Recensioni film Archivi - Cultura https://cultura.biografieonline.it/argomento/cinema/recensioni-film/ Canale del sito Biografieonline.it Tue, 28 May 2024 09:06:22 +0000 it-IT hourly 1 Abigail. Una ballerina vampiro: trama e recensione del film https://cultura.biografieonline.it/abigail-film-recensione/ https://cultura.biografieonline.it/abigail-film-recensione/#respond Tue, 28 May 2024 09:05:57 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42146 di Lucia Piani

Abigail è un film del 2024 diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett. Si ispira al film La figlia di Dracula, un film horror del 1936 diretto da Lambert Hillyer. Il film è segna l’ultima apparizione sullo schermo di Angus Cloud, attore 25enne morto durante le riprese (a causa di un’overdose di un mix di farmaci).

Abigail - film - scena
Una scena del film Abigail • Fonte: Wikipedia

La trama

Abigail ama ballare e si allena di notte in un teatro dedicato a lei. Ma proprio dopo uno dei suoi balletti solitari una banda di criminali la rapisce e la rinchiude in una casa fatiscente. Non potevano commettere un errore più grave. Abigail non è proprio una dolce ballerina indifesa e il loro ruolo di criminali babysitter in attesa del riscatto diventerà un inferno.

Fin da subito infatti chi dovrebbe essere il carceriere diventa il carcerato e chi voleva vincere facile si trova a sprofondare in un gioco molto pericoloso dove tutto è congegnato per ucciderlo.

Ma la morte dei vari personaggi come nei Dieci piccoli indiani di Agatha Christie è congeniato per far divertire lo spettatore e soprattutto il maniaco assassino o assassina che li vuole torturare fino alla morte.

Recensione e commento

Abigail è un film apparentemente scontato, su un tema quale il vampirismo ampiamente trattata da film, trilogie ecc… ma in realtà si rivela un film dal ritmo serrato con personaggi credibili e un’attrice prodigio che si dimostra fin da subito all’altezza del suo ruolo ma soprattutto si dimostra capace di stupire con una personalità ben definita.

Abigail ha una sceneggiatura che non pretende troppo ma una regia dei migliori film horror, con un ritmo incalzante, colpi di scena insospettabili e una forza narrativa che fino alla conclusione del storia lascia con il fiato sospeso. Lo consiglierei a tutti coloro che amano il genere e vogliono stupirsi su un tema iconico.

Trailer

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Perfetti sconosciuti, riassunto e recensione del film https://cultura.biografieonline.it/perfetti-sconosciuti/ https://cultura.biografieonline.it/perfetti-sconosciuti/#respond Sat, 07 Jan 2023 21:53:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24052 Un tempo la memoria era ben protetta nella mente di ognuno. Oggi, nel XXI secolo si trova nelle sim dei cellulari. Parte da qui la riflessione del regista Paolo Genovese che ha dato spazio alla pellicola Perfetti sconosciuti sulle note di una canzone di Fiorella Mannoia. Il film è uscito nelle sale l’11 febbraio del 2016.

Perfetti Sconosciuti film

Il cast di Perfetti sconosciuti

Il film Perfetti sconosciuti è una commedia italiana che mette in scena un gruppo di amici mentre stanno consumando una cena. Si tratta della psichiatra Eva e il chirurgo plastico Rocco, due coniugi interpretati da Kasia Smutniak e Marco Giallini e genitori di Sofia, alias Benedetta Porcaroli.

A casa loro invitano i cinque amici che decidono di fare un gioco: mettere sul tavolo il proprio telefono cellulare, “odierna scatola nera”, e ascoltare in viva voce le chiamate in arrivo o leggere messaggi ad alta voce. I volti dei cinque amici sono: Giuseppe Battiston, insegnante di ginnastica disoccupato che interpreta Peppe, Valerio Mastandrea nel ruolo di Lele, funzionario di un ufficio legale di una grande azienda privata, Anna Foglietta nel ruolo di sua moglie Carlotta, Alba Rohrwacher che interpreta la veterinaria Bianca ed Edoardo Leo, nei panni di Cosimo, marito di Bianca e tassista con la voglia di cambiare quotidianamente lavoro.

Il film dimostra una capacità intellettuale e di classe, che celano maschere e ipocrisie. È una commedia all’italiana che mette in risalto il concetto di amicizia, ma è anche una pellicola sull’ipocrisia italiana.

Trailer

Locandina e poster

Perfetti sconosciuti: la locandina del film
Perfetti sconosciuti: la locandina del film

La trama del film

I coniugi Eva e Rocco invitano a casa loro a cena degli amici di vecchia data, sono gli amici di sempre: Cosimo e Bianca, Lele e Carlotta e Peppe. Eva e Rocco, al contrario di Cosimo e Bianca, novelli sposi, sono ormai una coppia in crisi. A questo va ad aggiungersi un rapporto conflittuale tra la moglie e la figlia adolescente, che predilige il rapporto con il padre.

