recita del rosario a casa del principe di Salina, dove egli vive con la moglie e sette figli. Egli è una persona distinta, molto affascinante ma anche decadente per certi aspetti. Ciò perché riflette proprio sul disfacimento della nobiltà a seguito dello sbarco dei mille in Sicilia.

Egli guarda con disprezzo ai cambiamenti che stanno avvenendo nell’Italia risorgimentale. Al contrario di suo nipote Tancredi che invece cavalca l’onda del successo garibaldino, cercando di convincere anche lo zio a farlo e ad immischiarsi tra le file della nuova nobiltà.

Tancredi è innamorato della cugina Concetta, donna graziosa e superba e a sua volta è innamorata di lui.

L’estate trascorre nella residenza di Donnafugata, dove la famiglia entra a contatto con il sindaco del paese Don Calogero Sedara. Egli  rappresenta la nuova ambiziosa borghesia attratta dalla vecchia nobiltà.

La figlia del sindaco, Angelica, bellissima ragazza mette gli occhi su Tancredi, che cede al suo fascino. I due così si sposano.

Al momento di votare l’annessione al Regno di Sardegna, il principe di Salina decide per il no, nonostante gli venga anche offerto il posto di senatore.

Finale

Decide quindi di condurre il resto della sua esistenza appartato  fino al giorno della morte, avvenuta a Palermo a seguito di un viaggio a Napoli, assistito devotamente dalle cure dei familiari.

L’ultimo capitolo mostra invece la vita delle figlie di Fabrizio, dedicata completamente alla religione e all’illusione dei tempi passati.

Il principe di Salina non ha mai accettato i cambiamenti avvenuti nella sua regione a seguito dell’Unità d’Italia: i siciliani infatti si sono sentiti bloccati nella loro tranquillità e hanno visto gli italiani come invasori.

Analisi e commento

L’autore si è ispirato alla tradizione romanzesca siciliana di Giovanni Verga e Federico De Roberto e ci presenta la vicenda risorgimentale da un punto di vista machiavellico.

È stato considerato più che un romanzo storico, quasi un romanzo anti storico perché afferma non più la positività dell’esistenza quanto l’affermazione che il corso della storia genera nuove infelicità. La famiglia Salina infatti resterà chiusa per sempre nell’illusione di un mondo che ormai è cambiato completamente.

Il titolo si basa su una frase posta sullo stemma della famiglia Tomasi:

«Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra».

Il regista Luchino Visconti ne trasse anche un film nel 1963 che riscosse un ottimo successo.

Romanzo storico, sì o no?

Vittorio Spinazzola, in una analisi degli anni novanta intitolata “Il romanzo antistorico”, attribuisce a una triade di romanzi la fondazione di un nuovo atteggiamento del romanzo rispetto alla storia.

I tre titoli sono:

  1. I Viceré, di De Roberto;
  2. I vecchi e i giovani, di Pirandello;
  3. Il Gattopardo, di Tomasi di Lampedusa.

Secondo Spinazzola non vi è più l’ottimismo di una concezione storicista e teleologica dell’avvenire dell’uomo, bensì la dolorosa consapevolezza che la storia degli uomini non procede verso il compimento delle magnifiche sorti e progressive. Il romanzo antistorico è il deposito di questa concezione non trionfalistica della storia.

Nei tre testi citati, il corso della storia genera nuovi torti e nuovi dolori, invece di lenire i vecchi.

Un altro elemento di differenza tra Il Gattopardo e altri romanzi storici è il suo essere una trasposizione in un racconto di fantasia di vicende familiari che in parte sono realmente avvenute e sono state tramandate attraverso la bocca dei parenti di Tomasi di Lampedusa. A differenza – ad esempio – de I promessi sposi  – qui abbiamo una rappresentazione che è essa stessa una testimonianza storica di come una parte della nobiltà visse quel determinato periodo di transizione risorgimentale.

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La Compagnia dei Celestini, di Stefano Benni: riassunto https://cultura.biografieonline.it/compagnia-dei-celestini/ https://cultura.biografieonline.it/compagnia-dei-celestini/#respond Sat, 06 Jul 2024 15:20:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18282 Uno dei romanzi più significativi dello scrittore Stefano Benni è “La Compagnia dei Celestini“, edito da Feltrinelli nel 1992.

