Letteratura Archivi - Cultura https://cultura.biografieonline.it/argomento/letteratura/ Canale del sito Biografieonline.it Fri, 18 Jul 2025 17:20:18 +0000 it-IT hourly 1 In un labirinto dell’inconscio. La colonia, recensione del libro di Fulvio Caporale https://cultura.biografieonline.it/la-colonia-recensione-libro-fulvio-caporale/ https://cultura.biografieonline.it/la-colonia-recensione-libro-fulvio-caporale/#respond Fri, 18 Jul 2025 17:20:16 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42620 Trama

Luca ha nove anni quando viene mandato in una colonia estiva. I suoi genitori per la prima volta non possono portarlo in vacanza con loro e quindi decidono di lasciarlo in una colonia gestita da suore. Luca affronta i suoi quindi giorni di vacanza diviso fra la nostalgia di casa e la voglia di conoscere nuovi amici; fra il desiderio di fare lunghi bagni e una sensazione di pericolo che si fa sempre più intensa.

La colonia, infatti, non è come sembra, nasconde molti segreti, alcuni dei quali conducono Luca in mondi in cui la sua fantasia e la sua determinazione lo aiuteranno a trovare la strada di casa. Ma non sarà più come prima.

La colonia, libro di Fulvio Caporale
La colonia, libro di Fulvio Caporale

Un romanzo di formazione, ma…

La colonia è un romanzo di formazione all’incontrario. Nel senso che il protagonista affronta una serie di prove che lo dovrebbero portare a comprendere di più se stesso e la vita, ma in realtà lo conducono a fare una scoperta ancora più importante.

Per il protagonista di questo breve romanzo, infatti, ciò che conta non è la conoscenza di se stessi, bensì le forze che sostengono l’immaginazione e che conducono all’inconscio.

Fulvio Caporale ha scritto “La colonia” per raccontare un’avventura il cui sviluppo porta all’incontro di misteriosi luoghi e contesti da cui il protagonista esce immutato, ma con la convinzione che la sua ricerca sia altrove. Il tema centrale del romanzo è la formazione ma non in una evoluzione cosciente, bensì in una lotta con la propria fantasia, con gli inganni della mente, con la falsa percezione della realtà.

Tutto ha sfumature diverse e per capire dove si è finiti, bisogna avere la pazienza di ascoltare e di farsi trascinare in luoghi che non hanno senso.

Un labirinto interiore

Un altro aspetto, infatti, di questo romanzo è che i luoghi, i personaggi, lo sviluppo della trama, portano il protagonista a cercare pezzi di verità che rendono ancora più complessa la sua esperienza di vita.

Come se dovesse affrontare un labirinto dell’inconscio.

L’intreccio e i personaggi sembrano in qualche modo intrappolati in questa visione, che quasi potremmo immaginare provenga da una mente esterna. Un occhio che osserva da fuori e la forza di muovere i personaggi per influire sulle scelte e la coscienza del protagonista. Ma proprio questa forza esterna a tratti assume forme incomprensibili dove il protagonista deve, con ogni sforzo, ritrovare una strada perduta o una parte della sua identità che non riconosce più.

La forza di questo romanzo sta proprio in questo, nel fatto che le vicende narrate si alternano rapidamente, spingendo il protagonista ad una continua ricerca di se stesso, fino a quando troverà un luogo in cui il suo inconscio assume una forma inaspettata.

Dati sintetici

Titolo: La colonia

Autore: Fulvio Caporale

140 pagine

Edizione 2024

Copertina flessibile 10,40 euro

Formato kindle 5,40 euro

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Un labirinto di Borges: recensione del libro “La mappa segreta” https://cultura.biografieonline.it/recensione-libro-borges-mappa-segreta/ https://cultura.biografieonline.it/recensione-libro-borges-mappa-segreta/#respond Fri, 18 Jul 2025 16:38:13 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42612 Jorge Luis Borges ha costruito una mappa segreta che è stata ritrovata, in un certo senso, dopo la sua morte.

Questa mappa è un tesoro sommerso, dimenticato, che riemerge per i lettori italiani grazie al lavoro della casa editrice Adelphi che sta pubblicando tutti i libri dello scrittore argentino.

Il libro si intitola La mappa segreta e raccoglie i testi ritrovati e dimenticati di Borges, che dopo la sua morte sono stati in parte risistemati.

Cosa sono?

Brevi saggi che però aprono delle porte preziose verso ulteriori approfondimenti.

Libro di Borges
La copertina del libro di Borges

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La capacità di sintesi di Borges

Borges ci mostra dei bagliori e con una capacità di sintesi straordinaria, ragiona sulla letteratura poliziesca, su Dante, su Kafka, sugli incubi, su Buenos Aires, su Hollywood.

Ogni capitolo ha una sua architettura e una sua struttura compiuta, benché gli approfondimenti per il lettore possano essere quasi infiniti.

Ci muoviamo in un immenso luogo di riferimenti e, grazie a Borges, alla sua capacità di raccontare, di mescolare argomenti diversi, riusciamo ad orientarci.

Questi Textos recobrados, sono un modo prezioso per avvicinarci alla produzione di Borges, per conoscerlo nelle sue passioni e nei suoi interessi, ma sono soprattutto un modo, uno dei tanti, con cui un lettore può dialogare con un testo.

Perché Borges ha la capacità di togliersi, di sottrarsi, per lasciare che gli argomenti su cui ragiona possano muoversi liberamente nella mente del lettore.

Meglio la lettura

E proprio lui, che in diverse occasioni ha dichiarato di preferire la lettura alla scrittura, rispetta il suo lettore permettendogli di seguire in autonomia un proprio percorso.

Dati sintetici

Jorge Luis Borges

La mappa segreta

Testi ritrovati (1933-1983)

Traduzione di Rodja Bernardoni

A cura di Tommaso Scarano

Biblioteca Adelphi, 773

2025

pp. 285

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La macchina in corsia undici, recensione del libro di Charles Willeford https://cultura.biografieonline.it/macchina-in-corsia-undici-libro/ https://cultura.biografieonline.it/macchina-in-corsia-undici-libro/#respond Sun, 18 May 2025 10:57:46 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42573 La macchina in corsia unidici

Ci sono autori che ti rimangono in testa per un personaggio, per il loro stile, per la capacità di inventare e per altri motivi che ognuno trova a piacere suo. Per me Charles Willeford è uno di questi autori, perché con la sua capacità narrativa di intagliare i personaggi in un racconto senza sbavature e senza retorica, riesce a non fare sconti, di nessun tipo. Nel racconto lungo “La macchina in corsia unidici” quello che si prova leggendolo è puro piacere.

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Piacere per uno stile che scorre e cambia il modo di percepire la trama, mentre segui la narrazione o cerchi di capire dove va a parere il personaggio principale e voce narrante, ti rendi conto che, senza quasi accorgertene, stai cambiando opinione su tutto.