Tuttavia non sono i soli ad avere una crisi, anche Lele e Carlotta hanno dei problemi, mentre Peppe, insegnante di educazione fisica, dopo il divorzio, non riesce né a trovare un’occupazione né un rapporto sentimentale. Nel corso della cena, mentre l’argomento si accende su una coppia di amici che si sono lasciati per via di alcuni messaggi letti sul telefonino, Eva propone di fare un gioco, cioè di mettere tutti il proprio telefono cellulare sul tavolo e di accettare chiamate e messaggi rendendo partecipe il gruppo.

Così, tutti accettano, ma quello che doveva rimanere un gioco diventa una trappola per i commensali. Si scoprono tutti i segreti. Uno, ad esempio, è quello di Rocco, chirurgo plastico, che è da tempo in analisi e che lo nasconde alla moglie psicoterapeuta. Si scopre pure che la moglie di Rocco vuole rifarsi il seno, ma che si affiderà non al marito ma ad un altro chirurgo famoso. Inoltre, di nascosto alla moglie, Rocco compra dei preservativi alla figlia e glieli consegna prima che lei esca e le da consigli sulla prima esperienza sessuale.

Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta.

Viene fuori dalle conversazioni che Bianca si sente con il suo ex fidanzato, all’insaputa di Cosimo. Ma solo per dargli dei consigli su come approcciarsi in un nuovo rapporto con un’altra donna. Di Cosimo si scopre che ha un’amante rimasta in cinta durante l’ultimo incontro. E che ha proprio una relazione con Eva, moglie del suo amico Rocco.

Anche l’altra coppia è in crisi: mentre Carlotta ha una relazione online con un altro uomo e vuole mettere la suocera in una casa di riposo all’insaputa di Lele, anche lui ha una relazione online con un’altra donna. Si scopre anche che Carlotta ha ucciso un uomo mentre era ubriaca alla guida dell’auto, ma a proteggerla dal carcere ci ha pensato il marito Lele, assumendosi la responsabilità della morte dell’uomo.

Peppe invece è omosessuale, ma gli amici per via di un equivoco pensano che sia Lele a tradire la moglie con un altro uomo. Infatti Lele per evitare che la moglie si accorgesse della sua relazione online ha scambiato il telefono con l’amico Peppe. Questo ha un compagno che si chiama Lucio. Il colpo di scena, si avrà a fine serata, quando si scopre che in realtà il gioco non è mai avvenuto. E che tutti ritornano a casa con il loro bagaglio fatto di menzogne.

Perfetti sconosciuti: premi

Il film ha ricevuto nel 2016 il David di Donatello, nastri d’argento, Globo d’oro, Ciak d’oro e molti altri premi. Insomma è una pellicola che non solo fa ridere ma che fa riflettere.

Record

Nel 2019 entra nel Guinness dei primati come il film con più remake in assoluto nella storia del cinema: 18. Nel 2023 se ne contano oltre 20!

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Bianca come il latte, rossa come il sangue: il libro e il film https://cultura.biografieonline.it/bianca-come-latte-rossa-sangue/ https://cultura.biografieonline.it/bianca-come-latte-rossa-sangue/#respond Wed, 21 Jul 2021 05:29:28 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22847 Bianca come il latte, rossa come il sangue è un romanzo di Alessandro D’Avenia, edito da Mondadori, già vincitore del Premio Internazionale Padre Pino Puglisi, proprio per l’impegno mostrato dall’autore a favore degli adolescenti, conferitogli il 6 dicembre del 2012. E’ il romanzo d’esordio di questo autore palermitano, scritto nel 2010 ed è narrato dal protagonista in prima persona.

Bianca come il latte, rossa come il sangue
Bianca come il latte, rossa come il sangue: a sinistra la copertina del libro di Alessandro D’Avenia; a destra il poster del film.

Riassunto del libro

Leo è un liceale appassionato di musica e calcio. Disinteressato alla scuola, passa il suo tempo a chiacchierare e distrarre i compagni dalle lezioni. Un giorno entra in classe un nuovo professore di italiano, che sostituisce la collega rimasta vedova e Leo si prende gioco dell’insegnante e lo accoglie tirandogli palline di carta. Per lui però la vita da alunno discolo è breve: incalzato dal nuovo insegnante, resta intrappolato dalle sue parole durante le lezioni.

È un insegnante diverso dagli altri, che mostra subito un forte interesse per questi ragazzi che rappresentano il futuro. Parla di sogni, invita i suoi studenti a sognare, a cercare di realizzare i propri sogni, senza cadere mai nel banale, ma catturando l’attenzione degli allievi del terzo anno, riuscendo a coinvolgerli.

Ma torniamo a Leo. Due colori si contrappongono nella vita del ragazzo, protagonista del romanzo: il bianco e il rosso. Il colore bianco per lui rappresenta il vuoto, la perdita di qualcuno, di una persona cara della sua vita. Il rosso lo interpreta come l’amore, la passione e il sangue, ovvero la vita.

Alle parole interessanti del professore inizialmente Leo contrappone il suo primo innamoramento, quello nei confronti di Beatrice, una ragazza dai capelli ricci, rossi, dagli occhi grandi e verdi, dai toni pacati, gentili, con fare elegante. E mentre lui sogna di svelarle il suo amore, Silvia, sua compagna e amica, ha il cuore pieno d’amore per il suo Leo. Ma Silvia tace e si presta al gioco del ragazzo, facendogli sempre da spalla.

Incipit del libro

Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore. Il silenzio è bianco. Il bianco infatti è un colore che non sopporto: non ha confini. Passare una notte in bianco, andare in bianco, alzare bandiera bianca, lasciare il foglio bianco, avere un capello bianco… Anzi, il bianco non è neanche un colore. Non è niente, come il silenzio. Un niente senza parole e senza musica. In silenzio: in bianco. Non so rimanere in silenzio o da solo, che è lo stesso. Mi viene un dolore poco sopra la pancia o dentro la pancia, non l’ho mai capito, da costringermi a inforcare il mio bat-cinquantino, ormai a pezzi e senza freni…

Non solo una storia d’amore

Sino a qui il romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue sembra la classica storia d’amore tra adolescenti, una commedia a lieto fine. Poi però la storia prende una piega diversa, diventando una lezione di vita. Sì, perché, la giovane Beatrice dai capelli rossi di cui è invaghito Leo, ha la leucemia ed è proprio Silvia a dare la notizia al ragazzo. Leo non si perde d’animo, trova il coraggio di dichiararsi, di dare a Beatrice l’amore che merita.

Lo fa attraverso la musica, suonando per lei la chitarra, lo fa con le parole, facendo il giullare mentre la ragazza è costretta a fare le cure per sopravvivere. Ma a Leo non basta: vuole aiutare Beatrice a vivere. Così, dopo aver parlato con i genitori e aver ricevuto un “no” per donare il suo midollo alla ragazza, decide di farsi aiutare da Silvia per falsificare le firme dei genitori.

Dietro insistenza, Silvia lo aiuta e lui si presta alla donazione, ma il midollo non è compatibile. Poi, dopo aver effettuato i prelievi, partecipa alla partita di pallone con i compagni. Ha un malore perché è troppo debole e viene accusato dai ragazzi di aver fatto perdere la partita alla squadra. Leo si sfoga scrivendo una lettera al suo amore Beatrice, ma non riesce a consegnargliela perché subisce un incidente mentre è in motorino e viene ricoverato in nosocomio.

È lo stesso ospedale dove si trova Beatrice ma non riesce a parlarle. Così pensa che il suo sogno, i sogni invocati dal suo professore, siano destinati a rimanere nel cassetto o comunque difficili da realizzare.

Finale

Finita la degenza, il sedicenne torna a scuola e grazie all’aiuto dell’amica Silvia, Leo riesce a recuperare a scuola ma soprattutto a realizzare il suo sogno, seppure per un breve periodo: riesce a vedere Beatrice, va insieme a Silvia a trovarla a casa, anche se la ragazza è debole perché ha subìto un trapianto di midollo, ma l’intervento è andato male.

I due ragazzi vengono accolti dalla madre di Beatrice. Poi riescono a vedere la ragazza, che li ringrazia della visita. Da quel momento in poi, per Leo, i giorni di visita a Beatrice diventano routine: le prepara cd musicali, presentazioni powerpoint su alcune belle città, allo scopo di distrarla e farla viaggiare virtualmente. Canta per lei, ballano, la aiuta a scrivere il suo diario: sono delle lettere a Dio, dalle quali si evince la sua serenità.

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Bianca come il latte, rossa come il sangue: il film

Dal romanzo è stato tratto un film di Giacomo Campiotti del 2013. Gli attori sono: Filippo Scicchitano, Aurora Ruffino, Gaia Weiss, Luca Argentero, Romolo Guerreri, Gabriele Maggio, Roberto Salussoglia, Pasquale Salerno, Michele Codognesi, Flavio Insinna, Cecilia Dazzi.

L’interpretazione degli attori che hanno contribuito alla realizzazione del film è impeccabile. Un Luca Argentero formidabile nei panni dell’insegnante. Il film, trasposizione del romanzo, affronta il tema dell’adolescenza, un film che recita la morte e parla di vita. È una pellicola semplice, che lancia un messaggio carico di amore e di vita.

Alessandro D'Avenia
Alessandro D’Avenia

Bianca come il latte, rossa come il sangue è una pellicola dalla forte carica emotiva, ma che sa regalare anche momenti piacevoli, sorrisi. E’ un film che resta pieno di vita, pur narrando la morte. Un film d’amore puro. È una deliziosa e infinita dichiarazione d’amore, la vita vista con gli occhi degli adolescenti.

È una lezione di vita: il film affronta anche il tema della morte, della terribile malattia, la leucemia, che porta a spegnere per sempre i sogni di Beatrice. Affronta il tema della crescita dovuta al confronto con le difficoltà della vita. Tutto è narrato bene, con delicatezza, persino la musica scelta: la colonna sonora del film, “Se si potesse non morire”, è dei Modà. La band di Francesco Silvestre si è classificata al terzo posto, con questa canzone, al Festival di Sanremo 2013.

Il film, della durata di 102 minuti, distribuito nelle sale cinematografiche, a partire dal 4 aprile 2013, ha incassato nel primo weekend 1.163.036 €.

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La stanza, recensione del film di Stefano Lodovichi https://cultura.biografieonline.it/la-stanza-film-recensione/ https://cultura.biografieonline.it/la-stanza-film-recensione/#respond Thu, 07 Jan 2021 15:07:04 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=31927 La stanza, film del 2020 di Stefano Lodovichi

Si intitola La stanza il film del regista toscano Stefano Lodovichi (nato a Grosseto il 31 agosto 1983). Girato e prodotto nel 2020 è uscito in esclusiva su Amazon Prime Video, il 4 gennaio 2021. Nel cast come attori protagonisti del film, troviamo: Camilla Filippi, Guido Caprino, Edoardo Pesce.

Stefano Lodovichi
Stefano Lodovichi (il regista)

La stanza: trama e riassunto del film

In una casa enorme, molto bella ma anche decadente, una donna affranta e vestita con il suo abito da sposa, sta per gettarsi dalla finestra. Proprio in quel momento suonano alla porta.

Lei si riprende e va ad aprire, forse perché spera che sia il marito. Tuttavia non è così.

La donna, Stella, si trova davanti Giulio, uno sconosciuto molto insistente e che vuole prendere possesso della stanza che ha affittato nella casa.

Il seguito è tutto da scoprire.

Possiamo però dire che Giulio non è proprio “giusto di testa”. Ma nemmeno Stella sta bene visto che ha appena tentato il “quasi suicidio”. Quando lui vuole intromettersi nella storia ormai a pezzi di Stella con suo marito Sandro, la situazione prende una piega particolare.

Commento e recensione

La stanza è un film che prende ritmo dopo la prima parte. Forse perché deve scontare alcuni aspetti quali il thriller psicologico, il film horror e un’idea di viaggio nel tempo che potrebbero renderlo banale. E’ grazie all’interpretazione dei protagonisti Giulio (Guido Caprino) e Stella (Camilla Filippi) che l’opera riesce a prendere una piega abbastanza interessante.

Personaggi, trama, ritmo si amalgamano bene per costruire un thriller convincente.

L’idea di mettere un terzo personaggio in mezzo ad una coppia fragile, con problemi non risolti e segreti pendenti, potrebbe scivolare nel già visto: invece mantiene viva la fiamma dell’originalità!

Trailer del film

Poster del film

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18 regali: recensione e trailer video del film, tratto da una storia vera https://cultura.biografieonline.it/18-regali-film-recensione/ https://cultura.biografieonline.it/18-regali-film-recensione/#respond Wed, 06 May 2020 16:24:56 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=28989 18 regali è il film di Francesco Amato che celebra il rapporto d’amore tra una madre e una figlia. Il film, uscito nelle sale il 2 gennaio 2020, si basa su una storia vera: una madre incinta della sua primogenita scopre di avere il cancro; la donna coraggiosa non si arrende e, consapevole del fatto che non vedrà sua figlia crescere, decide di comprarle 18 regali, uno per ogni compleanno sino alla maggiore età.

18 regali: una scena dal film con le due protagoniste Elisa e Anna
18 regali: una scena dal film con le due protagoniste Elisa e Anna

La storia è quella di Elisa Girotto, che muore all’età di 40 anni nel 2001, poco dopo la nascita di sua figlia Anna.

Nel processo di scrittura del film, è stato coinvolto il papà della bambina, Alessio Vincenzotto.

18 regali: trama e riassunto

La trama è basata sulla storia vera di Elisa ma dove irrompe un futuro magico, una dimensione altra, rispetto alla realtà o al sogno.

Elisa muore prima di poter vedere crescere Anna, sua figlia; le ha lasciato per lei 18 regali, che il padre Alessio le consegna ad ogni compleanno: dalle bambole ai libri, dal pianoforte ai viaggi che Elisa avrebbe voluto fare con Anna.

Così Alessio per ogni compleanno, rispettando la volontà della moglie, consegna i regali ad Anna. Ma quando la ragazza compie diciotto anni, si ribella e sentendosi oppressa da questo vuoto per la perdita della madre, si rifiuta di aprire il regalo e scappa dalla festa – in suo onore, per la maggiore età – che il padre ha organizzato.

La ragazza così si ritrova a girare di notte; si ubriaca e viene investita da un’auto. Inizia così il viaggio nel mondo magico, perché è a questo punto che madre e figlia si ritrovano senza riconoscersi, almeno così sembra.

