Le Stanze Vaticane (opera di Raffaello)

Alla fine del 1508 Raffaello si trasferisce a Roma. Qui riceve l’incarico da parte di Giulio II di decorare le stanze Vaticane. Raffaello Sanzio ha appena venticinque anni: Giulio II ha intuito che il giovane pittore, più di ogni altro, ha la straordinaria facoltà di visualizzare le sue idee, trasformando in pittura la sua concezione, affrontando temi teorici di estrema difficoltà, riuscendo a passare dall’astrazione dell’idea alla concretezza della visione. Raffaello non è né un teologo né un filosofo: i contenuti esposti sulle pareti sono stati voluti dal Papa con un programma steso nei dettagli dai letterati della curia. È un artista: ha dato corpo a quei contenuti attraverso il linguaggio pittorico. Ma non è un semplice traduttore. È il grande interprete delle idee della chiesa romana nei primi due decenni del secolo.

Stanza della Segnatura (Stanze Vaticane, Raffaello)
Le stanze Vaticane: la Stanza della Segnatura

La stanza della Segnatura

Nella prima stanza, detta della Segnatura, il tema trattato è un autentico speculum doctrinale, una summa della teoria dell’uomo che, superato ogni timore medievale attraverso la ragione, resosi conto, con lo studio, della continuità storica fra antichità classica e cristianesimo, si pone al centro della realtà, dominandola con la calma che gli proviene dalla sicurezza della conoscenza, per la scintilla che è in lui, l’intelletto, che gli permette di comprendere il divino, operando la sintesi armonica delle tre facoltà dell’anima, il Vero, il Bene, il Bello. Il Vero si raggiunge attraverso la fede, il Bene attraverso la giustizia e il Bello attraverso l’arte. I soggetti affrescati da Raffaello illustrano questi contenuti.

A parte i diversi tondi e riquadri della volta, le allegorie dipinte sulle pareti sono: La disputa del Sacramento, la scuola d’Atene, le Virtù, il Parnaso. Le quattro pareti sono lunettate. Questa forma ad arco, obbligata dall’architettura, è il punto di partenza per Raffaello, il quale imposta le scene principali sulla linea curva, verticale e orizzontale, in relazione allo spettatore, che ne viene avvolto, trovandosi al centro di uno spazio maestoso e dilatato, secondo la concezione cinquecentesca.

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La Disputa del Sacramento, opera di Raffaello
La Disputa del Sacramento (Raffaello Sanzio, 1509 • Affresco, base metri 7,70. Roma, Palazzo Vaticano, Stanza della Segnatura)

La Disputa del Sacramento

La prima scena dipinta nella Stanza della Segnatura, è il trionfo della chiesa: la rivelazione del Vero supremo, Dio, incarnatosi nel Figlio per riscattare l’uomo, il quale perciò può giungere a lui, tramite la chiesa, in virtù del sacrificio di Gesù, sacrificio che si rinnova ogni giorno con il miracolo dell’eucarestia. Nella parte inferiore, sopra un altare al centro della scena, è l’ostia consacrata, riferimento sicuro per l’uomo e perciò non soltanto messa in evidenza perché campeggiante isolata contro il cielo, ma punto di convergenza delle linee prospettiche, indicate dalle strisce della pavimentazione in primo piano e vertice di un triangolo ideale che ha per base il bordo dell’affresco. All’ostia, circolare come l’ostensorio in cui è posta, si coordinano, in asse verticale, cerchi successivamente più ampi dal basso verso l’alto: il cerchio dove c’è lo Spirito Santo; quello in cui, fra la Vergine e il Battista, siede Gesù, le braccia alzate come un orante antico, le palme rivolte in avanti mostrando le stimmate; quello, infine, entro il quale, circondato da una calda luce solare, compare il Padre benedicente.

La scuola di Atene - Raffaello
La scuola di Atene (1509-1510) : affresco di Raffaello Sanzio; Stanza della Segnatura.

La scuola di Atene

Sulla parete di fronte è dipinta la “Scuola di Atene”. La scena si svolge all’interno di un’architettura che possiamo immaginare a croce greca, inscritta in un deambulatorio quadrato, con cupola centrale, come la pianta di San Pietro che Bramante ha iniziato da poco a costruire.

Al centro, in alto, evidenziati dalla luminosità del cielo, dall’incorniciatura dell’ultimo arco che riecheggia quello che li sovrasta, dalla convergenza dei personaggi disposti reverenzialmente ad ali al loro passaggio, avanzano Platone e Aristotele, i due poli fondamentali del pensiero rinascimentale, l’uno additando verso l’alto, al mondo delle idee, l’altro verso terra, al mondo dell’esperienza.

Attorno e sotto di loro, raggruppati o solitari, ci sono i massimi filosofi, chi come Socrate, discutendo animatamente per obbligare gli altri a ragionare, chi scrivendo, chi compiendo dimostrazioni geometriche o matematiche, chi ascoltando, chi meditando.

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Serena Marotta

Serena Marotta è nata a Palermo il 25 marzo 1976. "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, ha curato vari uffici stampa, tra cui quello di una casa editrice, di due associazioni, una di salute e l'altra di musica, scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città: Palermo.

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