Lights Out – Terrore nel buio, recensione del film

Lights Out – Terrore nel buio (titolo originale: Lights Out) è il titolo di un film del regista svedese David F. Sandberg. Uscito nell’estate del 2016, è un remake del cortometraggio dello stesso regista che risale al 2013.

Lights Out - una scena del film
Lights Out – Terrrore nel buio: una scena del film con i protagonisti Martin (Gabriel Bateman) e la sorella Rebecca (Teresa Palmer).

Trama del film

Alla fine della giornata di lavoro, in una fabbrica di abiti, una segretaria e il suo capo, Paul, rimangono soli negli uffici oramai bui. E proprio nel buio la segretaria vede una strana figura che sparisce quando accende la luce. Terrorizzata e confusa lascia l’azienda.

Il suo capo, rimasto solo, viene aggredito da questa creatura. Essa sfrutta solo il buio per muoversi e colpire le sue vittime. La moglie di Paul, Sophie, rimasta vedova cerca di crescere nel modo migliore il figlio. Egli però dorme con la luce accesa, perché è spaventato da una strana creatura che vede muoversi nel buio della casa.

Questa creatura si chiama Diana e ha uno strano rapporto con Sophie. Il figlio di Sophie, Martin, un giorno, esausto perché non riesce a dormire di notte, si sente male a scuola. Viene chiamata la sorella Rebecca, la quale si rende conto che il fratello è in preda al panico.

Da quel momento inizia una lotta fra Rebecca e Diana che non vuole nessuno vicino a Sophie e quindi ha intenzione di sterminare tutta la sua famiglia.

Locandina e poster

Lights Out poster
Lights Out (locandina del film)

Lights Out – Terrore nel buio: trailer

YouTube video

Martin: Rebecca… Moriremo?!
Rebecca: No! Ci serve più luce.

Commento al film

Lights Out a dispetto di come è stato accolto dalla critica è un buon film horror. Una buona regia, diretta da David F. Sandeberg, che nasconde Diana dietro ad ogni ombra costruisce un ritmo incalzante che non finisci mai di impaurire per tutto il film.

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Diana non può uccidere o ferire quando compare la luce. Per cui la sua presenza deve essere giustificata solo dal buio, il quale però non può essere l’unico tramite con cui si muove e contemporaneamente la luce non può essere l’unica arma con cui difendersi.

Con accorgimenti di vario tipo, lo sceneggiatore riesce a rendere la vita di chi sta nella luce terribile quanto quella di Diana che può muoversi grazie al buio che la protegge, perché in passato la sua pelle bruciava al sole.

L’incrocio fra questi due stati rende il film godibile anche se la trama scorre senza particolari colpi di scena.

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Fulvio Caporale

Fulvio Caporale è nato a Padova e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche svolge la professione di consulente editoriale e pubblicitario. Collabora con case editrici e giornali cartacei e online occupandosi di libri, arte ed eventi culturali. Ha tradotto testi letterari e tecnici dallo spagnolo, dal portoghese, dall'inglese e dal catalano.

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