Alla guida dell’auto che investe la giovane diciottenne c’è infatti Elisa, che la soccorre e la porta a casa sua. Tra le due, nonostante un rapporto conflittuale iniziale, nasce un rapporto bellissimo, fatto di complicità e di stima reciproca.

Insieme affronteranno la malattia della donna, compreranno i regali per sua figlia. Ma prima di tornare alla vita dal coma in cui Anna è sprofondata, le due donne, Elisa e Anna si riconosceranno?

Il cast

Nel ruolo di Elisa, mamma di Anna e madre coraggiosa, troviamo una straordinaria interprete: Vittoria Puccini. Mentre Benedetta Porcalori è Anna, la figlia adolescente ribelle e irrequieta. Nei panni del papà Alessio troviamo l’attore Edoardo Leo.

Gli altri interpreti sono: Sara Lazzaro, Marco Messeri, Betti Pedrazzi, Alessandro Giallocosta.

Locandina del film

Perché vedere 18 regali

18 regali non è solo la vera storia di Elisa: una storia commovente, un inno alla vita, al coraggio, una bellissima storia d’amore tra madre e figlia, ma è anche speranza.

Nonostante la consapevolezza della morte, la giovane donna ha avuto la forza di proiettarsi nel futuro, che il destino beffardo le ha negato a causa della malattia, lasciando al marito Alessio un compito. Lasciando a lui una sorta di kit di sopravvivenza e ad Anna regali e lettere per dimostrarle e non farle mancare il suo amore.

Il trailer del film 18 regali, distribuito da Lucky Red

Le dichiarazioni del marito di Elisa, Alessio Vincenzotto

«Spero che la storia di mia moglie aiuti le persone a riflettere sull’importanza dell’amore verso la vita, che va sempre vissuta a pieno, anche nei momenti di difficoltà»

ha spiegato Alessio Vincenzotto, marito di Elisa Girotto alla stampa.

Il racconto del regista Francesco Amato

Il regista Francesco Amato ha raccontato di essere stato a casa di Alessio per proporgli il film quando Elisa era morta da neppure un mese.

«Sono andato per la prima volta a trovare Alessio, che mi ha aperto le porte della sua casa, quando Elisa era morta da meno di un mese. Mi ha svelato il suo immaginario e fatto leggere le lettere che ha lasciato, di grande potenza emotiva, piene di volontà di misurarsi con il futuro a pochi giorni da una morte di cui era consapevole».

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Joker. Riassunto, commento e recensione del film https://cultura.biografieonline.it/joker-film-riassunto-commento/ https://cultura.biografieonline.it/joker-film-riassunto-commento/#respond Mon, 04 Nov 2019 02:31:28 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27388 E’ stato il miglior film alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, nel 2019. Il film Joker è stato il vincitore del Leone d’oro. L’interpretazione del protagonista, l’attore americano Joaquin Phoenix, è unanimemente indicata come magistrale.

Joker sulla scalinata in una celebre scena del film
Joker sulla scalinata in una celebre scena del film

In questo articolo proponiamo il riassunto della trama e una breve analisi, recensione e commento al film. Diretto da Todd Phillips, il film e la storia si basano sull’omonimo personaggio dei fumetti DC Comics, instabile (psicologicamente) antagonista di Batman. Nel cast del film vi sono anche Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy e Brett Cullen.

Joker: trama del film

Siamo nel 1980. Arthur Fleck, prossimo inconsapevole Joker, vive con una madre ammalata in un sobborgo di Gotham City. La sua vita, la sua casa, i rapporti con gli altri sono disastrosi. Arthur è preso in giro, sottovalutato, sminuito, angariato dai colleghi e dalle persone per le quali lavora.

Per vivere fa il pagliaccio di giorno, per strada o in case private. Ma il suo sogno è quello di fare il comico, anche se non riesce a far ridere nessuno. Anche la sua risata è sconnessa, fuori tempo e scoppia in modo incontrollato quando subisce una forte pressione.

Una sera, minacciato da alcuni uomini, reagisce male e li uccide. Da quel momento nasce il mito del killer pagliaccio che combatte contro gli sfruttatori per ridare ai cittadini di Gotham la loro rivoluzione.

Mentre per le strade impazza la rivolta nel nome di Joker, lui partecipa ad uno show in cui viene preso in giro, non capito e in cui reagisce ancora con violenza. Il suo declino verso il male è così inarrestabile.

Ho sempre pensato alla mia vita come a una tragedia. Adesso vedo che è una commedia.
Una citazione tratta dal film

Joker: recensione, commento e riflessione sul film

La psicologia del Joker, di Arthur Fleck, è un meccanismo delicato che il regista ci mostra mentre si sfascia di fronte alla realtà. Joker dunque è vittima del male che subisce e che lo porta a generarne ancora di più, fino a diventare un killer. Quel killer che ci raccontano altri film, come ne Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan.

L’interpretazione del protagonista Joaquin Phoenix, soprattutto nella rappresentazione della discesa nella pazzia, è magistrale.