Prima pensavi che il personaggio fosse sano e si trovasse in manicomio per un errore, poi ti rendi conto che stai pensando che il protagonista sia pazzo e che in fondo meriti di stare dove si trova, per poi sospettare che sia stato ingannato e sia una vittima di un sistema maledetto che lo vuole lobotomizzare.

E nel frattempo ti cresce la paura, per quello che sarà il suo destino, per il potere che condiziona tutti e di riflesso anche te e perché temi il personaggio possa fare una brutta fine. Mentre leggi il racconto pensi a tutte queste cose, fino alla fine.

Come si dice in questi casi, la storia si legge tutta d’un fiato. Ma sarebbe riduttivo, perché la storia deve essere assaporata, ogni parola è scelta con cura e il ritmo vola senza che nessuno abbia il coraggio di aggiungere pesi per rallentarlo. Una lettura folgorante per un libro unico.

L’autore

Ma chi era Charles Willeford, autore di questo racconto?

Non si sa tantissimo di lui ed è interessante cercarlo per scoprirlo, per conoscerlo meglio.

In Italia sono pubblicati alcuni suoi libri.

È un personaggio un po’ misterioso che ha fatto mille lavori e che ha tenuto sempre accesa e viva la sua capacità di raccontare.

“La macchina in corsia unidici” è solo un assaggio del suo talento.

Dati sintetici

A cura di Matteo Codignola
Adelphi Editore
Biblioteca minima, 11
2007, pp. 70
isbn: 9788845921674

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A Satana: analisi dell’inno di Carducci https://cultura.biografieonline.it/inno-a-satana-carducci/ https://cultura.biografieonline.it/inno-a-satana-carducci/#comments Sun, 04 May 2025 17:42:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12652 I “Levia Gratia” di Giosuè Carducci si concludono come è noto con l’inno “A Satana” (scritto nel 1863 e pubblicato per la prima volta nel 1865), un componimento che acquistò ben presto una notevole celebrità. Si tratta di una poesia nella forma di inno, con cinquanta quartine di quinari sdruccioli a schema rimico ABCB. In esso appare chiaro, secondo l’interpretazione dello stesso poeta Giosuè Carducci, che la figura di Satana non è altro che il simbolo della ragione, del progresso e della civiltà moderna.

Giosué Carducci
Giosué Carducci

Analisi della poesia

Si tratta di un inno che trova la sua origine nell’educazione illuministica del Carducci che ebbe, nell’atmosfera positivista del tempo, un suo innegabile significato, ma lo stesso Carducci confessò, in uno scritto del 1881, che questo componimento da lui venne definito una “chitarronata”.

L’inno “A Satana” resta, di fatto, su un livello veramente superficiale; anche se è vero che al poeta, come affermò in uno scritto del 1869, “ruppe dal cuore, proprio dal cuore, in una notte di settembre del 1863”.

A differenza dei reazionari che vedevano la figura di Satana in modo negativo e quindi da condannare in ogni sua forma, Giosuè Carducci la celebra in tutte le sue forme, diventando simbolo degli aspetti positivi della nostra vita.

A Satana: il testo

A te, dell’essere
principio immenso,
materia e spirito,
ragione e senso;

mentre ne’ calici
il vin scintilla
sì come l’anima
nella pupilla;

mentre sorridono
la terra e ’l sole
e si ricambiano
d’amor parole,

e corre un fremito
d’imene arcano
da’ monti e palpita
fecondo il piano;

a te disfrenasi
il verso ardito,
te invoco, o Satana,
re del convito.

Via l’aspersorio,
prete, e ’l tuo metro!
no, prete, Satana
non torna in dietro !

Vedi: la ruggine
l’ode a Michele
il brando mistico;
ed il fedele

spennato arcangelo
cade nel vano.
Ghiacciato è il fulmine
a Geo va in mano.

Meteore pallide,
pianeti spenti,
piovono gli angeli
dai firmamenti.

Nella materia
che mai non dorme,
re dei fenomeni,
e delle forme,

sol vive Satana.
Ei tien l’impero
nel lampo tremulo
d’un occhio nero,

o ver che languido
sfugga e resista
od acre ed umido
provochi insista.

Brilla de’ grappoli
nel lieto sangue,
per cui la libera
gioia non langue,

che la fuggevole
vita ristora,
che il dolor proroga,
che amor ne incora.

Tu spiri, o Satana ,
nel verso mio,
se dal sen rompemi
sfidando il dio

de’ rei pontefici,
de’ re cruenti:
e come fulmine
scuoti le menti.

A te, Agramainio,
Adone, Astarte,
e marmi vissero
e tele e carte,

quando le ioniche
aure serene
beò la Venere
anadiomene.

A te del Libano
frernean le piante,
dell’ alma Cipride
risorto amante:

a te ferveano
le danze e i cori,
a te i virginei
candidi amori

tra le odorifere
palme d’Idume,
dove biancheggiano
le ciprie spume.

Che vai se barbaro
il nazareno
furor dell’agapi
dal rito osceno

con sacra fiaccola
i templi t’arse
e i segni argolici
a terra sparse?

Te accolse profugo
tra gli dei lari
la plebe memore
dei casolari.

Quindi un femineo
sen’ palpitante
empiendo, fervido
nume ed amante,

la strega pallida
d’eterna cura
volgi a soccorrere
l’egra natura.

Tu all’occhio immobile
dell’ alchimista,
tu dell’indocile
mago alla vista

dischiudi i fulgidi
tempi novelli
del nero claiistro
oltre i cancelli.

Alla Tebaide,
te nelle cose
fuggendo, il monaco
triste s’ascose.

O dal tuo tramite
alma divisa,
benigno e Satana:
ceco Eloisa.

In van ti maceri
nell’aspro sacco:
il verso ei mormora
di Maro e Flacco

tra la davidica
nenia ed il pianto;
e, forme delfiche,
a te da canto,

rosee nell’orrida
compagnia nera,
mena Licoride,
mena Glicera.

Ma d’altre imagini
d’età più bella
tal or si popola
l’insonne cella.

Ei, dalle pagine
di Livio, ardenti
tribuni, consoli,
turbe frementi

sveglia; e fantastico
d’italo orgoglio
te spinge, o monaco,
su ’l Campidoglio.

E voi, che il rabido
rogo non strusse,
voci fatidiche,
Wiclef ed Husse,

all’aura il vigile
grido mandate:
s’innova il secolo,
piena è l’ etate.

E già già tremano
mitre e corone :
move dal claustro
la ribellione,

e pugna e predica
sotto la stola
di fra’ Girolamo
Savonarola.

Gittò la tonaca
Martin Lutero:
gitta i tuoi vincoli,
uman pensiero,

e splendi e folgora
di fiamme cinto;
materia, inalzati:
Satana ha vinto.

