Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Beatles)

Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles è l’ottavo album della discografia ufficiale del famoso gruppo britannico. Secondo la rivista Rolling Stones, è al primo posto della classifica dei 500 dischi più venduti di tutti i tempi. Il disco ha sfiorato i 32 milioni di copie vendute e vinse nel 1967 il Grammy Award come miglior album dell’anno.

Beatles - Sgt. Pepper
I Beatles di Sgt. Pepper. Da sinistra: Ringo Starr, John Lennon, Paul McCartney, George Harrison (1967)

Venne messo in commercio il 1° giugno del 1967 ed è uno dei più conosciuti della storia del rock, oltre che uno dei primi concept album della storia della musica mondiale. Il termine sta ad indicare un album discografico le cui canzoni sono tutte incentrate su un particolare tema, sviluppato poi al loro interno come una storia. Per “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band“, i Beatles si immedesimarono ognuno in una personalità diversa, interpretando la Banda dei Cuori Solitari del Sergente Pepper. In realtà i testi delle canzoni non sono tutti legati l’uno all’ altro, pertanto, secondo alcuni esperti, non si tratterebbe di un vero e proprio esempio di concept album ma solamente di un suo antecedente.

L’idea e il titolo del celebre disco

Nel 1966 Paul McCartney voleva riunire di nuovo il gruppo a seguito dell’interruzione della tournee per continuare la carriera musicale tutti insieme. Durante un viaggio in Kenia con Mal Evans, il produttore e assistente personale dei Beatles, a Paul venne l’idea di comporre un album ispirato ad un gruppo di musicisti immaginario “La banda del Club dei Cuori Solitari del Sergente Pepper” , una banda di ottoni di epoca vittoriana.

Il nome così complesso era derivato dal contatto con musicisti californiani che utilizzavano nomi complicati per esplorare nuovi settori innovativi della musica. Probabilmente l’ispirazione di Paul per il nome dell’album derivò dai contenitori di sale e pepe utilizzati durante il viaggio in aereo di ritorno dal Kenya o da un agente di scorta dei loro concerti che si chiamava Sergeant Pepper.

YouTube video

Paul McCartney compose il brano di apertura del disco (omonimo del titolo del disco) e lo sottopose al giudizio degli altri Beatles: secondo lui, ognuno di loro doveva interpretare i brani come se fosse un componente di questa band immaginaria. Inizialmente l’idea non piacque né a John Lennon né a George Harrison. Ringo Starr invece si offrì di cantare come solista una canzone e fu entusiasta del progetto.

I componenti dei Beatles arrivarono ad un compromesso per la pubblicazione: decisero di riunire nell’album tutte le tracce già composte fino a quel momento, senza dargli un’unica trama ma accostandole ad un’unica copertina. La registrazione durò 129 giorni e comportò una spesa di oltre 25.000 sterline.

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band: i brani

Il disco inizia con un sottofondo che ricorda il chiacchiericcio di un teatro o di un bar e con un’orchestra che accorda gli strumenti musicali. Questo precede la canzone che dà il titolo all’album, nella quale vengono presentati i membri di questa immaginaria band musicale del Sergente Pepper.

Segue il brano N°2: With a Little Help from My Friends di cui è celeberrima la versione cantata da Joe Cocker al Festival di Woodstock del 1969.

La canzone più famosa del disco è certamente la terza : Lucy in the Sky with Diamonds. È ricordata per essere un’allusione alla LSD, droga allucinogena molto diffusa in quel periodo tra i giovani. Le iniziali del titolo infatti sarebbero chiaramente riferibili ad essa.

John Lennon si difese però da queste accuse raccontando che aveva composto il brano ispirandosi ad un disegno del figlio, che aveva ritratto una compagna di classe nel cielo con dei diamanti. Il brano divenne però talmente famoso da essere conosciutissimo anche dagli altri artisti: venne infatti citato anche dai Pink Floyd nel loro A Saucerful of Secrets.

La presunta morte di Paul McCartney

Un’altra canzone discussa è la decima, Lovely Rita, composta da McCartney dopo uno scontro con una vigilessa. In realtà alcuni avrebbero visto dietro essa un presunto indizio della morte dello stesso Paul. Rita sarebbe l’autostoppista che il cantante avrebbe fatto salire la notte del 9 novembre 1966.