La risata, difficile da creare in quel modo, dimostra ancora una volta come l’attore americano sia un artista notevole. Ma il film lo lascia in una condizione pericolosa. Joker è il protagonista assoluto e riesce anche in una trama debole, flebile e a volte forzata a mantenersi in bilico fra una storia che improvvisa e un racconto ritmicamente rapido, incalzante, ma a volte fuori registro.

Ricostruire il passato di Joker riempie un vuoto narrativo. Finalmente un regista decide di analizzare il passato e i meccanismi psicologici dei supereroi cattivi. Su Batman di fatto si era già detto molto.

Tuttavia manca il contesto in cui Joker avrebbe realizzato un’interpretazione ancora più grandiosa. Vale la pena vedere questo film, soprattutto perché grazie a Joaquin Phoenix possiamo osservare come una mente si distrugga di fronte alla violenza e alla menzogna.

Locandina e poster del film

Joker: locandina e poster del film
Joker: locandina e poster del film

Joker, trailer italiano

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Il signor diavolo, film di Pupi Avati. Riassunto, trama e recensione https://cultura.biografieonline.it/signor-diavolo-film-recensione/ https://cultura.biografieonline.it/signor-diavolo-film-recensione/#respond Thu, 10 Oct 2019 00:18:52 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27163 Il signor Diavolo è il titolo del film del regista bolognese Pupi Avati uscito nelle sale italiane nell’estate del 2019. La sceneggiatura è tratta dall’omonimo romanzo, scritto sempre da Pupi Avati e pubblicato l’anno precedente.

Una scena tratta dal film "Il signor diavolo" (2019)
Una scena tratta dal film “Il signor diavolo” (2019)

La scrittura del film porta la firma di altri due parenti: il figlio Tommaso Avati ed il fratello Antonio Avati. Con quest’opera Pupi torna ad un genere che aveva già affrontato in passato in più di un’occasione: l’horror.

Il signor diavolo trailer

Trailer del film

Nella cultura contadina il diverso, il deforme, viene associata al demonio.

Padre Amedeo (interpretato da Alessandro Haber)

Il signor diavolo: trama e riassunto

1952. Roma. Piena estate. Furio Momenté è un funzionario che lavora in un ministero non identificato: viene chiamato dal suo superiore per una missione importante. Nel Veneto super cattolico, una famiglia molto facoltosa ha deciso di girare le spalle alla Dc (Democrazia Cristiana) e sta convincendo molte persone a non votarla più.

Il motivo è un processo nel quale un ragazzino di nome Carlo deve difendersi dall’accusa di aver ucciso l’erede di questa famiglia. Il piccolo assassino pare sia stato istigato da alcune suore; la madre del defunto vuole vendicarsi sia contro la chiesa cattolica sia contro la Dc.

La missione del funzionario è quella di indagare e scagionare la Chiesa da ogni tipo di accusa. Il ragazzo, persona dagli abiti ordinari, ben educato, obbediente, accetta l’incarico. E’ stupito che il suo superiore abbia scelto proprio lui.

Durante il viaggio il funzionario legge gli atti del processo e nella sua mente, attraverso flashback, ricostruisce tutta la vicenda.

Il ragazzino che ha commesso l’omicidio lo ha fatto per difendersi dal ricco bambino che aveva avuto in passato comportamenti strani. Soprattutto egli era conosciuto per il suo aspetto orribile. Il ragazzo aveva alcuni denti molto prominenti, tanto che sembravano delle zanne di maiale.

La sorella, adottata dalla famiglia facoltosa, era stata trovata sbranata nella culla e i sospetti erano ricaduti su di lui. I genitori, in particolare la madre, lo avevano difeso con tutte le forze. Ma il ragazzo dalle fauci improprie era anche un adepto di satana: almeno così affermavano alcune persone che lo avevano conosciuto.

Carlo, quasi coetaneo del mostro e che aveva perso un amico in un incidente, era stato indotto dal ragazzo con le zanne a fare un rito per ritrovare l’anima dell’amico prematuramente scomparso; quando si era reso conto della pericolosità di quel rito e delle conseguenze sempre più sataniche e sempre più concrete, si era ribellato, uccidendo il mostro.

Commento e recensione

Da questo momento la storia diventa ancora più terribile e spaventosa. E’ qui che Pupi Avati dimostra di essere un regista sapiente, attento ai dettagli e alle sfumature. Il sacro, la Chiesa, la superstizione, la religione, diventano aspetti univoci di una trama ben scritta e con un ritmo mai inappropriato. Tutto si tiene.

La tensione cresce in un contesto bucolico, dove la superstizione e la paura atavica prendono il sopravvento. La paura, il dolore, la vergogna non si stemperano mai nella banalità e fino alla fine rimane tutto avvolto da un mistero di terrore che quasi certamente non finirà mai.