È stato calcolato che il peso delle formiche esistenti sulla terra è pari a venti milioni di volte quello di tutti i vertebrati – così lo scultore ottocentesco Amos Pelicorti detto il Mirmidone rispondeva a coloro che gli chiedevano perché componesse le sue opere in mollica di pane.

Incipit del libro “La Compagnia dei Celestini”

La Compagnia dei Celestini - Libro
La Compagnia dei Celestini (Stefano Benni, 1992)

La Compagnia dei Celestini: riassunto

Parte I

Il romanzo narra le vicende di tre orfani: Lucifero, Alì e Memorino. I tre giovani vivono la loro vita nel deprimente convento dei padri Zopiloti, a Gladonia, conducendo una vita molto sacrificata e in perfetto stile carcerario. Gli unici svaghi per i bambini sono la “pallastrada” e la speranza di trovare due genitori pronti ad adottarli. I tre fanno parte della Compagnia dei Celestini che raccoglie gli spiriti più belli e gli orfani più meritevoli dell’istituto. La situazione cambia a loro favore, quando i tre ricevono una lettera da parte del Grande Bastardo in persona che invita tutti i ragazzi dell’orfanotrofio a partecipare al Campionato di Pallastrada.

Dal punto di vista dell’organizzazione, il Campionato di Pallastrada è una sorta di torneo a eliminazione diretta, a cui partecipano otto squadre di orfani, ma questo gioco e i suoi giocatori sono malvisti da qualsiasi autorità. I tre decidono quindi di scappare dall’Orfanotrofio dei Celestini per trovare altri due bambini che si possano unire al gruppo per giocare al segretissimo campionato.

Parte II

I ragazzi riescono nell’intento di fuggire dell’orfanotrofio grazie al prezioso aiuto di una bambina, che si chiama Celeste, che conosce come le sue tasche ogni stanza e passaggio segreto della struttura e che in seguito si unisce a loro, poiché è alla ricerca dei gemelli Finezza.

Alla ricerca del gruppo di evasi partono, da una parte, Don Biffero e Don Bracco, che intendono riportarli all’orfanotrofio prima che la notizia della fuga diventi di pubblico dominio e, dell’altra, due intrepidi giornalisti, Fimicoli e Rosalino che, scoprendo l’accaduto, non vedono l’ora di fare il loro servizio sulla fuga dei ragazzi e di poter filmare, prima di tutti, il Campionato di Pallastrada, spronati dall’egoarca Mussolardi.

Durante le loro avventure i ragazzi incontrano i nove pittori pazzi Pelicorti, i magici gemelli campioni di pallastrada, il re dei famburger Barbablù, il meccanico Finezza, il professor Eraclitus e l’Egoarca Mussolardi.

I ragazzi riescono alla fine nel loro intento e arrivano nel luogo segreto per tesserarsi al Campionato Mondiale di Pallastrada, ma partecipando con una formazione diversa rispetto al previsto. Qui, incontrano le diverse squadre che partecipano al torneo e le gare si susseguono.

Arriva la finale che si svolge tra i Celestini e i Devils, ovvero tra i cosiddetti angeli contro i diavoli, che si svolge nei pressi di un antico palazzo. La situazione precipita quando Mussolardi (l’uomo più ricco e avido del paese) e un generale dedito alla mafia di nome Buonommo, attaccano il campo di gioco per cercare in tutti i modi di guadagnare soldi dall’evento segreto e a loro si aggiungono anche il leggendario cacciatore di scoop Fimicoli e Don Biffero, arrivati da poco, che si uniscono alla generale confusione del momento.

La Compagnia dei Celestini - copertina
La copertina del libro “La Compagnia dei Celestini”

Conclusione

Nel marasma più totale, purtroppo, alcuni bambini vengono uccisi dalle truppe durante l’agguato e così, per nascondere il terribile fatto, tutti scelgono di optare per l’uccisione di tutti coloro che hanno preso parte alle gare di pallastrada. Si tratta di una vera e propria carneficina: i bambini innocenti vengono uccisi in nome dell’omertà e dell’audience da individui ormai privi di ogni tipo di scrupolo. Purtroppo muoiono tutti, alla fine, tutta la zona viene sgomberata da qualunque anima innocente con gas nervini e bombe incendiarie.

A questo punto, un fantasma appare agli occhi di Don Biffero, che comprende il significato della profezia e percepisce l’ormai prossima fine del suo paese. Il fantasma avvisa che, grazie alle loro deplorevoli e pessime azioni, il futuro di Gladonia è ormai segnato. La città brucerà per sempre, dato che sono state uccise, senza alcun motivo, tutte le anime innocenti del Campionato di Pallastrada. Il libro di Stefano Benni si conclude enunciando la totale distruzione dello stato di Gladonia da parte delle fiamme e annunciando l’entrata imminente in paradiso di tutte le giovani anime che hanno vissuto la tragedia.

Commento all’opera

Nel libro di Stefano Benni non viene risparmiato nessuno, buoni e cattivi sono uguali di fronte alla morte. Non esiste un lieto fine nel romanzo, esiste solo la parola fine. Lo scrittore usa un linguaggio ironico, arrivando al grottesco, nella descrizione dei personaggi e delle scene cruenti, aprendo la porta al genere horror. Stefano Benni descrive nel libro la metafora della società moderna divisa in due: da una parte il bene e da una parte il male.

Stefano Benni
Stefano Benni

Tutto quello che è buono e puro (i celestini, i bambini, la pallastrada) vengono infatti distrutti e cancellati dal male, individui senza scrupoli, interessi commerciali e perfidie di ogni tipo. Il romanzo ottenne un buon successo in termini di critica e di lettori e ne venne tratta una serie di cartoni animati di co-produzione italo-francese dal titolo: “Street Football-La compagnia dei Celestini“. La serie è stata prodotta nel 2005 dalla de Mas & Partners, con la collaborazione di Rai Fiction, France 3, Télé Images Kids, Agogo Media.

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Storia della colonna infame: riassunto e analisi https://cultura.biografieonline.it/colonna-infame-manzoni/ https://cultura.biografieonline.it/colonna-infame-manzoni/#comments Thu, 09 May 2024 17:11:53 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8121 Storia della colonna infame è il titolo di un saggio storico scritto da Alessandro Manzoni. Sebbene la prima edizione risalga al 1840, venne scritto in un lungo arco di tempo. Originariamente la storia avrebbe dovuto far parte del V capitolo di Fermo e Lucia (il titolo originariamente previsto per i Promessi Sposi).

Alessandro Manzoni: Storia della colonna infame
Storia della colonna infame

Riassunto

Parte I

Il 21 giugno del 1630 è un venerdì tetro. La città di Milano è divorata dalla peste, moltissime sono le vittime che la malattia ha mietuto. Quel giorno, di mattina, una donna, Caterina Rosa, vede dalle finestre della sua casa in via Vetra, un uomo avvicinarsi alle porte e ai muri delle case poste di fronte alla sua finestra.

La donna è convinta di vederlo ungere i muri con un unguento scuro. Lo accusa quindi di spargere la peste per diffonderla e uccidere altre persone. Una vicina di Caterina Rosa, Ottavia Bono, successivamente conferma alle autorità di aver visto anche lei un uomo ungere i muri della strada dove vive.

La polizia, dopo aver trovato i muri sporchi di nero – in realtà si tratta di inchiostro – crede alle testimonianze delle due donne e arresta un sospetto. È Guglielmo Piazza. Le sue mani sono  sporche di nero, che viene scambiato per unguento pestilenziale. Il Piazza, commissario di sanità, viene quindi arrestato e sottoposto ad interrogatorio. La casa, perquisita, non produce alcuna prova del crimine. Guglielmo Piazza viene interrogato lungamente e anche torturato. Resiste ma poi sotto la pressione degli inquisitori che gli promettono l’impunità e la libertà, confessa di aver ricevuto l’unguento pestilenziale da Giangiacomo Mora. Mora è un barbiere di umili origini, che vende, fra le altre cose, balsami che servono teoricamente per curare alcune malattie.

Parte II

Il Mora viene subito arrestato e portato in galera. Perquisita la casa davanti agli occhi sbigottiti della moglie e dei quattro figli, gli inquirenti trovano e sequestrano strani liquami. Durante il processo il Mora si difenderà dicendo che non sono preparati pestilenziali bensì che si tratta di ranno – un miscuglio di cenere e acqua bollente usato per lavare i panni. Ma i giudici e gli esperti nominati dal tribunale, dopo molte incertezze e molti dubbi, dichiarano l’unguento una pozione pestilenziale atta a prolungare e diffondere la peste.