LEGGI ANCHE  Brothers in Arms, disco famoso dei Dire Straits (1985)

Con lei si sarebbe poi schiantato e sarebbero morti entrambi. La leggenda vuole che la morte sarebbe stata occultata dai componenti della band e il cantante sostituito con un suo sosia. Non esistono prove concrete a dimostrazione della presunta morte di McCartney. Ma i sostenitori di questa tesi hanno ritrovato proprio in questo disco, in particolare nella copertina, molti indizi che comprovano la veridicità di queste teorie.

Il disco si conclude con una canzone composta da Paul e John, A Day in the Life, momento apice della collaborazione tra i due grandi autori. Anche questo brano è noto per i suoi riferimenti alla droga.

La lista completa delle canzoni

Lato A

  1. Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Lennon-McCartney) – 2:00
  2. With a Little Help from My Friends (Lennon-McCartney) – 2:43
  3. Lucy in the Sky with Diamonds (Lennon-McCartney) – 3:26
  4. Getting Better (Lennon-McCartney) – 2:47
  5. Fixing a Hole (Lennon-McCartney) – 2:35
  6. She’s Leaving Home (Lennon-McCartney) – 3:33
  7. Being for the Benefit of Mr. Kite! (Lennon-McCartney) – 2:35

Lato B

  1. Within You Without You (Harrison) – 5:05
  2. When I’m Sixty-Four (Lennon-McCartney) – 2:37
  3. Lovely Rita (Lennon-McCartney) – 2:41
  4. Good Morning Good Morning (Lennon-McCartney) – 2:42
  5. Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Reprise) (Lennon-McCartney) – 1:19
  6. A Day in the Life (Lennon-McCartney) – 5:04

La copertina

L’album è famosissimo in tutto il mondo proprio per la sua copertina particolare e coloratissima. Venne realizzata su suggerimento di Paul McCartney da Jann Haworth e Peter Blake. Grazie alla creatività vinse il Grammy Awards come migliore copertina nel 1968.

Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band - copertina
“Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, la celeberrima copertina del disco dei Beatles – Uscì il 1° giugno 1967

Rappresenta una vera e propria icona pop art, imitata e parodiata da moltissimi artisti. L’idea è quella di una sorta di collage sul quale i Beatles hanno voluto riunire tutti i loro personaggi preferiti, che rappresentano il pubblico ideale davanti al quale avrebbero voluto cantare. Sono presenti Marlon Brando, Albert Einstein, Edgar Allan Poe, Karl Marx e molti altri. John Lennon avrebbe poi voluto introdurre anche Gesù, Hitler e Gandhi ma poi l’ipotesi venne scartata.

Alcuni dei personaggi rappresentati chiesero anche un compenso per il copyright ma i Beatles accettarono solo le candidature gratuite. Sono rappresentati anche degli oggetti e delle foglie che sembrerebbero di marijuana ma che in realtà sono della pianta del peperoncino.

I Beatles avrebbero voluto includere anche dei mini gadget ma il progetto venne abbandonato a causa del costo eccessivo. Nella rappresentazione della band, Paul è l’unico che è girato di spalle. Questa, secondo i mitomani, sarebbe una delle prove più importanti della leggenda Paul is dead (la presunta morte e sostituzione dell’artista alla quale si è accennato prima).

Il retro del disco

La copertina è importante anche per il retro, che include i testi delle canzoni.

Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band - retro copertina
Il retro della copertina del disco in vinile: si possono distinguere i testi delle canzoni di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” e la foto che ritrae i Beatles, con Paul McCartney di spalle.

Allora, si trattò di una vera e propria rivoluzione pop art del mondo della musica. Appariva chiaro – ed oggi ne abbiamo assoluta conferma – come Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band fosse un album destinato a rimanere nella storia del rock per sempre, grazie alle sue canzoni, ma anche ai messaggi che i componenti del gruppo hanno voluto inserire al suo interno.

Ci siamo impegnati per scrivere questo articolo. Speriamo ti sia piaciuto. Se ti è stato utile, lascia un messaggio in fondo.

Avatar photo

Anna D'Agostino

Anna D'Agostino, napoletana di nascita portodanzese d'adozione, laureata in Filologia Moderna e appassionata di scrittura. Ha collaborato con varie testate come giornalista pubblicista, attualmente insegna Lettere in una scuola secondaria di primo grado.

Speriamo questo articolo ti sia servito. Noi ci siamo impegnati. Lascia un commento, per favore: