La Mandragola (Machiavelli): riassunto

Tra le opere dello scrittore Niccolò Machiavelli troviamo “La mandragola”, ritenuta il capolavoro del teatro del ‘500 e un inestimabile classico della drammaturgia italiana. L’opera è ambientata a Firenze nel 1504.

La Mandragola - Machiavelli - riassunto
La Mandragola” è una della opere teatrali più importanti di Machiavelli e della storia del teatro

Trama

La vicenda si apre con Callimaco, un gentiluomo fiorentino di trent’anni che da tempo vive a Parigi, il quale, ritornando a Firenze, si innamora perdutamente di Lucrezia, moglie dello sciocco dottore in legge denominato Messer Nicia. L’uomo decide di incontrare la donna e rimane completamente folgorato dalla sua bellezza. Così, per avvicinarla e pur di trascorrere almeno una notte con lei, l’uomo escogita un piano e, con l’aiuto del servo Siro e dell’astuto amico Ligurio, si spaccia per un famoso medico che la può aiutare a rimanere incinta. L’uomo riesce a convincere Messer Nicia che l’unico modo per avere figli sia di somministrare a sua moglie una pozione di mandragola, un’erba dalle capacità magiche (da qui nasce il titolo della commedia). L’unico problema è che il primo che avrà rapporti con lei sarà destinato a morire.

Ligurio, a quel punto, trova una geniale soluzione: a morire e a consumare il rapporto con la moglie sarà un semplice garzone, cosa che tranquillizza in modo parziale Messer Nicia, inizialmente non del tutto convinto. A quel punto, Ligurio pensa all’amico Callimaco, che da sempre ha un debole per Lucrezia. Infatti non vi sarà nessun garzone come vittima predestinata, bensì sarà lo stesso Callimaco a travestirsi da tale.

Seconda parte

La scena più divertente e più significativa è quella in cui il garzone-Callimaco viene portato a casa di Nicia e viene invitato ad andare a letto insieme alla moglie Lucrezia. Dapprima la donna è titubante, ma in un secondo momento si convince a consumare il rapporto adulterino da Fra Timoteo e dall’intervento rassicurante della madre Sostrata.

Lucrezia decide così di concedersi al garzone, vedendo il fatto come un dono piovuto dal cielo. La situazione precipita ulteriormente quando Lucrezia, venendo a conoscenza della verità e scoprendo la vera identità del garzone che in realtà è Callimaco, decide di diventarne addirittura la sua amante poiché rimane soddisfatta dalle attenzioni del giovane. La messa in scena si ripete. Il giorno dopo Callimaco continua la recita, riassumendo le sembianze del medico, ottenendo perfino dall’inconsapevole marito Nicia, ormai contento della sua futura paternità, il permesso di vivere perfino nella sua dimora facendolo tornare a proprio piacimento. Callimaco, così, tutte le volte che vuole può godere delle grazie di Lucrezia e ingannare il povero ma sciocco Nicia.

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Finale

Il finale è lieto per tutti. Fra Timoteo riceve il suo lauto compenso, Messer Nicia è contento della paternità della moglie, Lucrezia si ritrova ad avere un’amante focoso, Callimaco soddisfa i suoi desideri con la donna che più desidera al mondo e l’amico Ligurio gode per aver avuto un’idea geniale e per aver attuato la beffa ai danni di Nicia. Perfino la madre di Lucrezia, Sostrata, è contenta dell’arrivo di un nipote; non importa se si sia perpetrato un inganno, tutti sono contenti di aver raggiunto i propri obiettivi, seppur a scapito della verità. Tutti i personaggi hanno violato le regole morali, sono al tempo stesso vittime e carnefici, ma ora tutti sono soddisfatti. L’opera si conclude con tutti i personaggi che si radunano in chiesa per celebrare il lieto evento.

Niccolò Machiavelli
Niccolò Machiavelli

Analisi

Il capolavoro di Machiavelli è caratterizzato da un prologo e da cinque atti. Lo scrittore utilizza il titolo “La mandragola” prendendo spunto da una pianta che si chiama appunto mandragola, alla cui radice vengono attribuite potenti caratteristiche afrodisiache e fecondative. I temi fondamentali dell’opera sono il tema del fine personale, dell’inganno e della fertilità. Secondo il pensiero machiavellico, anche la falsità ha un senso; se il fine è positivo, qualunque mezzo per ottenerlo è accettabile, perfino l’inganno. Quindi l’inganno è perfino più forte sia dell’intelligenza che della stessa religione, secondo la filosofia dello stesso scrittore. La religione è ridotta unicamente a ipocrisia: serve allo stesso prete Timoteo come un cinico paravento dietro cui ripararsi per badare meglio ai propri affari.

L’opera rappresenta in assoluto una potente satira contro la corruzione della società italiana dell’epoca, ironizzando in modo tagliente su quel mondo che ai suoi occhi appare fatiscente. L’opera è stata messa in scena in occasione delle nozze di Lorenzo de’ Medici, il duca di Urbino, nipote del Magnifico.

La Mandragola al cinema

Sono diverse le versioni cinematografiche dell’opera tra cui quella del 1965, dal titolo medesimo “La mandragola” diretta da Alberto Lattuada e interpretata da Philippe Leroy (Callimaco); la seconda, nel 2009, distribuita dalla Cines per la regia di Edoardo Sala, si è tenuta sotto la direzione di Marcello Pagliero e di Sergio Tofano.

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Stefano Moraschini

Stefano Moraschini lavora sul web dal 1999. Ha fondato Biografieonline.it nel 2003. Legge e scrive su, per, in, tra e fra molti siti, soprattutto i suoi, tra cui questo. Quando non legge e non scrive, nuota, pedala e corre. È degustatore professionale e giudice internazionale di birre. Copywriter e storyteller, aiuta le persone a posizionarsi sul web raccontando la loro storia. Puoi metterti in contatto con lui su Instagram, LinkedIn, Twitter, Facebook.

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