A questo punto non c’è più scampo né per il Mora né per il Piazza. Entrambi, perseguitati dagli inquirenti e sfiniti da continue torture morali e fisiche, cedono alle promesse dei torturatori. Questi assicurano la libertà qualora denuncino altri complici.

Denunciano allora Baruello, un tale da entrambi conosciuto, due arrotini e due membri della famiglia Migliavacca. Il processo sembra quindi assumere una dimensione più consistente con coinvolgimenti insospettabili come quello del figlio del comandante della guarnigione spagnola a Milano.

La tortura e le macchinazioni sono costruite dagli inquirenti affinché il processo assuma una dimensione sempre più ampia. Esse divengono una sorta di simulacro della doppia verità, in cui l’estorsione di una confessione sempre più allucinante conduce ad un fiume di bugie quasi inarrestabile. I due imputati oramai distrutti dagli interrogatori portano all’arresto delle cinque persone che hanno accusato. Ma le promesse di libertà e perdono, fatte ai due imputati dagli inquirenti, non vengono avvallate dai giudici. Essi sentenziano il 27 luglio dello stesso anno la condanna a morte dei due principali imputati.

Finale

Entrambi, dopo indicibili torture, vengono giustiziati il 2 agosto del 1630. Con loro vengono uccisi gli altri cinque imputati. Solo il figlio del comandante spagnolo viene ritenuto innocente. Dopo l’esecuzione della sentenza e sempre per ordine del tribunale viene rasa al suolo la casa del Mora. Egli è ritenuto il più colpevole degli imputati e sopra alle ceneri della casa viene eretta a futura memoria una colonna con un’iscrizione latina, che dovrà ricordare, a tutti coloro che la guardano, l’infamia dei propagatori di peste. La colonna è stata rimossa nel 1778.

Al Castello Sforzesco di Milano fu posta una lapide presso la Colonna Infame.
Foto della lapide che fu posta presso la Colonna Infame. (Milano, Castello Sforzesco)

Analisi e commento

Alessandro Manzoni racconta una storia di ingiustizia terribile e paradossale ma vera. Il suo non è un saggio storico, né un breve romanzo storiografico, bensì una lucida analisi di ciò che la legge può permettere agli uomini di cattiva volontà. La sua analisi dell’animo umano e della perversa ricerca del colpevole a tutti i costi svelano una storia a due facce, permettendo al lettore di scoprire le molteplici facce della verità.

Storia della colonna infame fu pubblicata in appendice ai Promessi sposi, ma la storia era già stata raccontata nel 1777 da Pietro Verri, che la riportò nelle sue Osservazioni sulla tortura. Quando Verri scrisse la storia dell’ingiusta condanna di Mora e Piazza e degli altri cinque imputati, la colonna infame era ancora in piedi a triste ricordo di quel processo; fu abbattuta un anno dopo la pubblicazione del saggio.

Il passato non deve essere mai dimenticato, diceva Leonardo Sciascia, ma deve essere vissuto continuamente nel presente affinché non ritorni.

In molti paesi la tortura esiste ancora.

Storia della colonna infame - Manzoni - riassunto e analisi
Storia della colonna infame – Manzoni – riassunto e analisi

Storia della colonna infame per punti

Opera e Contesto

  • Storia della Colonna Infame è un saggio storico scritto da Alessandro Manzoni e pubblicato per la prima volta nel 1840.
  • L’opera ripercorre il processo e la condanna a morte di alcuni innocenti accusati di essere gli untori, responsabili della diffusione della peste a Milano nel 1630.
  • Manzoni, oltre a ricostruire i fatti accaduti, conduce una profonda riflessione sulle cause e le conseguenze dell’ingiustizia, mettendo in luce i meccanismi che portarono al tragico errore giudiziario.