Un bello e orribile
mostro si sferra,
corre gli oceani,
corre la terra:

corusco e fumido
come i vulcani,
i monti supera,
divora i piani,

sorvola i baratri;
poi si nasconde
per antri incogniti
per vie profonde;

ed esce; e indomito
di lido in lido
come di turbine
manda il suo grido,

come di turbine
l’alito spande:
ei passa, o popoli,
Satana il grande;

passa benefico
di loco in loco
su l’infrenabile
carro del foco.

Salute, o Satana,
o ribellione,
o forza vindice
della ragione!

Sacri a te salgano
gl’incensi e i voti!
Hai vinto il Geova
de’ sacerdoti.

Parafrasi

Ciò lo si evince già dalle prime strofe del componimento, in cui il poeta invoca Satana, che regna prepotentemente nei fenomeni naturali, nelle bellezze della natura, nell’ebbrezza del vino, negli occhi delle donne, nelle gioie del convito e dell’amore. Viene addirittura soprannominato il “Re del convito”. Satana agisce prepotentemente perfino nell’ispirazione e creazione serena dei poeti e degli artisti, “signore incontrastato, mentre ormai cedono e cadono impotenti Geova e i suoi angeli”.

Carducci rappresenta il Re degli Inferi, con la figura di Agramainio, che nella mitologia iranica è il principio del male e della ribellione, poi con Adone, un bellissimo ragazzo di cui si innamorò Venere, allegoria della natura in fiore, ed infine con Astarte, dea fenicia del piacere.

Il poeta si sofferma molto spesso sull’oscurantismo medievale, citando le vittime Abelardo ed Eloisa, inoltre descrive i primi monaci cristiani che praticarono l’ascetismo nel deserto; secondo il poeta, il monaco è spesso triste proprio perché fugge dalla natura, poiché vede in essa una chiara manifestazione della potenza di Satana.

Nel finale, Satana viene identificato con la macchina a vapore, la locomotiva, a simboleggiare la vittoria del progresso contro ogni forma di oscurantismo e di dogmatismo del Cristianesimo.

Sintesi

In questa poesia, Carducci tiene ad esaltare la gioia di una vita tutta materiale, la superiorità del libero pensiero e della razionalità, il progresso delle scienze contro il fanatismo cristiano.

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La casa degli spiriti: riassunto e commento al romanzo di Isabel Allende https://cultura.biografieonline.it/riassunto-casa-degli-spiriti/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-casa-degli-spiriti/#respond Mon, 10 Feb 2025 07:45:49 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10695 Il primo romanzo della scrittrice cilena Isabel Allende si intitola “La casa degli spiriti” e fu edito nel 1982. In Italia è stato pubblicato nel 1983 presso l’editore Feltrinelli. Ha ottenuto grandissimo successo ed ha avuto molte ristampe, consacrando l’autrice come una scrittrice di livello internazionale.

Copertine del libro

La casa degli spiriti
La casa degli spiriti, celebre romanzo di Isabel Allende del 1982: una copertina italiana, una in lingua originale (spagnolo) e una in inglese.

Isabel era la nipote di Salvador Allende, futuro presidente del Cile morto in un colpo di stato nel 1973.

Tutti i libri di Isabel raccontano la situazione del paese e della sua famiglia, in maniera velata e nascosta, con la tecnica del romanzo a chiave. C’è ovvero una descrizione della vita reale dietro la finzione della trama.

Ne La casa degli spiriti la componente di vita reale rimanda alla casa del nonno: la storia è stata scritta prendendo spunto proprio dalle vicende della famiglia Allende.

La casa degli spiriti: riassunto e trama

Prima parte

Il romanzo narra la storia di Esteban Trueba, giovane contadino che si innamora della bella Rosa del Valle e decide di lavorare duramente per potersi permettere di sposarla.

La ragazza però muore assassinata dagli avversari politici di suo padre.

Estaban, col cuore spezzato, si ributta nel lavoro e diventa violento soprattutto verso le donne.

Decide di sposare Clara del Valle, la sorella della defunta Rosa e si trasferisce nella casa di famiglia.

Diventa geloso e possessivo nei confronti della moglie soprattutto nei riguardi di Ferùla, sua sorella, che si trasferisce a vivere con loro e istaura un bellissimo rapporto con Clara.

Dopo la sua morte il suo spirito echeggerà sempre nella loro casa.

Seconda parte

Clara ed Esteban hanno una figlia di nome Blanca, che viene educata in un collegio per volere del padre.

La giovane ha un cattivo rapporto con il genitore e decide di stabilirsi in città nella “casa dell’angolo”.

Ritornerà in campagna solo per partorire la bambina che ha avuto da un rivoluzionario di nome Pedro Terzo Garcia.

Il vecchio Esteban, dopo la morte della moglie Clara, si affeziona tantissimo alla bambina Alba, che diventa per lui l’unico raggio di sole della vita.

Il vecchio intanto taglia anche i rapporti con i due figli maschi: Nicolas, ragazzo superficiale, e Jaime, medico impegnato nel volontariato.

Esteban sceglie di buttarsi in politica con la destra conservatrice.

Frattanto i militari organizzano un golpe (colpo di stato) e Blanca è costretta a fuggire con il rivoluzionario Pedro in Canada.

Sua figlia Alba intanto cresce nella casa del nonno e da rifugio nella casa dell’angolo a tutti i rivoluzionari facendoli confondere con gli spiriti che la hanno abitata per tanti anni dopo le numerose sedute spiritiche avvenute al suo interno.

Viene però scoperta ed arrestata, costretta a subire violenze e torture da parte dei militari.

Finale

Il nonno riesce a liberare la nipote grazie alle sue amicizie e i due torneranno a vivere insieme.

Esteban muore accompagnato dal fantasma/spirito della moglie defunta.

Alba troverà quindi i diari della nonna e riuscirà a ricostruire la storia della sua famiglia.

Isabel Allende
L’autrice Isabel Allende

Breve analisi e commento

La casa degli spiriti è un romanzo molto particolare intriso di spiritualismo ed esoterismo.

Clara ha infatti numerose visioni perché immersa in un mondo parallelo.

La casa degli spiriti è la casa dell’angolo, affascinante visione ricca di ombre e silenzi, dove si nasconde la storia.

Una storia, quella della famiglia, che cammina in parallelo con la storia della nazione e delle persecuzioni.

Uno scontro continuo tra il bene e il male.

Si tratta di un romanzo affascinante che fa luce sulla storia della famiglia Allende e soprattutto su quella del Cile, paese traviato ma sempre di grande fascino.

Nel 1993 la storia è stata trasposta sul grande schermo nell’omonimo film, di Bille August.

