Il falò delle vanità, evento storico del 1497

Il “Falò della vanità” (indicato anche come Rogo delle vanità) fu organizzato a Firenze il 7 febbraio del 1497: dopo la cacciata dei Medici, i seguaci di Girolamo Savonarola sequestrarono e diedero alle fiamme una gran quantità di oggetti considerati fonti del peccato, fra cui specchi, cosmetici e trucchi di vario genere, abiti che tendevano al lusso e all’ ostentazione, strumenti musicali e quadri fra cui anche alcune opere del Botticelli dedicate alla mitologia classica che forse fu lo stesso pittore a gettare nel rogo, affascinato dalle tesi del Savonarola.

Savonarola predica contro il lusso e prepara il rogo delle vanità (quadro di Ludwig von Langenmantel, 1881)
Savonarola predica contro il lusso e prepara il rogo delle vanità (quadro di Ludwig von Langenmantel, 1881)

Quest’ultimo, frate domenicano nato a Ferrara il 21 settembre 1452, giunse a Firenze nel 1490 e nella città rinascimentale continuò la sua predicazione che aveva come tema l’Apocalisse e la necessità di pentirsi e depurarsi da tutti i peccati prima della fine del mondo.

I suoi interventi erano diretti contro i rappresentanti della Chiesa, gli uomini di governo e i fiancheggiatori del potere, artisti e intellettuali compresi. Il suo eloquio impressionava le masse e lo avvicinava ai più deboli e umili mettendolo contro i rappresentanti del potere che ne giudicavano inopportune le predicazioni contro il governo e la Chiesa. Lo stesso Lorenzo il Magnifico intervenne presso il frate per indurlo a desistere in quelli che considerava eccessi dialettici, ottenendone un’aspra risposta in cui il frate previde la morte del Magnifico.

Lorenzo de' Medici (detto il Magnifico)
Lorenzo de’ Medici (detto il Magnifico)

La sua determinazione nel predicare crebbe ulteriormente. Negli anni successivi la famiglia Medici cadde in disgrazia e Firenze divenne una Repubblica. La causa di questo cambiamento fu la discesa del re francese Carlo VIII in Italia per rivendicare il regno di Napoli.

Carlo incontrò il Savonarola, perché la sua venuta sembrava confermare le prediche del frate su una necessaria rottura dei vecchi poteri che opprimevano la penisola. Questo permise al Savonarola di conservare il suo prestigio e a continuare a predicare in Firenze, mentre il Papa, Alessandro VI, che lo osteggiava fu costretto ad attendere la fuga di Carlo VIII prima di scomunicare il frate domenicano e decretarne la morte.

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Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia)
Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia)

Il papa in verità fece diversi tentativi per portare Savonarola a più miti consigli ma quest’ultimo si rifiutò e nel 1495 arrivò l’accusa di eresia che nel 1497 sfociò nella scomunica.

Proprio l’anno del Falò, in cui la veemenza del Savonarola contro prelati e governanti e contro tutto ciò che poteva essere veicolo del peccato, raggiunse vertici distruttivi che portarono appunto al rogo in piazza della Signoria di libri, strumenti musicali, quadri e poi come si è detto di oggetti di bellezza come specchi, abiti e cosmetici.

Non avendo più l’aiuto degli oppositori dei Medici e dei francesi, nel 1498 Savonarola fu arrestato e venne condannato al rogo in piazza della Signoria con due suoi confratelli.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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