Temi principali

  • Giustizia e ingiustizia: Manzoni critica duramente il sistema giudiziario dell’epoca, corrotto e incline all’abuso di potere, che condannò ingiustamente persone innocenti.
  • Verità e menzogna: L’autore sottolinea l’importanza di ricercare la verità e di non cedere alle facili spiegazioni o alle menzogne, anche quando queste sembrano offrire un apparente conforto.
  • Potere e sopruso: Manzoni denuncia l’oppressione del potere nei confronti dei più deboli e indifesi, come gli untori, vittime di una società accecata dalla paura e dalla superstizione.
  • Razionalità e fanatismo: L’opera contrappone la luce della ragione all’oscurità del fanatismo e della superstizione, che portarono alla persecuzione degli untori.
  • Perdono e riscatto: Manzoni invita al perdono e al riscatto, non solo per le vittime dell’ingiustizia, ma anche per i loro carnefici, accecati dall’ignoranza e dall’odio.

Stile e linguaggio

  • Manzoni utilizza uno stile sobrio e rigoroso, basato su un’attenta analisi delle fonti storiche.
  • La sua scrittura è chiara e accessibile, ma non per questo priva di profondità e rigore.
  • L’autore ricorre spesso all’ironia e alla satira per denunciare le ingiustizie e le assurdità del processo agli untori.

Significato e attualità

  • Storia della Colonna Infame è un’opera che conserva una grande attualità, invitandoci a riflettere sui pericoli dell’ingiustizia, del fanatismo e della superstizione.
  • Manzoni ci ricorda che la ricerca della verità e la difesa dei diritti degli oppressi sono sempre doveri imprescindibili.
  • Il saggio è un monito contro l’indifferenza e la passività di fronte alle ingiustizie, e un invito a battersi per la costruzione di una società più giusta e solidale.

Conclusione

Storia della Colonna Infame è un’opera fondamentale per comprendere la storia e la cultura italiana. È un testo che ci invita a riflettere su temi universali come la giustizia, la verità, il potere e la responsabilità individuale, e che conserva una grande attualità anche nel mondo di oggi.

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Jane Eyre: riassunto e breve commento al romanzo https://cultura.biografieonline.it/jane-eyre/ https://cultura.biografieonline.it/jane-eyre/#respond Mon, 05 Feb 2024 10:04:01 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10423 Famoso romanzo della scrittrice inglese Charlotte Brontë, Jane Eyre fu pubblicato per la prima volta nel 1847 con lo pseudonimo di Currel Bell. Si tratta di un romanzo di formazione: racconta cioè tutte le tappe della vita della protagonista Jane. È scritto inoltre in forma autobiografica: ella si rivolge in maniera diretta al lettore.

Jane Eyre, un'illustrazione tratta da una copertina inglese
Jane Eyre, celebre romanzo del 1847 scritto da Charlotte Brontë

L’importanza fondamentale del romanzo risiede nella descrizione dei cambiamenti di Jane, non soltanto dal punto di vista fisico ma soprattutto dal punto di vista psicologico: da giovane ragazza, la ritroviamo donna piena di passioni. Il romanzo risulta abbastanza attuale anche al giorno d’oggi soprattutto per l’attenzione dedicata alla psicologia e all’analisi interiore dei personaggi, in particolar modo della protagonista ,donna dotata di grande coraggio e forti sentimenti. Il romanzo riscosse all’epoca grande successo, ed è ancora oggi molto venduto nelle librerie.

Riassunto e trama

Il romanzo narra la storia di Jane Eyre, una bambina orfana che viene cresciuta da alcuni zii. Qui però viene derisa dai suoi cugini e maltrattata dalla zia. L’unico ad amarla è lo zio, che muore prematuramente. La zia pertanto la affida ad una sorta di collegio, dove vengono ospitate tutte bambine senza genitori.

È tenuta a dare una mano e a fare tanti sacrifici, crescendo in fretta, affrontando ogni giorno un’ ambiente difficile e soprattutto la morte della migliore amica, avvenuta per tubercolosi a causa delle pessime condizioni igieniche della struttura. Qui però continua i suoi studi e riesce anche a diventare insegnante.

Da donna indipendente trova un lavoro presso Thornfield Hall, come istitutrice della figlia adottiva di Mr. Rochester, la piccola Adele.

Jane lavora molto bene in questo clima fino all’arrivo di Mr. Rochester, un uomo arrogante che però viene subito colpito dalla ragazza. Egli le chiede la mano ma c’è un segreto nascosto tra quelle mura: l’uomo è già sposato con una tale Bertha Mason, una donna che è diventata pazza e viene tenuta rinchiusa nel castello. Jane quindi scappa, profondamente delusa e decide di andare a vivere presso un ecclesiastico St. John e le sue sorelle. Questi le propone di sposarlo e di andare con lui in missione in India ma Jane rifiuta, perché ancora innamorata di Mr. Rochester.