I film horror di Pupi Avati

E’ questa una delle caratteristiche più interessanti del film “Il signor diavolo” di Pupi Avati: l’originale approccio al mondo horror. Esso avviene utilizzando sempre gli stessi ingredienti, ma con un impasto nuovo e originale. Esempi di altri suoi film horror sono: La casa dalle finestre che ridono (1976), Zeder (1983) e L’arcano incantatore (1996).

Locandina del film

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Attenti a quelle due, recensione del film https://cultura.biografieonline.it/attenti-a-quelle-due-recensione-film/ https://cultura.biografieonline.it/attenti-a-quelle-due-recensione-film/#respond Wed, 08 May 2019 23:01:11 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26268 Il film del 2019 “Attenti a quelle due” è un remake del film “Due figli di…”. Mentre il film diretto da Frank Oz nel 1988 vedeva come protagonisti Michael Caine e Steve Martin, il nuovo lavoro, diretto da Chris Addison, è una declinazione al femminile della storia. Le attrici protagonisti sono Anne Hathaway (Josephine) e Rebel Wilson (Lonnie).

Foto da una scena del film: Attenti a quelle due
Foto da una scena del film: Attenti a quelle due

Attenti a quelle due, trama e riassunto

Lonnie è una poco affascinante ammaliatrice che inganna i suoi clienti-vittime con foto provocanti della sorella che non ha. Purtroppo e malgrado la sua goffa intelligenza viene scoperta e decide di scappare in Costa Azzurra. Le hanno detto che in quel luogo vi sono molti ingenui ricconi da spennare. In treno riesce ad ingannarne uno ma solo per farsi offrire la cena.

Una donna affascinante e brillante, Josephine, la osserva mentre agisce. Siccome è anche lei del mestiere cerca di sviarla per non ritrovarsela sul suo territorio. Lonnie però non desiste e la donna è costretta a prenderla come socia.

Inizia così la vicenda di una coppia improbabile che froda e deruba sciocchi e faciloni che si ritrovano in Costa Azzurra per spendere i loro soldi.

Uno di questi è un giovane brillante americano che ha ideato una app famosa. Nasce fra le due ladre una sfida: irretire e derubare il ragazzo. Quest’ultimo però si dimostrerà in molte circostanze una sorpresa da non sottovalutare.

Attenti a quelle due: il trailer italiano del film

Commento al film

Il film Attenti a quelle due è una commedia allegra. Fa ridere solo se uno vuole spegnere il cervello e lasciarsi coinvolgere in una sorta di cinepanettone ingenuo e forzato.

La trama è molto prevedibile e i dialoghi sono scontati. Anne Hathaway, che interpreta l’altra protagonista, una donna più matura ed esperta nel lavoro di truffatrice, veste male i panni interpretativi di questo personaggio forzandosi in un’ironia che non le appartiene.

La trama in sé è piacevole. Il ritmo scorre verso la fine del film che non lascia nulla alla sorpresa.

Attenti a quelle due - Locandina del film
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Honeymoon, recensione del film https://cultura.biografieonline.it/honeymoon-recensione-film/ https://cultura.biografieonline.it/honeymoon-recensione-film/#respond Wed, 08 May 2019 15:53:06 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26282 Honeymoon è un film del 2014 di Leigh Janiak, di genere horror. Tra gli attori protagonisti vi sono Rose Leslie, Harry Treadaway, Ben Huber e Hanna Brown.

Honeymoon film

Trama del film

Due giovani sposi, Paul e Bea, decidono di trascorrere la loro luna di miele in un cottage a bordo lago. Il luogo è tranquillo, perché non è ancora iniziata la stagione turistica. Bea è affezionata al lago dove ha passato le estati della sua infanzia.

Paul è meno convinto della scelta, ma per amore della ragazza accetta di passare alcune settimane in mezzo alla natura e alla desolazione.

I primi giorni amoreggiano e si comportano come una coppia un po’ infantile che trae divertimento da ogni cosa. Una notte però Paul si sveglia e non trova Bea. La cerca senza successo. E’ preoccupato e spaventato. Ad un tratto la vede accucciata nel bosco. Lei non si ricorda nulla e non sa perché sia uscita di casa.

Nei giorni seguenti, malgrado Bea neghi tutto, il suo comportamento sembra essere sempre più strano. Non si ricorda alcune cose; ha delle ferite inspiegabili; cerca di comportarsi normalmente anche se molte abitudini e atteggiamenti che la contraddistinguevano, sembrano svaniti.

Da quel momento e con un precipitare vertiginoso di fatti e avvenimenti, Bea cambia. Anche Paul cambia: all’inizio cerca di soprassedere sui suoi comportamenti, comincia a preoccuparsi sempre di più per sua moglie. Si arriva ad un epilogo devastante che cambierà per sempre le loro vite.

Honeymoon - Locandina e poster del film
Honeymoon – Locandina del film

Recensione e commento al film Honeymoon

Honeymoon non cambia le regole dell’horror ma mette insieme generi differenti. Cucina una trama apparentemente semplice ma piena di sfumature.