Incipit del romanzo

Barrabás arrivò in famiglia per via mare, annotò la piccola Clara con la sua delicata calligrafia. Già allora aveva l’abitudine di scrivere le cose importanti e piú tardi, quando rimase muta, scriveva anche le banalità, senza sospettare che, cinquant’anni dopo, i suoi quaderni mi sarebbero serviti per riscattare la memoria del passato, e per sopravvivere al mio stesso terrore. Il giorno in cui arrivò Barrabás era Giovedí Santo. Stava in una gabbia lercia, coperto dei suoi stessi escrementi e della sua stessa orina, con uno sguardo smarrito di prigioniero miserabile e indifeso, ma già si intuiva – dal portamento regale della sua testa e dalla dimensione del suo scheletro – il gigante leggendario che sarebbe diventato. Era quello un giorno noioso e autunnale, che in nulla faceva presagire gli eventi che la bimba scrisse perché fossero ricordati e che accaddero durante la messa delle dodici, nella parrocchia di San Sebastián, alla quale assistette con tutta la famiglia.

Frase famosa tratta dal libro

La terra è l’unica cosa che rimane quando tutto finisce.

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Cime tempestose, di Emily Brontë: riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-cime-tempestose/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-cime-tempestose/#respond Tue, 04 Feb 2025 09:46:08 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9193 Cime tempestose, il cui titolo originale in inglese è Wuthering Heights, è stato pubblicato per la prima volta nel 1847. Il titolo deriva dal nome di una delle principali ambientazioni del libro, un casale nella brughiera dello Yorkshire in Inghilterra, la cui proprietà originariamente era della famiglia Earnshaw, dove fu cresciuto il protagonista Heathcliff e dove tutta la storia si sviluppa.

Cime tempestose, celebre e famoso romanzo di Emily Bronte
Una copertina del libro Cime tempestose in lingua italiana e una in lingua inglese (Wuthering Heights).

È l’unico romanzo della scrittrice inglese Emily Brontë.

Le critiche iniziali

Alla sua pubblicazione, venne giudicato dai critici letterari del tempo un libro “perverso, brutale, cupo ed immorale”.

A scandalizzare i critici furono soprattutto gli argomenti trattati: un grande e ostacolato amore, la dura critica alla società del periodo, la rigida divisione in classi sociali, con i suoi doveri e i suoi divieti e l’immagine tirannica nella gestione dei sentimenti di coppia.

Inoltre, le critiche si alimentarono per la schiettezza, da parte dell’autrice, nel raccontare i matrimoni di convenienza ed il triangolo amoroso “lui, lei e l’altro”.

I sentimenti forti

Il romanzo è tutto intriso di passioni d’amore e d’odio.

Cime tempestose è un bellissimo libro pieno di coinvolgimento e pathos che mostra apertamente fin dove può arrivare il desiderio di vendetta umana.

La trama descrive ogni emozione in modo così chiaro da coinvolgere il lettore nelle sue pagine.

Il protagonista, Heathcliff, recherà dolore nella vita di tutti coloro che lo circondano, fino ad arrivare sull’orlo della pazzia.

Solo nel finale, stanco di combattere contro tutto e tutti, abbandonerà la sua personale battaglia.

Cime tempestose, un classico senza tempo, uno splendido racconto dello spaccato sulla vita sociale di metà ottocento e sui sentimenti umani.

Un dramma passionale e selvaggio, un libro assolutamente da non perdere.

Cime tempestose: trama e riassunto del libro

Il romanzo Cime tempestose di Emily Brontë narra la storia di Heathcliff e del suo amore per Catherine, spiegando ed analizzando come questa passione, alla fine, possa portare alla distruzione di entrambi.

Difatti il tema centrale del libro è proprio l’effetto distruttivo che il sentimento della gelosia e la sete di vendetta possono avere sugli altri individui.

La storia è raccontata a ritroso da Ellen Dean, o Nelly (la governante della famiglia) che la narra a Mr. Lockwood, il nuovo affittuario di Thrushcross Grange.

L’inizio

Tutto inizia nel 1801, quando Mr. Lockwood, nuovo abitante di Thrushcross Grange ed affittuario di Heathcliff, si reca a Wuthering Heights per conoscere i suoi vicini e gli abitanti del luogo.

Qui rimane subito colpito dalla variegata miscellanea di caratteri dei personaggi che abitano la casa.

Il proprietario signor Heathcliff che mostra d’essere un gentiluomo ma con modi duri e rozzi, non solo nei confronti del suo inquilino ma anche della nuora, la signorina Cathy Linton, di suo nipote, Hareton Earnshaw e dei due domestici, Zillah e Joseph.

Fuori una bufera imperversa e a Mr. Lockwood viene dato il permesso di fermarsi lì per la notte.

Soggiornando in una camera sui cui muri ci sono incisi strani graffiti e spesso ripetuto un nome: Catherine.

Durante la notte Mr. Lockwood vive un agghiacciante episodio: vede lo spettro di una ragazza che bussa sui vetri della sua finestra, chiedendo di entrare.

Terrorizzato, si mette ad urlare ed Heathcliff corre in suo aiuto, allontanandolo dalla stanza ed aprendo la finestra per dare la possibilità allo spirito di entrare.

Seconda parte

Poco tempo dopo, Mr. Lockwood si ammala e durante la lunga e noiosa convalescenza si fa raccontare dalla governante, la signora Ellen Dean (Nelly) la storia della vita del suo affittuario. Nelly comincia a raccontare.

Trent’anni prima, Mr. Earnshaw, il vecchio proprietario della casa, portò in casa un ragazzino di sei anni, forse uno zingaro o un orfano, tornando da uno dei suoi viaggi a Liverpool, adottandolo e dandogli il nome di Heathcliff.

All’inizio i suoi due figli, Hindley e Catherine, non accettarono la convivenza con il nuovo arrivato, ma col tempo Heathcliff riuscì a conquistarsi almeno l’amicizia della ragazza.

Mentre Hindley continuò ad odiarlo in una maniera sempre più forte, roso dalla gelosia nei suoi confronti e dall’idea che lui un domani potesse rubargli l’intera eredità.

Questo obbligò Mr. Earnshaw a mandare il figlio all’università, lontano da casa, per allontanarli l’uno dall’altro. Da lì in poi il legame tra Catherine e Heathcliff si rafforza ed i due finiscono col passare sempre più tempo assieme.

Ma alla morte di Mr. Earnshaw, Hindley torna nella tenuta con la moglie Frances e diventa il padrone di Wuthering Heights ed il capo della famiglia, obbligando Heathcliff ad abbandonare gli studi e a lavorare come bracciante nelle sue terre.

Terza parte

Dopo poco tempo, Catherine viene morsa da un cane rabbioso e obbligata a trasferirsi per cinque settimane nella residenza di Thrushcross Grange, tenuta della ricca famiglia Linton.

Durante questo periodo la ragazza si lega a Edgar, il primogenito. Al suo ritorno a Wuthering Heights, Catherine ritrova un Heathcliff grezzo ed ignorante, per nulla simile all’aspetto raffinato e dalle maniere gentili a cui Edgar e la sua famiglia l’aveva abituata.

Un anno dopo, Catherine si fidanza con Edgar e Heathcliff, sentitosi respinto ed in preda allo sconforto, decide di partire per cercare fortuna.