Finale

Torna a Thornfiel Hall e trova uno scenario devastato: il castello era stato bruciato da un incendio, in seguito al quale Bertha era morta e Mr. Rochester aveva perso la vista. Jane e il padrone di casa convolano finalmente a nozze e lui ritrova parzialmente la vista.

Charlotte Brontë
Un’immagine dell’autrice inglese, la scrittrice Charlotte Brontë

Commento e analisi

La scrittura della Brontë è così introspettiva che sembra quasi di dimenticare la vita reale per calarsi direttamente nei panni della protagonista. Jane è una donna sicuramente molto moderna per l’epoca, indipendente e passionale ma dotata anche di una forte integrità morale.

Bertha sembra essere quasi il suo alter ego: quel lato bestiale che doveva essere represso nella società Vittoriana ma che riemerge sconvolgendo l’equilibrio di tutti.

È un romanzo che lascia soddisfatti i lettori per il suo lieto fine, raggiunto però ad un alto costo.

Jane Eyre: locandina del film del 2011
Jane Eyre: locandina del film del 2011

I film

Esistono numerose trasposizioni cinematografiche e televisive di questo celebre romanzo. Le più note sono probabilmente i film:

 

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Tropico del Cancro, romanzo di Henry Miller: riassunto https://cultura.biografieonline.it/tropico-del-cancro-riassunto-libro/ https://cultura.biografieonline.it/tropico-del-cancro-riassunto-libro/#respond Tue, 24 Oct 2023 12:11:58 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17883 Uno dei maggiori romanzi dello scrittore americano Henry Miller, pubblicato per la prima volta nel 1934 dalla Obelisk Press a Parigi, è “Tropico del Cancro“. Si tratta di un libro a carattere autobiografico, raccontato in prima persona da Miller, che si rivolge direttamente al lettore ribadendo senza mezzi termini che il testo che ha redatto non è un libro ma uno “scaracchio in faccia all’arte“.

Tropico del cancro - libro
Tropico del cancro, copertina del libro (Feltrinelli) • Scritto nel 1934, fu pubblicato in Italia nel 1962

Tropico del Cancro: ambientazione e temi trattati

Le vicende si svolgono in Francia, in particolare a Parigi, nel periodo dei primi decenni del XX secolo, subito dopo la Belle Époque.

Parigi viene descritta in modo minuzioso dallo scrittore, che ne sottolinea sia i lati positivi che quelli negativi, indicando la città come un luogo pieno di “mollezze da intellettuali“. Ma la città vive anche dei suoi risvolti positivi: appare aperta al mondo del lavoro e ad un confronto politico costruttivo al suo interno.

Il protagonista del romanzo è uno scrittore americano in volontario esilio in Francia, che trascorre le sue giornate in questo clima surreale e altalenante della Ville Lumière, vivendo nel mondo esclusivo degli artisti e della nobil classe.

Lo scrittore, nei vari capitoli, narra le vicende del protagonista Henry, facendo riferimento all’ambiente e ai suoi amici, agli aspiranti artisti, ai colleghi ed ai posti di lavoro che il protagonista frequenta, ai quartieri poveri della Parigi degli anni Trenta, fino ad arrivare a narrare degli incontri amorosi dello stesso Henry con diverse donne conosciute ovunque.

Riassunto

Tropico del Cancro” si apre narrando le vicende di uno scrittore americano che vive a Villa Borghese, a Roma, presso il suo amico Boris. Il personaggio vive un’esperienza simile a quella vissuta da Mattia Pascal, con la sola differenza che lui ha buttato via la maschera, già da tempo.

La sua residenza, italiana da lì a poco, si trasferisce a Parigi, dove il protagonista viene ospitato da una serie di conoscenti che lo aiutano, a turno, a offrigli un riparo e una casa. Henry non ha nemmeno un lavoro stabile, come non stabili sono le sue relazioni amorose sempre da una toccata e fuga. Vive la sua vita in un continuo stato di provvisorietà.