I due personaggi, ridicoli nel loro modo di amarsi, diventano in realtà due avversari sui generis, che attraverso l’amore cercano di affrontare una forza esterna soverchiante. Il loro isolamento, inizialmente accettato e voluto per passare del tempo insieme, si trasforma in una trappola, dove quello che consideravano assoluto e sicuro, perde ogni certezza.

Bea si trasforma, e come nel film Invasione degli ultracorpi, sembra assumere un’altra personalità mantenendo la sua solita identità fisica. E Paul, inascoltato da Bea, intuisce che qualcosa è cambiato ma fa fatica ad accettarlo, fino a quando non può più negare che Bea non è più la stessa.

Entrambi i personaggi diventano più definiti a causa di ciò che vivono. E cambiano perché sono costretti ad adattarsi alle nuove terribili circostanze.

Nel film dunque ci sono diversi generi che si intrecciano: horror, romanzo d’amore, fantascienza. Soprattutto c’è un rapporto che cambia mentre le persone non si riconoscono e non riescono più a comunicare.

Anche il loro amore, certezza incontestabile, si trasforma appena la memoria abbandona Bea, la quale non ricorda più il passato condiviso.

Il film Honeymoon è apparentemente semplice ma in realtà complesso: ciò che accade sembra, come in un destino preordinato, incontrastabile.

Buona la regia, scarsi i dialoghi. Ottimo ritmo che incalza e trascina verso il compimento della tragedia.

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Border – Creature di confine, recensione del film https://cultura.biografieonline.it/border-creature-di-confine-recensione-film/ https://cultura.biografieonline.it/border-creature-di-confine-recensione-film/#respond Sun, 05 May 2019 08:08:34 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26264 Girato nel 2018, Border – Creature di confine è un film diretto e co-sceneggiato da Ali Abbasi, regista iraniano-svedese. La storia è tratta dal racconto Confine di John Ajvide Lindqvist (scrittore svedese di genere horror), risalente al 2005. Agli Oscar del 2019 ha rappresentato la Svezia nella categoria per il Miglior film in lingua straniera, senza tuttavia entrare nei candidati finali alla vittoria del premio.

Border - Creature di confine: film recensione commento
Immagine tratta dalla locandina del film

Border – Creature di confine, trailer del film

Il trailer ufficiale in italiano del film

Border – Creature di confine, trama del film

Alla dogana di Stoccolma si può notare una donna – almeno così sembra – con una divisa da doganiera e un volto severo, massiccio, pronunciato. E’ Tina il cui lavoro è quello di fiutare la paura e più in generale le emozioni dei passeggeri che sbarcano con i loro bagagli.

Lei è infallibile. I suoi colleghi la osservano mentre riesce ad individuare coloro che hanno materiale illecito nascosto ovunque. La sua dote nascosta è quella di fiutare le emozioni e i cambiamenti che producono nelle persone: paura, odio, dolore, colpa, finzione, finta indifferenza, violenza.

Sono tutti stati d’animo o atteggiamenti che Tina riesce ad individuare a colpo sicuro. Lei è soddisfatta del suo lavoro ma un po’ meno della sua vita: vive con uno spiantato che alleva cani in un bosco fuori Stoccolma.

Tina ama la natura che le sviluppa istinti che non riesce a definire. Fino a quando non incontra Vore: un essere massiccio come lei e che sembra la sua fotocopia. I due si piacciono e si inseguono in un gioco di scoperte sensazionali che porterà Tina a prendere coscienza della sua natura.

Recensione e commento

Border è un film stupefacente. E’ da vedere. Mentre la protagonista scopre se stessa e la sua incredibile natura, chi li osserva, seguendo una trama ben congeniata, non può non domandarsi quali sono i confini delle differenze e quanto assurda sia la divisione o la contrapposizione delle diversità.

Sono molti gli scopi del film: ogni spettatore individuerà quelli che preferisce, ma sicuramente siamo di fronte ad un piccolo gioiello di recitazione e di regia.

La diversità o la mostruosità, come un mezzo per mostrare qualcosa di bello, ha precedenti infiniti; in questo caso l’autore non ci vuole mostrare qualcosa di bello ma solo la magnifica realizzazione di se stessi e l’incredibile energia e forza che proviene dalla consapevolezza di aver trovato la propria strada e la propria realizzazione.

Se ti senti diversa è perché sei migliore di loro.

(Vore)

Questa consapevolezza si sviluppa mentre cresce nella protagonista il bisogno di comprendere perché Vore sia così attraente per lei e soprattutto così indecifrabile. Perché ciò che non capiamo, a volte, risulta essere il primo elemento per una comprensione più vasta e interessante.

Pertanto comprendersi, cercarsi, accettarsi è non badare alle conseguenze di questo affascinante percorso, fino a quando non si fa male agli altri. In questo Tina dimostra molta più saggezza e sensibilità di Vore che cade nell’errore di odiare coloro che lo hanno emarginato.

Voto: 8 / 10

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