Dopo tre anni ritorna, ma è un’altra persona, un gentiluomo borghese che porta con sé un’enorme ricchezza. Catherine e Edgar intanto si sono sposati.

Da qui ha inizio la grande vendetta di Heathcliff: prima decide di liberarsi della figura di Hindley, incoraggiandolo verso la sua dipendenza dall’alcol e dal gioco d’azzardo, al punto che ormai, indebitatosi incredibilmente, viene obbligato a chiedere aiuto a Heathcliff, che coglie la palla al balzo accettando di coprire l’ipoteca della residenza di Wuthering Heights.

Quarta parte

Poi, venuto a sapere che la cognata di Catherine, Isabelle, nutre un sentimento nei suoi confronti, decide di iniziare una relazione con lei anche se non prova nessun sentimento nei confronti della ragazza.

La sposa ma subito dopo le dichiara apertamente di stare con lei solo per volersi vendicare di ciò che suo fratello Edgar aveva fatto a lui, iniziando a maltrattarla e facendola continuamente soffrire.

Catherine, che comunque rimane sempre legata sentimentalmente a Heathcliff, si ammala gravemente di un dolore più psichico che fisico che la porta ad essere sempre follemente irascibile ed intrattabile.

Rimane incinta ma durante il parto muore, dando alla luce una bambina che viene chiamata con il suo stesso nome ma soprannominata Cathy.

Prima di morire però, Catherine e Heathcliff riescono finalmente a dichiararsi in piena sincerità il loro reciproco, infinito ed eterno amore.

Quinta parte

Il romanzo prosegue con un susseguirsi di intricate situazioni: dopo il funerale di Catherine, Isabelle lascia Wutheringh Heights, per partorire, lontano dal malefico Heathcliff, il piccolo Linton che poi darà in affido a suo fratello Edgar.

Hindley muore sei mesi dopo lasciando così a Heathcliff il controllo definitivo di Wutheringh Heights e dopo dodici anni, alla morte di Isabella, prende a vivere con se il figlio Linton.

Nel romanzo, ora compare la figura di Hareton, cugino di Cathy, figlio di Hindley.

Un ragazzo dal carattere irascibile e dai modi brutali che incontra per la prima volta sua cugina poco prima dell’arrivo di Linton a Wuthering Heights.

Da subito suscita in lei sdegno per il suo comportamento rozzo e volgare.

Sesta parte

Anni dopo, Cathy visita nuovamente Wuthering Heights e lì incontra Linton ed Hareton.

La giovane prova subito una simpatia per il primo, nonostante la sua aria malaticcia e debole, mentre continua a nutrire un senso di disprezzo nei confronti del secondo.

Heathcliff decide di favorire in tutti i modi l’unione di suo figlio con Cathy. Subdola mossa per far sì che, un domani, Linton possa diventare proprietario anche della tenuta di Thrushcross Grange, possibilità non tanto remota nel tempo, viste le pessime condizioni di salute di Edgar.

I due giovani allora si sposano forzatamente e poco tempo dopo Edgar muore, seguito a poca distanza anche dal giovane Linton.

A questo punto, Heathcliff diventa così il padrone assoluto di Wuthering Heights e di Thrushcross Grange. Hareton, innamorato ma non corrisposto da Cathy, cerca di cambiare la sua condizione di inferiorità, cominciando ad imparare a leggere e studiare.

Cathy, lentamente si avvicina a lui e dopo poco tempo inizia tra i due un sincero affetto. Heathcliff, a questo punto stanco, decide di non intervenire e confessa a Nelly la sua resa nei confronti dei ragazzi.

Finale

A questo punto del romanzo, per la seconda volta dopo l’inizio, fa la sua comparizione il fantasma di Catherine, che comincia ad essere visto da Heathcliff vagare per la brughiera ed in casa.

Convinto che queste apparizioni siano una richiesta di riavvicinamento da parte di Catherine, si reca al cimitero per dissotterrare il cadavere dell’amata per poterla abbracciare un’ultima volta. Poco dopo viene trovato morto nel suo letto e sepolto a fianco alla sua Catherine.

In chiusura, Cathy e Hareton si sposano ed il romanzo termina con Mr. Lockwood che si reca alle tombe di Catherine e di Heathcliff per dare credito, non confermato, alla superstizione locale che racconta dell’esistenza di due spiriti che tenendosi per mano, vagano per la brughiera.

Cime tempestose al cinema e in tv

1939

Il diretto da William Wyler nel 1939 è forse il più celebre. Gli interpreti sono Merle Oberon (Catherine), Laurence Olivier (Heathcliff), David Niven (Edgar Linton), Flora Robson (Ellen Dean), Donald Crisp (dott. Kenneth), Geraldine Fitzgerald (Isabella Linton) e Leo G. Carroll (Joseph Earnshaw). Il film fu adattato da Charles MacArthur, Ben Hecht e John Huston. Il film fu nominato per l’Academy Award for Best Picture. Il film non rappresenta tutto il romanzo, ma solo metà.

1953

Un adattamento del 1953 per la BBC fu realizzato da Higel Kneale, diretto da Rudolph Cartier e interpretato da Yvonne Mitchell, nel ruolo di Cathy; questa versione non è più presente negli archivi della BBC.

1954

Nel 1954 fu la volta di “Abismos de pasión” di Luis Buñuel: un adattamento più libero, di un romanticismo esasperato fino a sconfinare col surrealismo e un curioso abbinamento musicale con il Tristano e Isotta di Richard Wagner.

1956

Nel 1956 la Rai trasmise un adattamento di “Cime tempestose”, diretto da Mario Landi e interpretato da Massimo Girotti e Anna Maria Ferrero.

1970

Al 1970 risale un nuovo adattamento cinematografico, con Timothy Dalton nei panni di Heathcliff.

1992

Un adattamento cinematografico del 1992 fu il primo a mostrare entrambe le generazioni delle storia, quindi Heathcliff, Cathy, Edgar, e Hindley, come pure i loro figli. Juliette Binoche interpreta due ruoli, Catherine Earnshaw e sua figlia. Ralph Fiennes recita nei panni di Heathcliff.

2004

Nel 2004 la RAI mise in onda una miniserie su Cime tempestose, diretta da Fabrizio Costa, con Alessio Boni nel ruolo di Heathcliff e Anita Caprioli nel ruolo di Catherine.

2009

Del 2009 è la serie Tv con Tom Hardy.

2011

Nel 2011 è uscito nel Regno Unito “Cime tempestose” diretto da Andrea Arnold. Il film è stato presentato alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 9 settembre, festival in cui ha vinto il Premio Osella per il migliore contributo tecnico. Nel cast, quasi interamente composto da teenager e da ragazzini piuttosto giovani, figura l’attrice inglese Kaya Scodelario, nota soprattutto per il suo ruolo nella serie TV “Skins”, alle prese con la sua prima parte da protagonista in un film (nella parte di Catherine Earnshaw).