Viene definito, dallo stesso autore, povero in canna ma libero e felice di muoversi come crede. È un protagonista che non si scoraggia mai, inventandosi nuovi lavori, da correttore di bozze, a insegnante di lezioni d’inglese, a modello per pittori, fino a trovare a Digione un posto come insegnante, che manterrà solo per un breve periodo di tempo.

La sua precarietà la vive a pieno anche nella sfera amorosa: si diverte a cambiare compagne con le quali intrattiene relazioni a sfondo puramente sessuale. Si tratta di incontri occasionali di una notte o poco più lunghi.

Solo poche donne lasciano il segno nella sua vita, come la bella Tania, la futura moglie Mona, Germanie e una prostituta incontrata casualmente in un tardo pomeriggio parigino. Si tratta di donne conosciute in un caffè, donne che ha lasciato in America, donne che ha semplicemente osservato e ammirato. Secondo l’autore Henry Miller, non è il tempo che determina l’incisività di una relazione, ma l’intensità del rapporto sessuale; il tempo è solo il vero cancro, la vera malattia, poiché non tutti ricordano che la vita è mortale.

Attorno al protagonista ruotano sempre una serie di personaggi perdenti e al limite del sociale: gente sgangherata, poetastri e scrittori da quattro soldi che rendono più evidente e sottolineano la goliardia di quel periodo storico parigino. A questo punto, la vera protagonista indiscussa del romanzo sembra essere la città di Parigi.

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L’autore e il protagonista

Il protagonista ci narra della sua vita in città, raccontandoci e spiegandoci i suoi pensieri mentre si dedica alle sue continue camminate, passando da un quartiere all’altro della città, da un caffè a una brasserie, da un parco ad una piazza, da strade affollate a strade viste come spenti e grigi scenari.

Henry, affascinato dalla splendida Parigi, ne descrive le sue bellezze come gli Champs-Elysées, l’Arc de Triomphe, la Tour Eiffel, soffermandosi di continuo sulla descrizione dei colori lucenti della città turistica ma anche sui colori cupi degli angoli oscuri dove vive la povertà.

Miller si sofferma inoltre sull’analisi del comportamento aggressivo e volgare della società umana che non risparmia niente e nessuno, soprattutto in quel periodo dove si iniziava ad annusare il pungente profumo dell’arrivo della Guerra.

Henry Miller
Una foto di Henry Miller

Incipit

Abito a villa Borghese. Non un granello di polvere, non una sedia fuori posto. Siamo soli, e siamo morti.
Ieri sera Boris si è accorto di avere i pidocchi. Gli ho dovuto radere le ascelle, ma il prurito non ha smesso. Come si fa a prendere i pidocchi in un posto bello come questo? Ma non pensiamoci. Non ci saremmo mai conosciuti così intimamente, Boris ed io, se non fosse stato per i pidocchi.
Boris mi ha fornito poco fa un compendio di come la vede. È un profeta del tempo. Farà brutto ancora, dice. Ci saranno ancora calamità, ancora morte, disperazione. Non c’è il minimo indizio di cambiamento. Il cancro del tempo ci divora. I nostri eroi si sono uccisi, o s’uccidono. Protagonista, dunque, non è il Tempo…

(Incipit del libro)

Commento all’opera

Il romanzo “Tropico del Cancro” ottenne un notevole successo di critica, venendo considerato un importante capolavoro della letteratura del Ventesimo secolo. Nonostante la descrizione spesso dettagliata delle scene a sfondo sessuale, il capolavoro di Henry Miller venne elogiato in particolar modo per la sua prosa molto spesso elaborata. Il romanzo fu pubblicato negli Stati Uniti per la prima volta solo nel 1961 dalla Grove Press.

Inizialmente, si aprì addirittura un processo ai danni dello scrittore per oscenità, ma fu questa l’occasione palese per rivedere e modificare le leggi americane relative alla pornografia negli anni Sessanta. L’opera venne tradotta in versione italiana da Feltrinelli, nel 1962, grazie alla preziosa collaborazione di Luciano Bianciardi che tradusse il testo, ma venne lanciata nel mercato italiano solo a partire dal 1967.

Tropico del Cancro al cinema

Nel 1970, uscì perfino il film omonimo dal titolo “Tropico del Cancro” per la regia di Joseph Strick che raccontava le diverse avventure di Henry (R. Torn), scrittore americano in volontario esilio attraverso i bordelli e i bassifondi della Parigi degli anni Trenta.

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