I fratelli Taviani: biografia di Vittorio e Paolo Taviani

Vittorio Taviani nasce il 20 settembre del 1929 a San Miniato, in Toscana; poco più di due anni più tardi, l’8 novembre 1931 nasce, sempre a San Miniato, suo fratello Paolo Taviani. La coppia di registi è considerata tra le più importanti del cinema italiano.

Paolo e Vittorio Taviani - registi
Paolo Taviani (a sinistra) e Vittorio Taviani (a destra) – fratelli registi

Figli di un avvocato che negli anni del fascismo ha più di un problema con la giustizia e con l’autorità a causa del suo pensiero antifascista, i Taviani sono entrambi appassionati di cinema sin da quando sono ragazzi, e in gioventù animano il Cineclub di Pisa: nel frattempo frequentano l’università di Pisa (Paolo è iscritto alla facoltà di lettere, Vittorio a quella di giurisprudenza) e insieme con il partigiano Valentino Orsini, un loro amico, organizzano proiezioni e spettacoli tra Livorno e Pisa prima di trasferirsi, intorno alla metà degli anni Cinquanta, a Roma, dove lavorano ad alcuni documentari.

Tra questi, anche “San Miniato luglio ’44”, che si avvale del contributo di Cesare Zavattini alla sceneggiatura e che è basato sugli eventi avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale in Toscana.

Gli anni ’60

Nel 1960 insieme con Joris Ivens i fratelli Taviani dirigono un documentario intitolato “L’Italia non è un paese povero”; due anni più tardi firmano con Valentino Orsini il film “Un uomo da bruciare”, cui segue nel 1963 “I fuorilegge del matrimonio”.

Nella seconda metà degli anni Sessanta i fratelli Taviani esordiscono come registi autonomi: è il 1967 quando vede la luce “I sovversivi”, pellicola che anticipa sotto molti punti di vista gli avvenimenti del Sessantotto.

Nel 1969 la coppia di registi toscani dirige Gian Maria Volonté in “Sotto il segno dello scorpione”.

Vittorio Taviani
Vittorio Taviani
Paolo Taviani
Paolo Taviani

Gli anni ’70

Nel 1972 viene realizzato un adattamento di un racconto di Tolstoj chiamato “Il divino e l’umano”: si tratta di “San Michele aveva un gallo”, lungometraggio che ottiene numerosi apprezzamenti della critica. Due anni più tardi è la volta di “Allonsanfan”, film dedicato alla restaurazione con protagonisti Lea Massari, Laura Betti e Marcello Mastroianni.

Nel 1977 i fratelli Taviani vincono la Palma d’Oro al Festival di Cannes grazie a “Padre padrone”, film tratto dal libro omonimo di Gavino Ledda: in esso viene affrontata e narrata la lotta che un pastore sardo deve combattere contro le crudeli norme dell’universo patriarcale di cui fa parte.

Gli anni ’80

Dopo gli echi neorealistici de “Il prato”, nel 1982 i registi di San Miniato sono i padri di “La notte di San Lorenzo”, che narra la fuga di un gruppo di abitanti di un piccolo paese toscano martoriato dalle rappresaglie fasciste e naziste.
La notte di San Lorenzo” viene ampiamente celebrato dalla critica, e si vede assegnato anche il premio della giuria ecumenica e il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes; in Italia, vince due Nastri d’Argento (regia del miglior film e migliore sceneggiatura, oltre a una nomination per il miglior soggetto) e due David di Donatello (miglior film e migliore regia).

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Nel 1984 i Taviani si dedicano a un altro adattamento di un’opera letteraria: è “Kaos”, film a episodi ispirato alle “Novelle per un anno” di Luigi Pirandello, che vince il David di Donatello per la migliore sceneggiatura (essendo stato candidato anche per il miglior film e per la migliore regia).

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Due anni più tardi, i Taviani si vedono assegnare il Leone d’oro alla carriera in occasione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, mentre nel 1987 provano a lanciarsi nel mercato internazionale con “Good morning Babilonia“, la storia di due fratelli che lasciano l’Italia in cerca di fortuna e in America iniziano a lavorare nel mondo del cinema.

Ambientato nel passato è anche “Il sole anche di notte”, che ha come location la Napoli del Settecento pur essendo il suo soggetto ispirato a un racconto di Tolstoj, “Padre Sergij”.

Gli anni ’90

Nel 1993 i registi si dedicano a “Fiorile”, una riflessione dedicata al potere del denaro, spesso corruttore, mentre nel 1995 vengono nominati Commendatori Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Un anno più tardi portano sul grande schermo “Tu ridi”, esplicitamente ispirato alle novelle pirandelliane. “Tu ridi” è una pellicola distinta in due episodi: nel primo, un ex baritono (interpretato da Antonio Albanese) obbligato a non cantare più per ragioni di salute sfoga la sua frustrazione con fragorose risate notturne; nel secondo, il rapitore di un ragazzo (interpretato da Lello Arena) uccide il sequestrato.

I fratelli registi Paolo e Vittorio Taviani
I fratelli registi Paolo e Vittorio Taviani

Gli anni 2000

Negli anni Duemila, i fratelli Taviani ricevono l’onorificenza di Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e si dedicano anche alla televisione: nel 2004, per esempio, vede la luce “Luisa Sanfelice”, con protagonisti Adriano Giannini e Laetitia Casta, che vestono i panni di due ragazzi che vivono una grande storia d’amore sullo scenario di un conflitto bellico.

Nel 2007 i registi tornano al cinema con “La masseria delle allodole”, che tratta del genocidio compiuto dai turchi nei confronti della popolazione armena durante gli anni della Prima Guerra Mondiale: l’opera viene presentata nella sezione Berlinale Special al Festival di Berlino e riceve il riconoscimento dell’Efebo d’Oro.

L’anno successivo, i cineasti ricevono dall’Università di Pisa (facoltà di Lettere e Filosofia) la laurea honoris causa in cinema, teatro e produzione multimediale. Nel 2009 si vedono assegnare il Premio Camillo Marino alla carriera e il Premio Monsignor Torello Pierazzi; due anni dopo, invece, vengono onorati al Bif&st di Bari con il Premio Federico Fellini 8 ½.

Vittorio e Paolo Taviani nel 2012
Vittorio e Paolo Taviani nel 2012

Nel 2012 i Taviani tornano a Berlino, dove viene proposto in concorso e consacrato “Cesare deve morire”, pellicola in cui i detenuti del carcere laziale di Rebibbia mettono in scena la tragedia shakespeariana che dà il titolo al film: “Cesare deve morire” si aggiudica l’Orso d’Oro nella rassegna tedesca, ma vince anche il David di Donatello per la migliore regia e quello per il miglior film.

Nel 2015 i registi toscani portano sul grande schermo, per l’ennesima volta, un’opera letteraria: questa volta si tratta addirittura del “Decameron” di Giovanni Boccaccio, rappresentato nel film “Maraviglioso Boccaccio”, con Kasia Smutniak e Riccardo Scamarcio.

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Stefano Moraschini

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