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Maciste: storia, curiosità e film che raccontano il personaggio https://cultura.biografieonline.it/maciste/ https://cultura.biografieonline.it/maciste/#comments Tue, 04 Feb 2025 08:46:19 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17516 Eroe o personaggio?

Maciste, a differenza di quello che a volte capita di sentire, non è un eroe della mitologia greca o romana, bensì un personaggio cinematografico. Pare, ma non ci sono prove storiche al riguardo, che fu Gabriele D’Annunzio ad inventare il personaggio all’inizio del XX secolo.

È un’opinione consolidata questa, che attribuisce al poeta la paternità del personaggio ma in realtà non è mai stata provata da fonti certe.

Maciste

Maciste in seguito diventò, comunque, un personaggio famoso del grande schermo.

La prima apparizione

La sua prima apparizione avvenne nel film muto “Cabiria” girato nel 1914. Qui l’attore Bartolomeo Pagano interpretò il ruolo di un Maciste forte e coraggioso capace di sbriciolare chiunque gli sia nemico, proteggendo al contempo i più deboli – perché appunto è un buono di cuore – e coloro che sono in pericolo.

I film della serie Maciste

L’attore Bartolomeo Pagano interpretò il ruolo di Maciste per 12 anni, partecipando a una serie film come “Maciste alpino“, “M. atleta“, “M. medium“, “M. innamorato“, “M. poliziotto“, “La rivincita di Maciste“.

Bartolomeo Pagano
Bartolomeo Pagano

La trama ricorrente

In molti film si assiste ad una trama comune: una ragazza viene rapita da alcuni malviventi ma Maciste, che si trova per caso nello stesso luogo, interviene per salvarla e restituirla alla famiglia.

Lo schema è il rapimento, la fuga, l’equivoco, la difficoltà nel liberarla e poi il lieto fine.

Inizialmente l’ambientazione non fu all’epoca dei Greci antichi o dell’impero Romano, bensì nel XX secolo.

Tuttavia, siccome il personaggio si prestava bene ad ogni contesto e in modo particolare a quello delle trame ambientate nell’antichità, fu comunemente considerato alla stessa stregua di Ercole.

Mentre i primi film, quelli girati con protagonista Pagano, avevano i loro pregi e comunque diedero vita ad un filone narrativo, quelli ambientati all’epoca della civiltà greco-romana furono sviluppati avvalendosi di sceneggiature molto schematiche, lineari e semplici.

Il personaggio di Maciste venne utilizzato anche in film comici a fianco di Totò (nel film “Totò contro Maciste” del 1962 – qui il protagonista è interpretato da Samson Burke) ma anche dalla celebre coppia VianelloMondaini.

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La storia infinita: riassunto del romanzo di Michael Ende https://cultura.biografieonline.it/riassunto-storia-infinita/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-storia-infinita/#respond Fri, 20 Dec 2024 14:41:53 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14177 Il libro più celebre dell’autore tedesco Michael Ende è “La storia infinita” (titolo originale: Die unendliche Geschichte), pubblicato nel 1979. A rendere ancor più celebre il romanzo è stato il film di Wolfgang Petersen del 1984.

L’opera è ambientata a Fantàsia. È un mondo fantastico continuamente minacciato dall’espansione di una forza misteriosa denominata Nulla, che porta alla sparizione di regioni sempre più estese del regno.

A sconfiggere il male ci pensa un giovane guerriero di nome Atreyu che viene incaricato dall’Infanta Imperatrice di trovare una soluzione al problema; ma non è solo. Con lui c’è Bastiano Baldassarre Bucci, un ragazzo che si trova ben presto coinvolto nelle splendide avventure del regno di Fantàsia.

Ai due giovani è affidato il destino dell’Imperatrice e del regno.

La storia infinita - libro - Michael Ende - 1979
La storia infinita“, scritto del 1979, è il libro più celebre di Michael Ende

Incipit

otairauqitnA
ilodnairoC odarroC olraC eralotiT

Questa scritta stava sulla porta a vetri di una botteguccia, ma naturalmente così la si vedeva solo guardando attraverso il vetro dall’interno del locale in penombra.
Fuori era una fredda, grigia giornata novembrina e pioveva a catinelle. Le gocce di pioggia correvano giù lungo il vetro, sopra gli svolazzi delle lettere. Tutto ciò che si riusciva a vedere attraverso il cristallo era un muro macchiato di pioggia dall’altro lato della strada.
D’improvviso la porta venne spalancata con tanta violenza che un piccolo grappolo di campanellini d’ottone sospeso sul battente cominciò a tintinnare tutto eccitato e ci volle un bel po’ prima che si rimettesse tranquillo. […]

Riassunto del romanzo

Prima parte

La vicenda si apre con Bastiano, un bambino orfano di madre e con un padre con il quale non riesce a comunicare. Per fuggire all’ennesimo rimprovero scolastico decide di rifugiarsi nella libreria antiquaria del signor Carlo Corrado Coriandoli.

Qui trova un libro fantastico che sottrae al librario. Il ragazzo si reca poi nella soffitta della scuola e inizia a leggere l’appassionante romanzo dal titolo “La storia infinita”.

Il romanzo racconta le vicende del regno di Fantàsia e della sua sovrana, l’Infanta Imperatrice. Essi sono minacciati dalla inarrestabile avanzata del “Nulla“, che rischia di eliminare completamente il regno con la sua sovrana.

A questo punto, viene convocato in aiuto il giovane Atreyu. Egli si reca presso la Torre d’avorio dai capi del Regno di Fantàsia. Qui viene incaricato di trovare una soluzione al problema che affligge l’Imperatrice e tutta Fantàsia.

Atreyu dovrà affrontare, armato soltanto di un medaglione-talismano fatato per proteggerlo da ogni male, tutte le varie prove e peripezie che troverà sul cammino.

Atreyu attraversa Fantàsia e parla con tutti i suoi abitanti, tra cui Ygramul, Uyulala e infine Mork.

Il ragazzo si trova a fronteggiare una serie di imprevisti ed ostacoli ma alla fine giunge alla conclusione che l’unica possibilità di salvezza per il regno e la sua Imperatrice è quello di condurre a Fantàsia un essere umano che dia alla sua sovrana un nuovo nome.

Lentamente, Bastiano si lascia sempre più prendere dal libro e dalla sua storia, diventando ben presto il protagonista stesso della vicenda, tanto da rendersi conto di poter influenzare attivamente il proseguimento della vicenda.

Seconda parte

Capisce di essere lui, l’unico in grado di salvare Fantàsia, una città che si sta cancellando inghiottita dal Nulla. Ma inizialmente non si mette in gioco, pensando di non essere all’altezza del compito.

A questo punto, la regina è costretta a recarsi dal Vecchio della Montagna Vagante, colui che scrive ogni cosa che accade nel regno di Fantasia, in modo da convincere Bastiano ad intervenire per salvare il suo regno.

Il ragazzo, sfogliando le pagine, si accorge che l’Imperatrice ed il Vecchio della montagna iniziano a parlare di lui e del fatto che aveva sottratto il libro alla libreria. Capisce così di essere realmente l’unico che può salvare il regno di Fantàsia.

Bastiano allora decide di pronunciare finalmente il nome che ha scelto per l’Imperatrice e che aveva pensato da tempo ovvero: “Fiordiluna“.

Il ragazzo, subito dopo, viene risucchiato dal libro e catapultato a Fantàsia. Qui l’Infanta Imperatrice lo incarica di ricreare il regno fatato che ormai era ridotto solo ad un granello di sabbia.

Con l’amuleto fatato, che riceve in dono dall’imperatrice, Bastiano inizia la sua avventura a Fantàsia e il suo compito è quello di ricreare il regno attraverso i suoi desideri.

Tra strane creature e avventure emozionanti il ragazzo perde l’atteggiamento goffo e timido che aveva, trasformandosi in un giovane coraggioso che riesce a realizzare i propri desideri e quelli altrui. Solo Atreyu e Fucur si rendono presto conto che, ad ogni desiderio che esprime l’amico, perde un ricordo legato alla sua vita da umano. Se il ragazzo dovesse finire i suoi ricordi non potrà più esprimere desideri, rimanendo intrappolato nel regno di Fantàsia per sempre.

Finale del romanzo

Alla fine, infatti, Bastiano ricorda solo il proprio nome ed il ragazzo, con l’aiuto dell’amico Atreyu, accede alle Acque della Vita dove si immerge e così riesce a ritrovarsi ancora una volta nella soffitta della scuola e ritornare a casa per poter riabbracciare il padre.

Il suo compito invece verrà portato a termine dall’amico Atreyu ed il regno di Fantàsia sarà salvo. A quel punto Bastiano si reca nella biblioteca per restituire il libro e racconta tutta la storia al librario che gli confessa che anche lui, tempo addietro, era entrato nel regno di Fantàsia e aveva dato un nuovo nome all’Imperatrice.

Il romanzo si chiude con il libraio Coriandoli che guarda Bastiano dicendogli che lui è uno di quelli che indicherà a molti altri ragazzi la strada per il regno di Fantàsia.

La storia infinita
La storia infinita, poster del film

“La storia infinita” al cinema

Il libro ottenne un grande successo di pubblico e di critica tanto da essere stato tradotto in ben più di quaranta lingue. Oggi è considerato uno tra i più influenti romanzi classici della letteratura rivolto ai ragazzi.

Numerose sono state le trasposizioni cinematografiche e televisive ispirate al libro di Michael Ende.

Quella più significativa è il celebre lungometraggio “La storia infinita” di Wolfgang Petersen del 1984. Il film ha avuto due seguiti nel 1990 con la “Storia infinita 2” e, nel 1994, con la “Storia infinita 3”.

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Le lupe, libro di di Pierre Boileau e Thomas Narcejac. Un romanzo noir senza tempo https://cultura.biografieonline.it/le-lupe-libro-recensione/ https://cultura.biografieonline.it/le-lupe-libro-recensione/#respond Mon, 16 Dec 2024 13:19:27 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42494 Le lupe è un romanzo noir scritto da Pierre Boileau e Thomas Narcejac.

È stato pubblicato da Adelphi nel 2024, ma la prima edizione risale al 1955.

È un romanzo senza tempo: scopriamo assieme perché.

Le lupe
Le lupe: copertina del libro

Trama e commento al romanzo

La guerra è al culmine e due uomini, Bernard e Gervais, stanno scappando verso un luogo sicuro.

Una casa dove possono riposarsi e non pensare più a quello che hanno vissuto li sta aspettando a Lione, dove due donne si prenderanno cura di loro.

Ma qualcosa va storto e solo Gervais raggiunge la casa rifugio.

Tuttavia, non può presentarsi con la sua vera identità, deve invece assumere l’identità di Bernard.

Da quel momento inizia una sorta di gioco di equivoci, trappole, minacce velate, azioni mal interpretate.

Gervais e le due donne che lo ospitano tendono una tela sofisticata e complessa dove è facile perdersi. E dove si rischia la vita.

Soprattutto quando arriva una terza donna, la sorella di Bernard, la quale non vuole perdere l’eredità di venti milioni di franchi di cui avrebbe goduto il fratello e per questo vuole giocare una partita ancora più pericolosa.

Commento

“Le lupe” è un romanzo in cui ciò che sembra non è. E dove quello che i personaggi interpretano è sempre qualcosa di diverso da ciò che pensiamo.

Proprio per questo gioco di scacchi, di equivoci, di trappole, il romanzo di due maestri del noir francese ascende ad un livello narrativo molto interessante.

Perché dall’inizio fino ad un finale inaspettato, la tensione rimane sottesa e tesa come un filo di ferro.

La sentiamo man mano che la trama ci porta verso una spirale di dubbi e di eventi inaspettati.

Chi sta intrappolando chi?

Gervais sembra all’inizio comandare il gioco ma poi non ne siamo più sicuri e chi sembra più debole si rivela invece molto più forte e diabolico.

In questo gioco dai volti sconosciuti, in cui dobbiamo indovinare il colpevole, siamo solo certi che la verità rimarrà nascosta fino alla fine.

Leggere un noir come questo è un’esperienza che non ha tempo.

Ne sono stati scritti molti di romanzi gialli da quando questo libro è stato pubblicato più di settant’anni fa ma questo, come il buon vino, è invecchiato molto bene.

Consigliato.

Voto: 8

Dati sintetici

Titolo: Le lupe

Autori: Pierre Boileau, Thomas Narcejac

Traduzione: Lorenza Di Lella, Francesca Scala

Edizione: 2024, 2ª ediz., pp. 179

ISBN: 9788845939013

Su Amazon: https://amzn.to/3P09TN8

Le lupe: incipit del libro

«Dài, che ce l’abbiamo fatta» disse Bernard.

Le ruote del vagone sussultavano sugli scambi; i tramezzi di legno stridevano; le protuberanze del sacco di patate a cui ero appoggiato — da chissà quante ore — mi si conficcavano sempre più a fondo nelle costole, nelle reni; la corrente d’aria che penetrava dalle fenditure del tetto sapeva di umidità e del vapore grasso delle macchine sotto pressione che sentivamo sbuffare di tanto in tanto nella direzione contraria alla nostra, in mezzo a un gran cozzare di respingenti. Mi alzai anch’io, con il corpo intorpidito da far spavento; uno scossone mi fece ricadere sui sacchi, ma la mano possente di Bernard mi rimise in piedi.

«Guarda» gridò. «È La Guillotière».

«La Guillotière, come no…».

«È La Guillotière, ti dico!».

Avvicinai la faccia alla feritoia ma riuscii a vedere soltanto la sagoma di qualche vagone, livide nuvole di fumo e le lucine rosse e verdi dei semafori. Bernard avvicinò la testa alla mia.

«Tutto bene?… Non sei troppo stanco?».

«Sono sfinito».

«Ti aiuterò io».

«No».

«Casa di Hélène non è lontana».

«Non importa».

«Gervais, amico mio, non fare l’idiota».

«Ci ho pensato» dissi. «Non voglio più esserti d’impiccio. Salirò su un altro treno diretto a Sud, a Marsiglia, a Tolone, un posto qualsiasi… In un modo o nell’altro me la caverò».

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Pasto Nudo, romanzo di William S. Burroughs (riassunto) https://cultura.biografieonline.it/pasto-nudo/ https://cultura.biografieonline.it/pasto-nudo/#comments Mon, 11 Nov 2024 14:51:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19233 Un capolavoro assoluto realizzato dallo scrittore e saggista statunitense William S. Burroughs è “Pasto Nudo“. Il romanzo fu pubblicato nel 1959 a Parigi dalla Olympia Press. In seguito ne seguì un’altra edizione statunitense pubblicata da Grove Press, nel 1962. In ultimo, nel 2002, grazie al prezioso contributo degli scrittori James Grauerholz e Barry Miles, il testo “Pasto Nudo” venne risistemato. Vennero aggiunti brani che fino allora risultavano mancanti.

Pasto Nudo - libro - riassunto
Pasto Nudo (Naked Lunch). Prima edizione: 1959; prima edizione italiana: 1964.

Appunti dall’inferno

Inizialmente, il libro di Burroughs fu oggetto di un importante processo per oscenità e di innumerevoli censure. Dapprima, venne riconosciuto solo come un ritratto dall’inferno. Poi fortunatamente gli editori vinsero la causa a Boston e il romanzo, nel 1962, venne pubblicato anche negli USA.

Pasto Nudo viene definito una raccolta di appunti dall’inferno, che rimarrà impresso nelle nostri menti. Lo scrittore si sofferma sul tema della “Malattia”, quello della tossicodipendenza, che non lascia inizialmente scampo al protagonista del romanzo. Il protagonista è il suo Doppio Lee, che vive in un clima di sconforto, di indifferenza e di solitudine.

Il romanzo è autobiografico perché anche lo stesso autore fu afflitto da questo problema per ben quindici lunghi anni. Al termine di questo “inferno”, riordinò i bozzetti definiti da lui stesso “deliranti”. Infine li pubblicò in un romanzo dal senso compiuto.

William Burroughs
William Burroughs

Nel libro, Burroughs dispone i capitoli in maniera disordinata.

Segue solamente la libera rappresentazione dei pensieri di una persona, così come compaiono nella mente (ovvero il flusso di coscienza).

Adotta molto spesso una brusca interruzione dei passaggi.

Il libro non è certo caratterizzato da forme di sentimentalismo.

E l’humor americano usato dalla scrittore è spesso molto duro e pungente.

Il titolo

Il titolo del romanzo, “Pasto Nudo”, gli fu suggerito dal suo amico scrittore e poeta statunitense Jack Kerouac, considerato uno dei maggiori e più importanti scrittori statunitensi del XX secolo. Con il titolo “Pasto Nudo”, si vuole indicare l’istante, raggelato, in cui si vede quello che c’è sulla punta della forchetta.

Sento sul collo il fiato caldo della Legge, li sento che fanno le loro mosse, piazzano pupe diaboliche come informatori e canticchiano davanti al cucchiaino e al contagocce che butto via alla fermata di Washington Square, salto un cancelletto girevole, scendo a precipizio due rampe di scale di ferro, prendo la metropolitana in direzione uptown… (INCIPIT)

Riassunto di “Pasto Nudo”

Prima parte

Il libro narra delle vicende e della vita di un tossicodipendente che vive la sua vita tra il bisogno di dipendenza dalla droga e il continuo sfuggire da poliziotti e spacciatori. Nella prima parte del romanzo, viene descritto il mondo sommerso di Lee, il Doppio dello scrittore. Egli trascorre le sue giornate in preda ai sintomi di astinenza dall’eroina e il desiderio di fuga tra USA, Messico e l’Interzona, ovvero Tangeri. Vengono così narrate le sue deliranti esperienze visionarie.

Lo scrittore, nel libro, ci offre un ritratto diverso della società americana di fine anni Cinquanta, fatta di casa e famiglia e buoni propositi e ci presenta, in questo caso, uno spaccato dell’America all’acido fenico e assoggettata dalla volontà dello Stato.

In questo particolare contesto, anche gli altri protagonisti del libro si inseriscono in un clima diverso rispetto a quello della classica America anni Cinquanta. Risultano tutti soppressi, emarginati e inquadrati in una cospirazione di più ampio respiro. Tale cospirazione coinvolge in modo significativo tutti gli ambienti della politica, della medicina, arrivando perfino al terrorismo internazionale.

Seconda parte

Nella seconda parte del libro, invece, l’autore si sofferma sulla figura chiave del Dottor Benwey. Egli è a capo del Centro di Ricondizionamento nella Repubblica della Libertà, luogo caratterizzato da persone deviate come tossicodipendenti e criminali. L’uomo viene descritto come un personaggio manipolatore e coordinatore di sistemi, di simboli. E’ uno scienziato esperto di tutti gli aspetti dell’interrogatorio, del lavaggio del cervello e del controllo.

Lo scienziato, infatti, utilizza le proprie competenze per la creazione di sistemi di controllo della personalità più efficaci ma che, alla fine, non riescono a risolvere i reali problemi dei protagonisti.

Anche Tangeri, la città in sui si svolgono gli altri avvenimenti, è condizionata da una sorta di controllori che manipolano il muoversi dei loro bisogni fisici per accrescere solamente il proprio potere. Il messaggio che passa è che l’umanità è in parte succube di tale situazione. La colpa è attribuibile in parte ad una società sbagliata.

Temi trattati

Tra i temi fondamentali descritti da Burroughs troviamo, oltre quello della tossicodipendenza, quello relativo al controllo delle menti che lo Stato compie di sovente sugli individui e quello relativo all’uso della telepatia come unico mezzo e salvezza per sfuggire e superare questa particolare situazione.

Commento all’opera

Il libro, con il tempo, ottenne un notevole successo tanto che furono numerose le traduzioni del romanzo. Fu perfino realizzato un film omonimo dal titolo: “Il Pasto Nudo”, nel 1991. A realizzarlo fu il regista e produttore cinematografico David Cronenberg con la straordinaria partecipazione di Julian Sands, Peter Weller, Ian Holm, Judy Davis. Sontuoso.

Non dimentichiamo inoltre che il fumettista italiano Gianluca Lerici ha realizzato l’adattamento a fumetti ispirandosi al libro “Pasto nudo” di William S. Burroughs per la Shake Edizioni.

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